Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  luglio 21 Martedì calendario

ARTICOLI VARI PER PIANO CASA 21/07/2009



C’è un blog che raccoglie tutti gli articoli dai giornali sul piano casa, dal più recente in giù: http://www.pianocasa2009.com/


Articoli recenti:

fonte: edilportale.com 21/07/2009

Piano Casa, firmato il dpcm per 100 mila alloggi in 5 anni -
Famiglia a basso reddito, giovani coppie, studenti fuori sede e immigrati regolari tra i beneficiari -

In arrivo 100 mila alloggi nei prossimi 5 anni. Così il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, che ha annunciato la firma del decreto sul Piano Casa da parte del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Si tratta del Piano Casa originario per la soluzione della tensione abitativa in Italia, cui solo in un secondo momento ha fatto seguito la proposta di legge per gli incentivi sugli aumenti volumetrici e la riqualificazione edilizia.
Iter del provvedimento: Il decreto del Presidente del Consiglio è stato siglato dopo il parere favorevole espresso dalla Conferenza Stato – Regioni e Unificata e dal Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica.
Beneficiari: A seconda delle categorie saranno effettuati interventi diversificati, che si avvarranno di finanziamenti pubblici e privati, procedure snelle e agevolazioni fiscali. Nuclei familiari a basso reddito, anziani in condizioni di disagio, studenti fuori sede, giovani coppie, immigrati regolari residenti in Italia da almeno 10 anni o nella stessa Regione da 5 anni potranno risultare assegnatari di una abitazione locata a canone sostenibile e sociale. Alcuni alloggi saranno anche destinati in proprietà come prima casa.
Effetto anticrisi: Il Piano per il contenimento del disagio abitativo avrà ripercussioni positive sull’occupazione nel settore delle costruzioni. Come previsto dai precedenti accordi e delibere del Cipe, saranno disponibili inizialmente 200 milioni di euro. La cifra di 550 milioni, messa a disposizione dal precedente Governo, sarà invece raggiunta con i prossimi stanziamenti.
All’edilizia residenziale pubblica si assoceranno project financing, agevolazioni per le cooperative edilizie e un sistema integrato di fondi immobiliari, che può già contare su 150 milioni di euro, cifra che secondo le stime attiverà investimenti pari a 3 miliardi di euro. Si prevede la collaborazione con gli Enti Locali, così come la riqualificazione urbana delle aree demaniali.
Paola Mammarella


fonte: corriere.it - 21 luglio 2009

Stanziati i primi 200 milioni per finanziare edilizia pubblica, cooperative e fondi immobiliari -
Piano casa, Berlusconi ha firmato -
Matteoli: centomila nuovi alloggi in cinque anni e nuovi posti di lavoro nelle imprese edilizie -

ROMA - «Con la firma del decreto da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si conclude l’iter procedurale per il concreto avvio del piano casa, che si prefigge l’obiettivo di realizzare centomila alloggi in 5 anni». A comunicarlo il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. La firma al decreto presidenziale fa seguito al parere favorevole sul Piano espresso dalla Conferenza unificata Stato-Regioni e dal Cipe.
I BENEFICIARI - Il Piano, prosegue la nota, prevede interventi diversificati a seconda delle categorie interessate, disponibilità di finanziamenti pubblici e privati da utilizzare con procedure snelle, incentivi e agevolazioni fiscali. Gli alloggi saranno destinati sia in proprietà quali prima casa, sia in locazione a canone sostenibile e a canone sociale. Beneficiari del piano casa sono nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno 10 anni in Italia o da 5 nella stessa Regione.
«RIPERCUSSIONI SULL’ECONOMIA» - «Parte così la realizzazione di un ambizioso piano di alloggi che avrà positive ripercussioni sociali e che amplierà l’offerta di lavoro nel settore delle imprese edilizie su tutto il territorio del Paese - dichiara ancora il ministro Matteoli - Inizialmente si prevede un intervento di 200 milioni di euro che diventeranno 550 milioni con prossimi stanziamenti. Il Piano - sottolinea Matteoli - consiste in un insieme di interventi di edilizia residenziale pubblica, project financing, agevolazioni alle cooperative edilizie e un sistema integrato di fondi immobiliari, cui è devoluto uno stanziamento di 150 milioni di euro, che a regime si stima attrarrà investimenti per 3 miliardi di euro. Il tutto da attivare con la collaborazione anche finanziaria di Regioni ed Enti locali. Tra l’altro - conclude - è prevista la valorizzazione di aree demaniali con la loro riqualificazione urbana».



fonte: lastampa.it - 21 luglio 2009

Piano casa, il premier firma il decreto. Matteoli: "Centomila alloggi in 5 anni" -
Previsti finanziamenti pubblici e privati, incentivi e agevolazioni -

ROMA - «Con la firma del decreto da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si conclude l’iter procedurale per il concreto avvio del Piano Casa, che si prefigge l’obiettivo di realizzare centomila alloggi in 5 anni». A comunicarlo il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli. La firma al decreto presidenziale, si legge in una nota, fa seguito al parere favorevole sul Piano espresso dalla conferenza unificata Stato-Regioni e dal Cipe.
Il Piano, spiega Matteoli, prevede interventi diversificati a seconda delle categorie interessate, disponibilità di finanziamenti pubblici e privati da utilizzare con procedure snelle, incentivi e agevolazioni fiscali. Gli alloggi saranno destinati sia in proprietà quali prima casa, sia in locazione a canone sostenibile e a canone sociale. Beneficiari del Piano casa sono nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno 10 anni in Italia o da 5 nella stessa Regione.
«Il governo - dichiara Matteoli - ha mantenuto un altro impegno del programma elettorale. Parte così la realizzazione di un ambizioso Piano di alloggi che avrà positive ripercussioni sociali e che amplierà l`offerta di lavoro nel settore delle imprese edilizie su tutto il territorio del Paese. Inizialmente si prevede un intervento di 200 milioni di euro che diventeranno 550 milioni con prossimi stanziamenti.
Il Piano - sottolinea Matteoli - consiste in un insieme di interventi di edilizia residenziale pubblica, project financing, agevolazioni alle cooperative edilizie e un sistema integrato di fondi immobiliari, cui è devoluto uno stanziamento di 150 milioni di euro, che a regime si stima attrarrà investimenti per 3 miliardi di euro. Il tutto da attivare con la collaborazione anche finanziaria di Regioni ed Enti locali. Tra l’altro - conclude - è prevista la valorizzazione di aree demaniali con la loro riqualificazione urbana».



fonte: www.soldiblog.it 21/07/2009

Piano casa, sconti e novità sotto un tetto -

Dopo l’approvazione del Cipe arriva il via libera anche del presidente del Consiglio. Si conclude l’iter di approvazione del Piano Casa che si prefigge l’obiettivo di realizzare centomila alloggi in 5 anni. A comunicarlo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli.
Il maxi pacchetto elaborato dal Governo si è arricchito negli ultimi mesi di nuove iniziative ad integrazione degli originari stanziamenti per l’edilizia residenziale pubblica. Sarebbero infatti stati approvate anche le misure per l’ampliamento delle abitazioni e il progetto di costruire nuovi insediamenti urbani per chi la casa ha difficoltà ad affittarla o ad acquistarla.
Gli interventi
Il Piano prevede interventi diversificati a seconda delle categorie interessate, disponibilità di finanziamenti pubblici e privati da utilizzare con procedure snelle, incentivi e agevolazioni fiscali. Gli alloggi saranno destinati sia in proprieta’ quali prima casa, sia in locazione a canone sostenibile e a canone sociale. Beneficiari del Piano Casa sono nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno 10 anni in Italia o da 5 nella stessa Regione.
Ampliamenti semplificati
Tra le nuove procedure approvate dal Cipe:
Ampliamento del 20% di case ed edifici privati. La percentuale si calcola sulla superficie coperta se si tratta di edifici adibiti a uso diverso. Il limite è del 20% del volume, ma è ammesso il cumulo del bonus del vicino: si può arrivare fino al 40. Fissato anche il limite massimo per l’ampliamento: il tetto è di 300 metri cubi per unità immobiliare.
Previsto un premio di cubatura del 35% per chi demolisca e ricostruisca un edificio attenendosi alle norme di risparmio energetico. Ammessa anche la demolizione e ricostruzione anche di capannoni, stabilimenti e ogni altre destinazione non residenziale.
Sconti fiscali sono previsti per chi decida di ampliare la prima casa. Lo sconto ammonterà al 50% del balzello che si deve ai Comuni per la costruzione. Il contributo si paga inoltre solo con riferimento «agli incrementi realizzati» e il taglio del 50% è previsto anche per «gli interventi che siano realizzati mediante la utilizzazione di tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabili».
Per i nuovi interventi basterà la denuncia di inizio attività (DIA) e il via libera del progettista: «La sussistenza di tutte le condizioni previste dal presente decreto è asseverata sotto la propria responsabilità dal progettista abilitato che sottoscrive la denuncia di inizio attività».
Stanziamenti
Inizialmente si prevede un intervento di 200 milioni di euro che diventeranno 550 milioni con prossimi stanziamenti. Il Piano - sottolinea Matteoli - consiste in un insieme di interventi di edilizia residenziale pubblica, project financing, agevolazioni alle cooperative edilizie e un sistema integrato di fondi immobiliari, cui e’ devoluto uno stanziamento di 150 milioni di euro, che a regime si stima attrarra’ investimenti per 3 miliardi di euro. Il tutto da attivare con la collaborazione anche finanziaria di Regioni ed Enti locali. Tra l’altro - conclude il ministro - e’ prevista la valorizzazione di aree demaniali con la loro riqualificazione urbana”.




fonte: il Sole 24 Ore 20/07/2009

Pronta al piano casa una villetta su due -
di Saverio Fossati e Gianni Trovati

Con l’approvazione della legge lombarda della scorsa settimana il piano casa entra davvero nel vivo.
Il via libera del Pirellone, che permette ampliamenti del 20% se grazie ai lavori si riesce a risparmiare il 10% dell’energia necessaria al riscaldamento, porta a quota 4,1 milioni il numero di edifici mono o bi-familiari potenzialmente interessati dalle leggi regionali sugli ampliamenti. In pratica, il 47% del popolo delle villette può adesso decidere se è il caso di allargarsi, sfruttando le nuove normative locali nate dall’intesa con il governo dello scorso marzo. Anche i consigli regionali di Lazio e Campania, poi, sono in dirittura d’arrivo e secondo il calendario previsto dovrebbero varare la propria legge entro luglio: dopo il loro disco verde, le normative locali riguarderanno sei villette su dieci.
Le lungaggini del confronto fra Stato e Regioni (che stanno ancora impantanando il disegno di legge sulla semplificazione, su cui si veda l’articolo a fianco) faranno però perdere a molti l’appuntamento con l’estate, che tradizionalmente è la stagione dei cantieri (secondo il Cresme il 70% delle ristrutturazioni viene avviato in questi mesi). Tutte le leggi regionali offrono ai comuni una finestra di tempo (in genere 60 giorni) per permettere ai comuni di introdurre limiti e definizioni, per cui prima di presentare la domanda è buona norma informarsi sugli orientamenti locali. La legge del Pirellone, invece, entrerà in vigore solo il 16 ottobre, per dare tempo ai comuni di introdurre limiti e definizioni, e per Lazio e Campania il calendario sarà probabilmente più lungo.
Al gruppo di testa, rappresentato anche da Piemonte, Veneto, provincia di Bolzano, Emilia Romagna, Toscana, Umbria si può aggiungere comunque la provincia di Trento, che non aderirà al piano casa (l’accordo con il governo non vincola le regioni e le province autonome) ma offre già nella legislazione "ordinaria" incentivi finanziari alle ristrutturazioni.
I calcoli si riferiscono alle abitazioni occupate con non più di due interni, in sostanza le villette mono e bifamiliari, con superficie sui 120-140 metri quadrati per unità immobiliare. Teoricamente, infatti, gli ampliamenti (ipotizzati nella misura standard del 20 per cento) sarebbero possibili anche in complessi più grandi, dove però in genere solo chi abita all’ultimo piano può davvero pensare di ingrandirsi ed è più difficile trovare l’accordo necessario a far partire i lavori. In condominio, infatti, è vero che chi occupa l’ultimo piano ha diritto alla sopraelevazione (fatte salve le norme urbanistiche), ma è altrettanto vero che gli altri condomini hanno diritto di pretendere la stretta osservanza di due principi tanto chiari quanto scivolosi nell’applicazione pratica: il decoro architettonico dell’edificio e la sua sicurezza statica. Senza contare che dopo i lavori occorre rifare la tabella millesimale, tra spese e litigi.
Quando i proprietari cominciano a essere più di due, e a maggior ragione se non sono parenti, è logico che molti dei piani sottostanti non vedano di buon occhio che il proprietario dell’ultimo piano si arricchisca così facilmente, e una ferma opposizione (magari da ammorbidire con un accordo economico) è più che probabile. Esiste, è vero, la possibilità di ampliare in larghezza, accontentando così tutti quanti, ma è ancora più complicato: bisogna che tutti siano d’accordo (altrimenti si rischia di avere un palazzo da film espressionista) e che ci sia lo spazio edificabile sul terreno adiacente.
Con la stessa logica è stata condotta l’analisi sugli immobili potenzialmente interessati dai premi di cubatura ancora più ampi (e più differenziati da regione a regione) nel caso di demolizione e ricostruzione. In questo caso, i numeri riguardano solo gli edifici considerati «in pessimo stato» ma regolarmente abitati, escludendo i tanti immobili sostanzialmente abbandonati che probabilmente non smuovono gli interessi necessari ad avviare una così costosa opera di riedificazione. Fatta questa tara, le unità immobiliari abitative potenzialmente interessate a ripartire da zero sono quasi 332mila, e poco meno di un terzo di queste si trovano nelle Regioni che hanno già legiferato.
Da questo punto di vista le novità più importanti arriveranno dalla Campania, che conta 34,5 abitazioni occupate «in pessimo stato» ogni mille: una frequenza più che doppia rispetto alla media nazionale. Nel panorama delle villette, invece, mancano ancora all’appuntamento con l’approvazione le regioni italiane dove la maggioranza della popolazione vive in case mono o bi-familiari: si tratta di Molise (60%), Sardegna (58,8%), Sicilia (53,6%), Basilicata (51,9%), Calabria (50,8%) e Abruzzo (50,4%. Tra le regioni che hanno approvato la legge è invece il Veneto a registrare l’intensità maggiore di piccoli immobili (48,9%), mentre la Lombardia ne ospita il numero assoluto più elevato (più di 1,1 milioni).

LE LEGGI APPROVATE: 7
Sono le norme di Piemonte, Lombardia, Veneto, provincia di Bolzano, Emilia Romagna, Toscana e Umbria
LE ABITAZIONI INTERESSATE: 4.091.183
Sono le abitazioni mono e bi-famigliari nelle regioni che hanno già approvato la legge sul piano casa
LA QUOTA: 47,3
E’ la percentuale delle abitazioni mono e bi-famigliari delle regioni che hanno approvato la legge in rapporto al totale nazionale
LE RICOSTRUZIONI: 114.870
E’ il numero di abitazioni occupate e in pessimo stato nelle regioni che hanno già approvato la legge
34,5
E’ il tasso (ogni mille) di abitazioni occupate ma in pessimo stato in Campania, la regione più direttamente interessata dal fenomeno
IL TOTALE: 8.984.631
E’ il numero di abitazioni occupate più direttamente interessate dai piani casa in tutte le regioni italiane




fonte: corriere.it 20/07/2009

L’intervista La presidente del Fai: spero che Bondi mantenga la parola
«Svendono l’Italia solo per fare cassa» -

Giulia Maria Crespi: il piano casa, rovina irreversibile -

ROMA’«Stanno svendendo l’Italia solo per ricavare un utile immediato. Sul paesaggio, sul territorio italiani non c’è più da nutrire preoccupazione: ma autentica disperazione. Sarà una rovina irreversibile di cui soffriranno le nuove generazioni. E poi ne risentiranno il turismo, che abbandonerà il nostro Paese, e già sta avvenendo. Poi la salute, l’identità, le radici stesse degli italiani». Giulia Maria Crespi parla dalla sua casa in Sardegna, ma è in continuo collegamento con gli uffici del Fai, il Fondo ambiente italiano, trust privato che negli anni è riuscito a sottrarre straordinari beni culturali italiani alla speculazione e alla scomparsa. Un’esperienza citata in Europa come un modello di tutela in mano ai privati.
Qual è la ragione del suo allarme, signora Crespi?
«Prima di tutto la sorte del Codice dei Beni culturali, varato dal ministro Giuliano Urbani, in mezzo a mille difficoltà, sotto il precedente governo Berlusconi e concluso da Francesco Rutelli. Sandro Bondi mi aveva dato la sua parola d’onore davanti a quattro testimoni che la parte relativa al paesaggio sarebbe entrata in vigore a gennaio scorso, poi a giugno di quest’anno. Infine lo slittamento alla fine di dicembre... ».
Parla dell’articolo 146 che attribuisce ai soprintendenti il potere di esprimere un parere obbligatorio e vincolante sugli interventi nelle aree protette e che non è ancora andato in vigore? C’è un regime di proroga...
«Penso proprio a quel problema. I soprintendenti calano di numero e hanno sempre meno mezzi a disposizione. Ora c’è questa proroga che consente ai soprintendenti di pronunciarsi solo a cose fatte, a progetto varato. Intanto le regioni stanno approntando i loro piani. Il Veneto prevede la possibilità di intervenire nel 40% del territorio. La Lombardia nel 35% con la possibilità di intervenire anche nei parchi regionali. Allucinante. L’Umbria le sta seguendo. Altra tragedia: ora i comuni permettono ai costruttori di autocertificarsi l’idoneità del progetto. Sono insegnamenti che definirei di gravissimo scadimento morale dell’intero sistema italiano».
Bondi ha assicurato che la proroga finirà a dicembre...
«Spero. Anche se non ci credo più. Senza il Codice completo, il Piano Casa potrà avere effetti devastanti, purtroppo irreversibili sul paesaggio».
Dice però Berlusconi: con le nuove regole del Piano Casa verranno rimessi in circolazione tra i 70 e i 150 miliardi di euro ora inoperosi nelle banche. Non temete di apparire come ostacoli alla ripresa dell’economia?
«Questo è quello che dice Berlusconi, poi bisogna vedere se gli effetti economici saranno davvero quelli... Ma io guardo al futuro. Il Piano Casa prevede la possibilità di abbattere vecchi edifici, di aumentarne la cubatura, di stravolgere insomma interi panorami. Unico Paese in Europa: guardiamo cosa avviene in Francia o altrove. Ma qui non c’è solo il Piano Casa. tutto un sistema... ».
A cosa si riferisce in particolare, signora Crespi?
«Ho tanti altri esempi che addolorano solo al pensarli. In Lombardia, nel cuore del parco del Curone, cioè della Brianza ancora ben conservata, un meraviglioso parco di 2.700 ettari, è pronto uno studio di fattibilità per permettere alla società australiana Australian Po Valley, per il 50% di proprietà Edison, di estrarre petrolio. Petrolio lì! Con conseguente emissione di acido solforico che avrà un’azione intossicante nell’arco di dieci chilometri, col problema dello smaltimento dei fanghi. Tutti i 21 comuni, di qualunque colore, e la provincia di Lecco protestano ma non hanno potere di bloccare il piano perché è stato dichiarato di pubblica utilità! Come si può solo immaginare tutto questo?».
Altri esempi che la preoccupano?
«Ho ancora un esempio legato alla Lombardia che, nel suo piano prevede la possibilità di intervenire addirittura nelle aree protette. Per esempio nel meraviglioso Parco Agricolo Sud: 47 mila ettari! Altro massacro che resterà indelebile che distruggerà un’area ricca di fontanili antichi, terreno ad alta fertilità, piena di antiche abbazie e cascine forzesche. Un polmone verde per i milanesi».
Se la prende con questo governo?
«Io credo che ormai circoli un ragionamento trasversale: fare soldi subito. E poi, dopo di me il diluvio. Lo disse Luigi XV, ma dopo ci fu la Rivoluzione francese. E dopo, per noi, ci sarà solo un territorio devastato per sempre. E qui nessuno è più sensibile. Non lo è la destra. Ma non lo è nemmeno la sinistra: neanche l’attuale opposizione colloca l’ambiente tra le sue priorità. Anzi, se ne disinteressa totalmente. Guardiamo cosa sta avvenendo in Toscana e presto in Umbria... Rimaniamo solo noi associazioni: Fai, Italia Nostra, Lipu, Wwf. Siamo visti da tutti come scomodi cretini. Poi, un giorno, forse qualcuno dirà che quegli scomodi cretini avevano ragione. Ma sarà troppo tardi. Un padre non svende la figlia per far cassa. Qui, lo ripeto, stanno svendendo la nostra Italia davanti all’indignazione del resto d’Europa».
Paolo Conti




fonte: www.governo.it 15 maggio 2009

Informazioni sull’iter procedurale del Piano casa -

Il decreto legge che contiene "Misure urgenti in materia di edilizia, urbanistica ed opere pubbliche" diversamente da quanto previsto dall’Ordine del giorno del Consiglio dei ministri non è stato messo in discussione nella riunione del 15 maggio 2009 "poichè avevamo assunto l’impegno con le regioni di trovare l’accordo sul testo", ma l’intesa è mancata nella conferenza unificata riunitasi il giorno prima.
Tuttavia "tutte le regioni stanno procedendo nel percorso della legge regionale (previsto dall’Intesa del 31 marzo scorso) quindi il fatto che questa mattina non sia stato approvato in Consiglio dei ministri questo provvedimento non da nessun rallentamento ai tempi necessari e prevediamo che "entro luglio siano approvate tutte le leggi regionali e a partire dai primi di agosto il Piano casa dovrebbe essere operativo".
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri di questa mattina ha fatto il punto sull’iter procedurale del Piano casa che permette l’ampliamento delle abitazioni mono e bifamiliari del 20 e del 30%.
Il Piano casa del Governo è stato lanciato originariamente nella manovra finanziaria dell’estate scorsa. Il cosiddetto Piano straordinario per l’edilizia residenziale pubblica, pensato per riammodernare il patrimonio immobiliare pubblico e finalizzato a dare un alloggio sociale alle famiglie disagiate, agli anziani, alle giovani coppie. Il Cipe - nella riunione dell’8 maggio - ha assegnato alla realizzazione del Piano straordinario un primo stanziamento per complessivi 350 milioni di euro. Di questi: 200 milioni di euro sono da ripartire tra le Regioni per l’edilizia popolare; gli altri 150 milioni sono destinati al sistema integrato di fondi immobiliari per l’incremento della dotazione degli alloggi sociali.
Gli altri due progetti che completano oggi il Piano casa sono stati proposti dal presidente del Consiglio per rilanciare un settore chiave della nostra economia quale è l’edilizia e, nello stesso tempo, andare incontro alle esigenze delle famiglie italiane.
Cosa prevede l’intesa del 31 marzo 2009:
1. per gli edifici residenziali uni-bifamiliari o comunque di cubatura non superiore a 1000 metri possibilità di ampliamento entro il limite del venti per cento della volumetria esistente;
2. demolizione e ricostruzione possibilità di ampliamento per edifici a destinazione residenziale entro il limite del trentacinque per cento della volumetria esistente, al fine di migliorarne qualità architettonica ed efficienza energetica, nonché di utilizzare fonti di energie rinnovabili;
3. semplificazione delle procedure per velocizzare la concreta applicazione di quanto previsto.
Sono esclusi interventi edilizi di ampliamento su edifici abusivi o nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta.
Redazione Internet - Rosella Rega