Daniela Roveda, Il Sole 24 Ore 21/07/2009, 21 luglio 2009
LA CRISI COSTERA’ AGLI USA 23.700 MILIARDI DI DOLLARI
Un conto strabiliante da 23.700 miliardi di dollari per il governo americano. quanto sarà costato il salvataggio del settore finanziario quando tutte le voci di spesa saranno messe in lista. Almeno questo è quanto ha calcolato l’ispettore generale del governo, mozzando il fiato al Parlamento e alla nazione. Una spiegazione dettagliata di come sia arrivato a questa conclusione arriverà oggi, con la testimonianza dell’ispettore Neil Barofsky alla commissione per la supervisione e le riforme della Camera, tra l’incredulità e lo scetticismo generale. «Nemmeno se il governo avesse speso un miliardo di dollari al giorno dalla nascita di Cristo a oggi si arriverebbe a questa cifra», ha sentenziato il deputato Darrell Issa.
La rivelazione shock non ha comunque scalfito l’umore di Wall Street. Pronunciamenti positivi sul futuro dell’economia da parte di Goldman Sachs, un dato economico che pare confermare la fine della recessione, l’upgrade del titolo Caterpillar (componente dell’indice Dow Jones) e un diffuso ottimismo sui profitti aziendali attesi per questa settimana hanno dato un’altra spinta al rialzo ai listini. I mercati sperano a questo punto che anche il governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, possa confermare oggi il trend positivo dell’economia durante la testimonianza alla commissione dei servizi finanziari della Camera.
I mercati sperano addirittura che la banca centrale possa annunciare la sospensione delle iniziative di emergenza adottate per mantenere la liquidità del mercato del credito. Gli ultimi dati rivelano che la domanda di prestiti a breve per finanziare il mercato del commercial paper e delle cambiali è del 33% inferiore ai livelli massimi, apparente segnale della stabilizzazione del settore finanziario. L’indice dei leading indicators, il superindice del futuro andamento dell’economia, è intanto aumentato in giugno per il terzo mese consecutivo, battendo le previsioni. La Goldman Sachs, quindi, ieri ha elevato da 940 a 1.060 la previsione di fine anno sull’S&P 500, sostenendo che il buon andamento dei profitti aziendali alimenterà un rally nella seconda metà del 2009. L’indice ha chiuso ieri a 946.
I profitti del secondo trimestre stanno andando per il momento a gonfie vele. Finora il 71% delle 55 aziende S&P che hanno pubblicato i bilanci hanno battuto le previsioni degli analisti, il 9% le ha rispettate e il 20% le ha deluse; questa settimana sono attesi Apple, Coca-Cola, Lockheed Martin, Microsoft, Amazon, American Express, AT&T, McDonald’s e Bristol-Myers.