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 2009  luglio 21 Martedì calendario

PENSARE COME GLI ELEFANTI


«Bisogna imparare dagli animali che non conoscono sprechi» - CAMBIO DI MENTALIT - fondamentale che le attività industriali possano diventare di sostegno all’ambiente

«Le prospettive per la sostenibilità ambientale sono cupe. In tempi di crisi, la gente dimentica le questioni etiche, che passano in secondo piano. Il concetto stesso di "sostenibilità" è noioso e non prende in considerazione la creatività umana. Sinora, abbiamo del tutto privatizzato i profitti e socializzato i rischi ambientali. Bisogna invertire questa tendenza. Oggi più che mai è necessario un cambio di mentalità: non bisogna cercare di ridurre l’impronta ecologica dell’uomo, ma piuttosto modificarla in modo tale che le attività industriali siano di sostegno all’ambiente». Michael Braungart, 51 anni, ha cominciato la propria carriera distinguendosi prima come enfant terrible dell’ambientalismo tedesco, e quindi come uno dei massimi esperti al mondo in materia di impatto ambientale dell’uomo. Laureato in chimica, ha militato in Greenpeace, arrivando a vivere su un albero in segno di protesta. Ha poi fondato l’Environmental protection and encouragement agency (Epea) di Amburgo e la McDonough-Braungart Design Chemistry. A oggi insegna presso l’Università di Luneburg e la Darden School of business. intervenuto al Sustainability International Forum lo scorso giugno a Roma.
Cosa possono fare le istituzioni per l’ambiente?
Non dobbiamo attendere che il governo agisca per conto nostro. Tutte le misure adottate sinora per tutelare l’ambiente si sono rivelate inutili. L’Europa potrebbe fissare obiettivi di lungo termine, ma per il momento si limita a interventi del tutto inefficaci. Il comunismo non è mai stato un bene per la società; ebbene, adesso ci troviamo dinanzi a un periodo di "ecologismo", in cui le istituzioni pretendono di agire sulla base di convinzioni etiche prive di reale efficacia.
Anche il piano Ue per tagliare le emissioni è inutile?
Quando la Ue stabilisce di limitare gli sprechi e le emissioni, non sta insegnando ai suoi cittadini a essere "bravi", ma gli sta semplicemente chiedendo di essere "meno cattivi". Ciò di cui abbiamo bisogno adesso sono obiettivi concretamente positivi, in grado di invertire una tendenza preoccupante. In altre parole, bisogna passare dalla ricerca dell’eco-efficienza, intesa come capacità di minimizzare l’impatto negativo delle attività umane, a una visione eco-effettiva, in cui si cerca di massimizzare la capacità dell’industria di supportare l’ecosfera.
La tutela dell’ambiente dev’essere slegata da ragioni etiche?
Machiavelli sosteneva che l’etica e il potere non legano bene. La sostenibilità non è una questione morale: bisogna far sì che la qualità dei prodotti migliori attraverso l’innovazione dei processi industriali. I beni migliori sono anche quelli che sono in grado di garantire il successo sul mercato; perseguendo questa logica, la tutela dell’ambiente passa attraverso lo sviluppo economico. Per raggiungere questo obiettivo, però, dobbiamo apprendere il reale significato di "qualità", trasponendolo dall’ambiente all’economia. la filosofia del "think elephant": un elefante non produce rifiuti, perché la natura non conosce sprechi. La biomassa complessiva di tutte le formiche presenti sul pianeta supera di molte volte quella degli uomini, eppure gli insetti non hanno problemi di sostenibilità ambientale. In un habitat, ogni sostanza organica torna in circolo come elemento "nutriente" dell’ecosfera. L’uomo deve imparare a usare i prodotti del ciclo economico come nutriente della propria ecosfera e della tecnosfera che ha creato, eliminando il concetto stesso di rifiuti.
In cosa consiste il "cradle to cradle", il design "dalla culla alla culla"?
Il mercato non deve vendere beni, ma solo il diritto di utilizzarli, come se si trattasse di una forma di noleggio. In questo modo, quando un prodotto diviene obsoleto o inutilizzabile, il suo smaltimento non è a carico del proprietario, né si creano rifiuti. Tutto viene riassorbito nell’ecosfera e nella tecnosfera per divenire parte di un nuovo ciclo produttivo. Il design e la scelta dei materiali ricoprono un ruolo fondamentale in questo processo, che definisco di "cradle to cradle" perché accompagna i beni non già dalla nascita alla morte, ma dalla culla a una nuova culla.