Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi 21/07/2009, 21 luglio 2009
SINDACATI INDEBITATI FINO AL COLLO
Beccati in castagna. E ora devono restituire il maltolto. Il ministero della funzione pubblica guidato da Renato Brunetta, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, ha scoperto dopo una serie di verifiche incrociate che Cgil, Cisl e Uil, ma anche Rdb e Ugl, avrebbero utilizzato più permessi sindacali di quelli pattuiti. Fino ad accumulare per il solo 2007, anno a partire dal quale sono stati effettuati i controlli, quasi 6 milioni di euro di debito verso lo stato. Ogni volta che un delegato sindacale di un ufficio pubblico si allontana dal lavoro per riunioni, comitati centrali o direttivi per la propria sigla costa all’erario in media 19 euro ad ora. Ogni sindacato ha una quota di permessi orari a questo scopo garantiti e coperti. A disciplinare il come e quanto è un contratto del 1998. Il problema è che le organizzazioni hanno sforato il loro pacchetto di permessi. Insomma, i sindacalisti si sono assentati più del dovuto dal posto di lavoro. E c’è chi sospetta che non lo abbiano fatto per le riunioni degli organi collegiali previsti dal contratto, ma per riempire le sale di convegni messi in piedi dalla propria organizzazione, oppure per fare numero a un sit in locale o peggio ancora per sbrigare faccende personali. Ma al momento si tratta di illazioni, quello che è certo è che devono ripagare le ore di permesso ingiustamente godute. E Brunetta è deciso a far rientrare nelle tasche dello stato tutto il credito accumulato per il 2007, fino all’ultimo euro. Discorso analogo per il 2008, per il quale si vocifera che la cifra potrebbe arrivare a quota 10 milioni di euro.
Il sindacato che ha esagerato più di tutti risulta essere la Cgil di Guglielmo Epifani, che ha anche il numero più consistenti di permessi fruibili: il debito ammonterebbe-la definizione finale dovrebbe essere fatta nei prossimi giorni- a oltre 1,7 milioni di euro. Al secondo posto la Cisl: il sindacato di Raffaele Bonanni che supera gli 1,2 milioni di euro. Al terzo posto non la Uil ma la Rdb che avrebbe totalizzato 1,2 milioni. Mentre l’organizzazione di Luigi Angeletti dovrebbe restituire un milione tondo tondo. Poca roba invece per l’Ugl di Renata Polverini: meno rappresentativa delle altre sigle nella pa, ha poche migliaia di euro di debito.
Il settore più virtuoso risulta quello della scuola, che con il suo milione di dipendenti è anche il più corposo della pubblica amministrazione: addirittura ha utilizzato meno permessi di quelli che aveva in dotazione. Peccato che non si possano fare compensazioni con gli altri comparti. In particolare quello delle Agenzie fiscali, tra i più indebitati in proporzione ai dipendenti, seguito da regioni, enti locali e sanità. La richiesta di restituire il mal tolto, una sorta di messa in mora, arriverà probabilmente ad agosto. Brunetta dovrà indicare anche le modalità e i tempi di rientro del credito. Due le strade possibili: la restituzione in denaro contante oppure in tempo. In questo caso, per ogni ora di permesso ingiustificato, l’organizzazione potrà restituire un’ora di lavoro. Magari facendo fare ai propri iscritti gli straordinari. E la reazione dei sindacati? Michele Gentile, coordinatore dei settori del pubblico impiego della Cgil,commenta così la notizia a ItaliaOggi: «Siamo disponibili ad affrontare il nodo, ma il ministro non può pensare di presentarci il conto ex post, senza tra l’altro consentirci di fare le verifiche. Non possiamo far scontare al sindacato errori fatti a livello locale. C’è bisogno di trasparenza».