Guido Olimpo, Corriere della Sera 21/07/2009, 21 luglio 2009
CALA IL C RIMINE NEGLI U SA MA LE G ANG SI RIORGANIZZANO
una notizia positiva in un orizzonte buio. uno sviluppo che non ti aspetti in un quadro di crisi e povertà vera. Le statistiche indicano che il crimine è in calo in quasi tutti i grandi centri d’America. E i poliziotti si prendono il merito: se ci sono meno cattivi in città è perché gli sceriffi sono più bravi.
Migliori tecnologie, attività in strada che somigliano a quelle di un servizio di intelligence, buon rapporto con le comunità, banche dati che rendono il lavoro investigativo vicino – solo vicino, ricordiamolo – a quello che vediamo nei telefilm alla Csi. E il bollettino della vittoria è ancora più sorprendente se confrontato con le riduzioni al budget imposte da molte municipalità. I sociologi si interrogano sul calo ma non offrono risposte chiare. Rammentano che all’epoca della Grande Depressione fu lo stesso, provano a studiare i vari rapporti. A volte i numeri non dicono tutta la verità o magari vedono solo una fetta della società. possibile anche che i criminali stiano studiando cosa fare, come adattarsi alla nuova situazione. Con meno ricchezza in giro – si fa per dire, siamo sempre in America – ci sono forse minori bersagli raggiungibili dal predone. Oppure cambia il genere. Tanto è vero che i furti di auto non calano. E se si leggono le cronache della provincia profonda i fatti di nera non mancano. Anzi, a volte sono più raccapriccianti di quelli che avvengono nelle megalopoli ma spesso non conquistano l’attenzione nazionale.
Le gang urbane o i cartelli messicani che una volta avevano le loro basi in città da un po’ di tempo cercano rifugio e mercati in aree extraurbane. Si sottraggono all’attenzione di Dipartimenti di polizia più agguerriti e forse possono sfuggire, come dato, agli studi di ricerca. Il crimine, però, è una brutta bestia, abile nel presentarsi sotto forme diverse. Gli sceriffi lo sanno. Per questo si augurano che le cifre si trasformino in una tendenza costante.