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 2009  luglio 20 Lunedì calendario

IL BUSINESS DELLE RIPETIZIONI


Sommersi dai debiti. No, non si tratta di soldi. O forse sì. Perché le lacune scolastiche degli studenti delle superiori pesano – e tanto – sulle tasche dei genitori, disposti a sborsare centinaia di euro pur di non far ripetere l’anno al figlio.
Da quando il saldo dei debiti è diventato vincolante per passare alla classe successiva sono tornate di moda le ripetizioni private: si spendono dai 15 euro per un’ora di italiano con uno studente universitario ai 40 euro per ripetere i teoremi di matematica insieme a un professore in pensione. Ma un’ora di lezione non basta per recuperare le insufficienze di un intero anno scolastico: «Servono almeno 15 ore – afferma Donatella Poselli, presidente dell’Unione genitori italiani – e nei casi più seri si arriva a 20 ore, che poi significa 10 lezioni da due ore».
Calcolatrice alla mano, quindi, un debito costa dai 230 ai 600 euro in base alla tariffa oraria dell’insegnante ma anche alla città, e chi ne ha due è costretto a spendere fino a mille euro in un’estate.
I primi dati del ministero dell’Istruzione parlano di un aumento degli studenti con debito rispetto all’anno precedente di 30mila unità: i "rimandati" del 2008/2009 sono 609mila; l’anno scorso, invece, erano stati 579mila. Cresce, di conseguenza, anche il business delle lezioni private, che supera i 200 milioni di euro, a carico delle famiglie. Il dato è calcolato stimando che non tutti gli studenti con debito si affidano alle ripetizioni private, e non per tutte le materie, ma solo per quelle più complesse (matematica in primis, ma anche latino, greco, italiano e inglese).
Il più alto tasso di alunni con debito si registra agli istituti tecnici (oltre 32%), seguiti dall’istruzione artistica (31%) e dagli studenti degli istituti professionali (circa 30%). Dovranno recuperare una o più insufficienze a settembre il 22% degli studenti del liceo classico e il 25% dei ragazzi dello scientifico.
Per i ragazzi promossi con debito, gli istituti scolastici organizzano lezioni di recupero, quando il budget lo permette.
«Non sempre le scuole riescono a mette in piedi i corsi di recupero – sottolinea Donatella Poselli ”, e quando lo fanno spesso si tratta di un ripasso generale del programma. Chi ha delle lacune, invece, ha bisogno di lezioni mirate, meglio se individuali». Ecco che allora si ricorre alle ripetizioni private, e ce n’è per tutte le tasche: dai neodiplomati agli universitari, dai "sissini" ai docenti di ruolo. «Il problema è che così si creano disparità: i più abbienti possono permettersi professori più esperti e più ore di lezione, mentre gli altri devono accontentarsi di poche ripetizioni con ragazzi senza molta esperienza».
Al mercato delle ripetizioni in nero da qualche anno si affianca anche l’offerta di veri e propri professionisti del recupero crediti scolastici: team di docenti pronti a colmare lacune in ogni materia, nati sulla scia dei corsi per gli universitari indietro con gli esami.
Un modo per far uscire dal sommerso questa attività sempre più diffusa ci sarebbe: le norme introdotte dal Dlgs 276/2003, modificate con la legge 33/2009, permettono di pagare il docente con il voucher, ossia il "buono" per il lavoro occasionale da 10 euro che include sia la quota da corrispondere al professore (7,5 euro) che quella per l’Inps 2,5 euro).