Francesco Sisci, La Stampa 21/07/2009, 21 luglio 2009
EFFETTO ECLISSI, PIOGGIA DI SOLDI SU TUTTA L’ASIA
E’una frenesia di mito, magia, nuova ricchezza e ritorno di antiche superstizioni, quella con cui la Cina si appresta a seguire domani la più lunga eclissi del XXI secolo. Il sole che si oscurerà completamente per oltre sei minuti sta rovesciando milioni di turisti interni verso le città da cui il fenomeno si potrà seguire meglio: Pechino, Shanghai e altre minori lungo il corso del fiume azzurro, lo Yangzi.
Alcune catene alberghiere segnalano un aumento di clienti del 20 per cento, le ferrovie e gli aeroporti annunciano che per oggi, vigilia dell’eclissi, i biglietti per Pechino e Shanghai sono esauriti. Anche i piccoli centri urbani cercano di attirare visitatori e si fanno pubblicità su Internet come «luogo privilegiato per assistere all’eclissi».
Specchi su cartoni, occhiali protettivi, gadget di ogni tipo sono in vendita in mille negozi: l’eclissi sembra un fenomeno di massa destinato a far crescere la tanto sospirata domanda interna, in un momento di crisi economica globale. Ci sono addirittura case di moda - come la Fengfeiyu di Shanghai - che mettono in vendita speciali linee di accessori appositamente realizzate per l’eclissi. Un fenomeno che tocca corde profonde e nascoste, sentimenti religiosi ufficialmente irrisi ma mai completamente eliminati, in un mondo dove in antichità il sovrano era wang, il supremo garante e massimo sacerdote dell’ordine che deve esistere tra il divino, l’umano e la natura. Ove questo ordine non è mantenuto, il mondo si rovescia e il sovrano cade.
La prima eclissi di sole registrata dagli storici cinesi risale al 2300 avanti Cristo e da allora tutte punteggiano le cronache della storia cinese, e ne dimostrano la precisione e l’attendibilità. Per gli antichi questo portentoso fenomeno per cui l’ordine naturale della scansione di tempo in chiara divisione fra luce diurna e buio notturno cessa per qualche minuto era molto più che un fatto incidentale. Le eclissi erano occasioni per scrutare con occhi umani il destino divino dell’impero e del suo sovrano, che per molti secoli furono semplicemente «tianxia» (tutto ciò che sta sotto il cielo) e «tianzi» (il figlio del cielo).
Nella profondissima antichità per gli abitanti della valle del Fiume Giallo - culla della civiltà cinese - l’eclissi era un evento magico in cui il cane celeste mangiava per qualche momento il sole. Da questo mito deriva il termine cinese ancora oggi usato per eclissi, «ri shi», sole/giorno mangiato. In realtà intorno alla metà del primo millennio avanti Cristo l’eclissi si spogliò ufficialmente dei suoi contenuti religiosi per diventare un fenomeno delicatamente politico. L’astronomo di corte era uno dei ministri più potenti alla corte dell’imperatore, perché aveva un ruolo pratico e ideologico.
L’esatta previsione degli eventi celesti era una guida importante per l’agricoltura, regolata a seconda delle piogge e dei venti stagionali, e per tutte le questioni militari strategiche: dove e quando dovevano muoversi gli eserciti, cercando di prevedere il loro maggiore alleato o nemico, il tempo. E l’esatta previsione dei fenomeni astrali dimostrava al popolo quanto l’imperatore avesse il perfetto controllo della situazione. Se prevedeva il cielo, avrebbe anche previsto gli eventi mondani.
Il vero punto di sfida, la prova cruciale degli astronomi era la previsione delle eclissi. Errori lievi in questo senso potevano segnare il destino di un astronomo o di un’intera scuola di astronomia, errori gravi avrebbero potuto gettare ben più di un’ombra sul regno del sovrano.
Fu un’eclissi, ad esempio, a segnare l’inizio della grande fortuna dei sacerdoti cattolici gesuiti sotto il regno cinese dei mancesi, nella dinastia dei Qing. Un compatriota dell’attuale papa Benedetto XVI, Johann Adam Schall von Bell di Colonia (1591-1666), riuscì a prevedere con precisione un’eclissi solare e questo gli guadagnò il posto di astronomo di corte e il permesso di costruire chiese in tutta la Cina e diffondere la fede cattolica nel Paese.
Oggi, in memoria di quell’eclissi, la sua tomba - insieme a quella del gesuita e matematico Matteo Ricci - è ancora preservata all’interno della Scuola del partito comunista di Pechino, segno che, al di là del colore politico, il contributo del cielo non può essere dimenticato nella storia di questo Paese.