Luciano Mondellini, Milano finanza 24/7/2009, 24 luglio 2009
BOOM DI RICHIESTE PER IL BOND FIAT
Il lingotto lancia un prestito obbligazionario da 1,25 mld e riceve ordini per circa 10
Investitori attratti dal rendimento del 9,25% E per rifinanziare il debito il gruppo pensa a un’altra emissione entro la fine dell’anno
La Fiat torna protagonista sul mercato obbligazionario e lo fa con un’emissione da record, almeno per quanto riguarda la raccolta ordini. In meno di due ore, un bond a tre anni inizialmente previsto da 1 miliardo ha raccolto ordini per circa 10 volte, permettendo alla Fiat non solo di fissare il rendimento a 9,25%, cioè il punto più basso della forchetta (9,25-9,50%) ma anche di incrementare l’ammontare del bond da 1 a 1,25 miliardi. «Ha impressionato la forza della domanda. Alle 8,30 ora inglese (9,30 ora italiana, ndr) abbiamo aperto il book per ricevere gli ordini e alle 10,30 ci siamo trovati con circa 10 miliardi di richieste», racconta uno dei manager che ha curato l’operazione. Ad attrarre gli investitori (il bond è destinato ai soli operatori istituzionali) è stata soprattutto la cedola, ritenuta molto vantaggiosa, visto che tra i bond Fiat già presenti sul mercato quello con scadenza 2013 rendeva ai prezzi di ieri il 7,9%, mentre il bond al 2017, cioè l’emissione a scadenza più lunga (e che quindi in teoria dovrebbe garantire un ritorno più alto), aveva un rendimento dell’8,9%. Per questo alcuni operatori hanno ritenuto che forse Fiat ha pagato un po’ troppo per questo bond. Va però tenuto presente che le banche che hanno curato l’emissione - Barclays Capital capofila con al fianco Banca Imi, Calyon e Unicredit - non potevano permettersi un’operazione che non fosse di grande successo tra gli investitori e per questo hanno scelto di andare sul sicuro offrendo una cedola attraente. L’emissione di ieri, infatti, oltre a essere finalizzata a rifinanziare parte del debito in scadenza, rappresentava il ritorno sul mercato obbligazionario del Lingotto dopo due anni di assenza e quindi aveva il compito di rinvigorire la forza del nome di Fiat sul mercato degli eurobond in vista di nuove emissioni. Il Lingotto infatti deve rifinanziare debiti in scadenza per 3,7 miliardi entro il 2009 ed è quindi è possibile che possa tornare a emettere negli ultimi mesi dell’anno. Va inoltre tenuto presente che Fiat non è un emittente investment grade e che quindi qualcosa ha dovuto concedere in termini di rendimento. Anche perché la maggior parte dei compratori del bond di ieri sono istituzioni finanziarie e uffici di private banking che appartengono a una categoria di clienti che si concentra soprattutto su emissioni investment grade.
Proprio su questo fronte, infine, va segnalato che ieri Standard & Poor’s ha confermato il giudizio BB+ (ovvero junk) sul credito a lungo termine di Fiat, mantenendo il credit watch con implicazioni negative. Secondo l’agenzia di rating, Fiat continua a presentare rischi di solidità finanziaria a causa dell’elevato livello di impegno del management nella nuova Chrysler e dell’incertezza sulla struttura futura del gruppo, dopo gli annunci del gruppo torinese su possibili nuove alleanze o fusioni per allargare la propria attività auto. S&P ha anche spiegato che quello legato alla possibilità di scorporo della divisione auto sarebbe un rischio ulteriore ma che però non si può ancora includere nel giudizio in quanto ancora ipotetico al momento.