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 2009  luglio 24 Venerdì calendario

SANATORIA BADANTI, PER VOCE ARANCIO


Il 2 luglio scorso il pacchetto sicurezza è diventato legge dello Stato. La norma prevede fra l’altro l’istituzione del reato di clandestinità per gli immigrati che entrano o soggiornano illegalmente in Italia. Un problema soprattutto per centinaia di migliaia di famiglie italiane che usufruiscono dell’aiuto di badanti e colf straniere non in regola.

Numero delle badanti impiegate in Italia a tempo pieno (una piccola fetta del totale): 770mila, più di tutti i dipendenti del servizio sanitario nazionale (fonte Irs).

Le famiglie italiane spendono ogni anno 11 miliardi per pagare stipendi e contributi alle persone che le aiutano nella gestione domestica: a volte solo per la cura della casa, altre per l’assistenza a bambini e sempre più spesso per seguire le persone anziane.

Un emendamento alla manovra d’estate, questa settimana all’esame della Camera, prevede una sanatoria per i lavoratori domestici. Che non è comunque collegabile direttamente, o almeno non solo, all’immigrazione clandestina, perché riguarda la messa in regola di tutte le colf e di tutte le badanti, italiane, comunitarie ed extracomunitarie. A sollevare il problema, prima e dopo l’approvazione del pacchetto sicurezza, erano stati in tanti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, il 5 luglio scorso aveva detto: «Il reato di immigrazione clandestina vuole colpire la criminalità, non persone che lavorano nelle nostre famiglie. Dobbiamo dare l’opportunità di trasformare il rapporto di lavoro in un contratto di lavoro. Altrimenti queste persone rischiano di essere espulse e non potrebbero rientrare in Italia per dieci anni».

Chi vorrà mettere in regola un collaboratore domestico (italiano o straniero) che a fine giugno lavorava in nero da almeno tre mesi, potrà attivare la procedura dal 1° al 30 settembre e dovrà pagare 500 euro per il solo avvio delle pratiche. Il costo della domanda di permesso di soggiorno per lo stranieri sarà invece di circa 70 euro, oltre a un contributo che sarà fissato dal ministero dell’Economia (previsto tra gli 80 e i 200 euro).

Ogni famiglia potrà chiedere di mettere in regola una colf (con almeno 20 ore settimanali di lavoro) o due badanti straniere. Le domande per i lavoratori comunitari (compresi quelli italiani) andranno presentate all’Inps, quelle per gli extracomunitari attraverso il web allo Sportello unico per l’immigrazione.

La denuncia per aprire la pratica di regolarizzazione potrà essere fatta da cittadini italiani, europei o da extracomunitari col permesso di soggiorno (che si ottiene dopo almeno cinque anni di permanenza in Italia).

Secondo la bozza di provvedimento che sarà discussa in Aula il reddito minimo che bisogna avere dichiarato per mettere in regola una colf è di 20mila euro. Se in famiglia cisono più persone che lavorano o che sono in pensione, la quota di reddito minimo sale a 25mila euro. Nessun reddito minimo, invece, per mettere in regola la badante. Occorre però una documentazione, del medico personale o dell’Asl, che dimostri la patologia o l’handicap di cui soffre l’assistito e la sua condizione di non autosufficienza.

Chi ha una pratica di regolarizzazione in corso non potrà essere espulso. Tale disposizione, però, non sarebbe applicabile ai lavoratori extracomunitari condannati anche con sentenza non definitiva per uno dei reati previsti dagli articoli 380 (arresto obbligatorio in flagranza) e 381 (arresto facoltativo in flagranza) del codice di procedura penale: si tratta di furto, violen­za sessuale, saccheggio, rapi­na, pedopornografia, terrori­smo, eversione, omicidio, cor­ruzione, truffa, ecc.

Secondo l’esecutivo la questione si risolverà con l’assunzione regolare di 300mila badanti o poco più. Gianni Bottalico, presidente delle Acli milanesi: «Se il governo pensa a queste cifre, siamo ancora a metà del guado: in Italia le badanti irregolari sono più del doppio. Ne abbiamo la certezza». Carlo Pileri, presidente dell’Adoc: «Sono 950mila le famiglie in Italia che danno lavoro nero a badanti».

Molto più semplice fare il conto complessivo dei rapporti di lavoro regolari al termine del 2008, diffuso dall’Inps. Sono oltre un milione e mezzo, tra contratti registrati come colf e come badanti. Il 78% circa di chi è assunto con questo tipo di contratto è di origine straniera. Il 20% proviene dalla Romania, il 12,7% dall’Ucraina, il 9% circa dalle Filippine e il 6% dalla Moldavia.

A Milano è attivo da meno di un anno uno ”Sportello badanti” gestito per conto del comune dalla cooperativa Eureka. «Contiamo al termine del primo anno di attività di raggiungere i 400 contratti gestiti» dice Carla Piersanti, referente della cooperativa per il progetto. Che riguarda, naturalmente, solo chi è regolare. « capitato, anche se solo qualche volta, che dei clandestini si siano rivolti a noi. Quando succede, proviamo a vedere se c’è qualche margine per la regolarizzazione. Altrimenti siamo costretti ad abbandonare la pratica». Domanda e offerta di collaboratori domestici s’incrociano attraverso la mediazione degli operatori dello sportello, che incontrano sia chi offre lavoro che chi lo cerca tramite appuntamenti a domicilio.

A Modena dall’inizio dell’anno esiste un protocollo al Centro per l’impiego che favorisce l’incontro di domanda e offerta, compresa l’attivazione di percorsi formativi per l’attività di assistente familiare.

Nonostante il fiorire di accordi, elenchi ufficiali, modalità di avvio all’impiego, il consiglio più consueto per trovare collaboratori domestici resta quello di rivolgersi alla parrocchia o alla Caritas (e a differenza delle strutture ufficiali, negli elenchi dei sacerdoti non ci sono solo persone con regolare permesso di soggiorno). Anche il passaparola, all’interno delle comunità straniere e tra datori di lavoro che hanno amici alla ricerca e loro colf e badanti che hanno parenti o conoscenti magari appena giunti in Italia, è uno strumento efficace e ampiamente utilizzato.

Non poteva mancare un apposito portale, www.lavorobadante.it, dove non solo chi cerca e chi si offre come tale può mettere annunci di lavoro, ma è anche scaricabile tutta la modulistica sia di contratto che per la regolarizzazione.

Contributi compresi, avere una badante a tempo pieno, con vitto e alloggio gratuiti, costa tra i 900 e i 1300 euro al mese. Di solo retribuzione il prezzo sale se la persona che si occupa dell’anziano o del malato non vive in casa ma ha una propria abitazione e svolge il lavoro solo in determinati orari. Molto spesso le ore di lavoro straordinario sono componente fondamentale dello stipendio, superando sovente le 15 settimanali. Ma non sempre tutte vengono contabilizzate.

Chi lavora da irregolare prende al massimo 700 euro. Non è il caso di Maria, che sostiene di «essere sempre stata trattata bene». Giunta in Italia dall’Ucraina cinque anni fa, regolare solo da pochi mesi. Da marzo, per la precisione. Ha atteso 15 mesi per avere il nulla osta per il quale il suo ultimo datore di lavoro, la figlia di una 93enne della provincia di Legnano con la quale Maria vive notte e giorno, ha fatto domanda col decreto flussi 2007.

Dici badante e pensi immediatamente al femminile. Il più dele volte è così, ma non sempre. Nymal viene dallo Sri Lanka, vive a Napoli e fa il benzinaio. Uno dei suoi primi lavori in Italia è stato quello di badante, di un anziano. un ragazzone grosso, insospettabilmente tenero. «Non faccio più compagnia ai nonni - dice - Mi affeziono troppo. Ci rimango male quando muoiono».