Francesca Padula e Franca Deponti, Il Sole 24 Ore 20/07/2009, 20 luglio 2009
L’ITALIA DEGLI STRANIERI GRANDE COME IL LAZIO
Sulla carta è molto più selettiva delle quattro (o cinque) sanatorie che l’hanno preceduta. Eppure, senza volerlo affatto, la regolarizzazione Maroni-Sacconi sarà ricordata per aver portato l’Italia multietnica a toccare il traguardo dei 5 milioni di stranieri regolari: una "regione" grande quasi come il Lazio. Un risultato involontario che sarà raggiunto nel 2010, accelerando il trend degli ultimi anni, e che di fatto avvicina la media nazionale delle presenze extraUe ai livelli di Francia e Germania.
Le previsioni del Viminale parlano di una regolarizzazione di 500mila rapporti di lavoro domestico (solo 300mila per la Ragioneria generale dello Stato), ma da più parti arrivano stime concordi sulla possibilità di superare i 700mila. A fare pressing non è solo il "popolo" del click day di dicembre 2007 che ha totalizzato 740mila domande di assunzione per 170mila posti, a cui se ne sono aggiunti altri 105mila (solo per colf e badanti) nel 2008. Gli immigrati per cui è stata fatta domanda nel 90% erano già impiegati "in nero" in Italia (e non all’estero come vorrebbe la legge Bossi-Fini) ma, finora, non sono nemmeno state esaminate pratiche sufficienti a coprire le quote.
Nel frattempo l’esercito dei lavoratori irregolari con contratto è cresciuto, non per gli ingressi via mare - su cui si accendono i riflettori dei media - quanto piuttosto per il costante ingresso degli immigrati con un visto turistico che si trattengono oltre i tre mesi permessi. Gli immigrati sbarcati non sono più a Lampedusa, ma in molti centri di accoglienza allestiti nel periodo dell’emergenza in tutta la Penisola, mentre quelli arrivati in autobus dall’Est o in aereo dal Sud America sono stati "collocati" nei cantieri e nelle campagne dal canale informale delle agenzie di connazionali. Così funziona il mercato del lavoro irregolare: i tassi di irregolarità sul totale degli abitanti sono più elevati nelle città del Nord (quote massime a Brescia, e comunque fra Lombardia occidentale ed Emilia, secondo l’ultima stima Ismu) perché anche il lavoro irregolare segue le aree a maggiore occupazione.
La scelta di sospendere gli effetti del reato di clandestinità, ancor prima che entri in vigore, (la sua efficacia sarà infatti rinviata al termine delle lunghe operazioni di sanatoria) è stata fortemente influenzata proprio da questa realtà: un gran numero di clandestini con contratto di lavoro (da 500mila a un milione) nei confronti dei quali sarebbe realisticamente impossibile pensare a processi davanti ai giudici di pace con conseguenti condanne ed espulsioni di massa.
Un’operazione dovuta, quindi, la regolarizzazione. Che ha chiaramente ha i suoi risvolti economici. Se la dovesse far emergere effettivamente 700mila colf e badanti straniere, lo Stato incasserebbe prima di tutto 350 milioni di euro per il forfait-emersione - 500 euro persona una tantum -, a cui vanno aggiunti oltre 1,2 miliardi per contributi versati all’Inps in un anno e imposte pagate al Fisco sempre in un anno. Il tutto ipotizzando uno stipendio medio tra colf e badanti di circa 780 euro al mese (dati Ismu rivalutati: si vedano i servizi pubblicati sul Sole 24 Ore del 2 giugno 2008). Ai quasi 1,6 miliardi così raggiunti andrebbe poi sommata una cifra variabile tra 56 e 140 milioni, a seconda che il permesso di soggiorno venga fatto pagare 80 al minimo o 200 euro al massimo.
Naturalmente dagli incassi vanno sottratti i costi dell’intera operazione, oltre a quelli dovuti all’estensione di assistenza sanitaria e welfare ai nuovi stranieri regolari (si vedano anche le stime della ragioneria generale dello Stato sul Sole 24 Ore del 17 luglio scorso). poi chiaro che se la regolarizzazione si aprisse anche ad altre categorie di lavoratori i conti lieviterebbero. Un’eventualità, quest’ultima, per ora irrealistica: l’emendamento al Dl anti-crisi che contiene la "cornice" dell’invio telematico di settembre si riferisce esclusivamente all’emersione di colf e badanti. arrivato all’inizio della scorsa settimana, deludendo quanti si aspettavano e si aspettano (si veda l’articolo a fianco) un’emersione più vasta possibile di tutti gli stranieri senza permesso di soggiorno che hanno già un lavoro.