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 2009  luglio 21 Martedì calendario

Il futuro gasdotto Gracia-Italia potrebbe non essere a senso unico, di sola importazione. «Pensiamo a una linea a doppio flusso, e ne stiamo parlando con le autorità italiane», annuncia Kostis Hatzidakis, cretese di Rètimo, ministro greco allo Sviluppo, a Milano per il Forum pr il Mediterraneo

Il futuro gasdotto Gracia-Italia potrebbe non essere a senso unico, di sola importazione. «Pensiamo a una linea a doppio flusso, e ne stiamo parlando con le autorità italiane», annuncia Kostis Hatzidakis, cretese di Rètimo, ministro greco allo Sviluppo, a Milano per il Forum pr il Mediterraneo. Il gasdotto Itgi, promosso dalla milanese Edison e dalla greca Depa, prenderebbe terra nel Salento: una zona strategica, vicina a dove potrebbe essere costruito un grande rigassificatore, o Brindisi (British Gas) o Taranto (Gas Natural, che ha appena conseguito un parere ambientale positivo per il progetto di un impianto simile a Trieste). Facile immaginare che uno di quei rigassificatori potrebbe rafforzare il ruolo dell’Italia come "hub" mediterraneo del metano ed esportare verso i Balcani parte del gas arrivato liquefatto in Puglia via nave. L’Itgi così potrebbe marciare a due vie, anche se dal punto di vista tecnico non è semplicissimo. La Grecia sta correndo a passi veloci nel processo di priovatizzazione e soprattutto di liberalizzazione del mercato energetico tratteggiato dall’Unione europea. Ministro, per privatizzare il 30% della Depa verrà presa in esame anche un’offerta dell’Edison, che in passato si è detto interessata a partecipare alla gara? Abbiamo dato mandato agli advisor finanziari e legali e aspettiamo che ci dicano entro fine estate come procedere alla privatizzazione. Il percorso è ancora aperto, se l’Edison farà un’offerta la esamineremo. Come procede il processo di apertura del mercato dell’energia? Dobbiamo allinearci al diritto europeo e lo sforzo della Gecia è già cominciato in modo graduale. Stiamo studiando con attenzione il terzo "pacchetto energia" che l’Unione europea sta preparando. L’apertura del mercato energetico ha portato a una massiccia dose di investimenti in Grecia, soprattutto nella produzione di elettricità, sia nelle tecnologie convenzionali che nelle fonti rinnovabili di energia. Nel settore del metano, il processo di apertura del mercato è cominciato da poco tempo, è un settore strategico nel quale ben si inserisce la nostra società, la Depa. Il mercato dell’energia e la domanda sono destinati a crescere. In questi mesi di problemi economici internazionali la richiesta energetica sarà debole. Oggi sì, ma la crisi non potrà durare in eterno. Ci sarà spazio per chi è già presente, e anche per nuovi operatori. Abbiamo visto gli investimenti per esempio delle italiane Edison, Enel, ma anche dei francesi dell’EdF nelle rinnovabili oppure degli spagnoli dell’Iberdrola. Quale il settore energetico con prospettive più interessanti? Quello dei gasdotti. La Grecia si trova in una posizione strategica, e vogliamo valorizzarla. Siamo lo snodo del metano che può arrivare dalla Russia, dai giacimenti del Caspio, dalle zone del Vicino Oriente, per dirigersi verso l’Italia o i Balcani, come confermano i progetti Itgi al quale partecipa l’Edison oppure il South Stream in cui è entrata l’Eni. Questi progetti possono essere integrati con i rigassificatori: ne abbiamo uno non lontano da Atene e ne stiamo progettando un secondo nella zona di Kavala. Inoltre stiamo lavorando al nuovo gasdotto greco-bulgaro da collegare con la linea Itgi verso l’Italia: ciò consentirà di aumentare la flessibilità del sistema. Ci sono gli altri progetti concorrenti, come il South Stream o il gasdotto balcanico Nabucco. Noi pensiamo a una sola linea balcanica che unisca tra loro i vari tratti di reti già esistenti, oggi tra Grecia e Bulgaria, ma anche tra Bulgaria e Romania, e infine fino all’Ungheria. Ci sembra che unire con brevi tratti le reti di gasdotto già disponibili sia più realistico e realizzabile rispetto ai grandi progetti.