Bedri Baykam, Corriere della Sera 21/07/2009, 21 luglio 2009
«SENZA SIGARETTE E NARGHIL LA TURCHIA NON SARA’ LA STESSA»
L’altro ieri, domenica 19 luglio, è entrato in vigore in Turchia il divieto di fumo in tutti i locali pubblici, caffè, bar e ristoranti, una nuova legge che indubbiamente apporterà tremendi cambiamenti allo stile di vita dei turchi.
Innanzitutto, parlo in veste di artista- scrittore che fuma per stimolare l’intuizione e l’immaginazione, sia quando scrivo che quando dipingo nel mio atelier. Ci scommetto che le diverse migliaia di «agenti segreti» dello stato, che verranno sguinzagliati nei locali notturni e nei caffè per scovare i trasgressori, non oseranno avventurarsi nel mio studio privato per cercare tracce di fumo. Per le mie tele non c’è pericolo, potrò ancora concedermi un sigaro e un café-cognac dopo una lunga notte di lavoro. Prevedo però di imbattermi in seri problemi nel mio mestiere di scrittore, perché amo scrivere in luoghi pubblici, e per ore intere, sorseggiando tè turco e gustandomi i miei sigari.
Bando agli equivoci, non sono un fumatore accanito, ma quando mi immergo nel processo creativo, solo il tabacco sa aiutarmi a raggiungere quella profondità che cerco. Non ho bisogno di fumare per sentirmi vivo, ma i miei sensi creativi sì, essi esigono l’intervento del sigaro per immergersi nell’atmosfera ovattata del fumo, e catturare e assaporare così ricordi ed emozioni. Niente di speciale, in questo sono in tutto e per tutto simile agli altri intellettuali.
Non è la stessa cosa però per milioni di cittadini turchi. Essi hanno disperatamente bisogno della sigaretta per riuscire a lavorare, camminare, mangiare, per flirtare e per...! Immagino pertanto che la nuova legge renderà la loro vita più difficile. E potete star certi, faranno di tutto per aggirare il divieto e sapranno convincere i padroni dei caffè a lasciarli fumare, assicurandosi di non essere visti dalle spie di stato. Il divieto dell’uso del cellulare in macchina è stato anch’esso introdotto con grande fanfara, ma con scarsi risultati, perché quasi tutti parlano al telefono mentre guidano. Molti sperano pertanto che anche questa legge resti sulla carta, una specie di desiderio del governo che non potrà essere esaudito. Soprattutto i locali più economici, frequentati da gente poco istruita e a basso reddito, troveranno difficile adeguarsi alla legge di questa «nuova era». Tutti chiederanno venia e flessibilità davanti a una normativa che mal si intona con il carattere dei turchi.
Ma forse non sarà così e vi spiego perché: sì, la Turchia è un paese laico e democratico. Eppure, stranamente, come tutto il mondo sa, è governato da un governo islamista. Il mio punto di vista è il seguente: l’attacco del governo contro il tabacco non è affatto un intervento «per tutelare la salute dei cittadini», ma si spinge, ahimè, ben oltre. Il governo islamista di Erdogan sta facendo di tutto per cambiare la vita della gente. Da ogni parte, infatti, sta erodendo la libertà di vendere, distribuire e consumare alcolici. Non è che l’alcol sia apertamente vietato in Turchia, ma il governo ha imposto una forte tassazione sulla sua vendita e ha tentato a più riprese e in tutti i modi di limitare l’accesso agli alcolici, arrivando persino ad autorizzarne la vendita e il consumo solo in alcuni quartieri specifici in ciascuna città.
Per esempio, tutte le cene e i ricevimenti ufficiali dello stato turco oggi non prevedono più il consumo di alcolici e il governo si dimostra molto intransigente a questo riguardo. La guerra sferrata alla libertà del cittadino di fumare nei locali notturni e nelle discoteche si è trasformata nello strumento principale per impedire alla gente di trascorrere la notte a godersi la musica, a ballare e flirtare, gustandosi gli accessori naturali della serata, ovvero bevande alcoliche e sigarette. L’intolleranza verso lo stile di vita non islamico rappresenta un’interessante contraddizione di questo governo che da anni si batte affinché sia consentito l’uso del velo nelle università «in nome della tolleranza e della democrazia»!
Per farla breve, sono certo che il divieto di fumo sarà seguito tra non molto da nuove restrizioni, varate dal governo per oscuri motivi politici, al fine di imporre alla gente i valori islamici di una vita devota e morigerata, che prevede di trascorrere più tempo a pregare che a ballare! Pensate che sto esagerando? Me lo auguro anch’io, credetemi.
Traduzione di Rita Baldassarre