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 2009  luglio 17 Venerdì calendario

BUCO DA 166 MILIARDI PER GLI STATI USA

La California farà scattare forse 15 miliardi di tagli di spesa, per un terzo nella pubblica istruzione. Oltre ad affidarsi a piccoli trucchi contabili quali far slittare di un mese gli stipendi pubblici, dal giugno al luglio 2010, perché cadano nel prossimo anno fiscale. Il Connecticut, invece, ha messo mano a un elenco di proprietà da vendere al più presto: da edifici pubblici a un vecchio sanatorio convertito in località di villeggiatura.
I provvedimenti d’emergenza in preparazione nei due stati americani - il più popoloso e uno tra i più piccoli - non sono un’eccezione. Sono il campanello d’allarme della crisi fiscale che scuote sempre più l’America profonda. Che da una costa all’altra colpisce anche stati finora risparmiati, come l’Alaska. E che minaccia semmai di peggiorare, con l’economia schiacciata tra recessione e anemica ripresa. All’ultimo conto il Center on Budget and Policy Priorities ha trovato che, nell’anno fiscale cominciato a luglio, ben 48 dei 50 stati dell’Unione hanno cercato o stanno tuttora cercando disperatamente di sanare deficit per un totale di ben 166 miliardi di dollari, pari a quasi un quarto dei loro budget.
Due terzi delle capitali hanno adottato budget di austerità - tagli di spesa o nuove tasse - per affrontare i crescenti passivi. Ma nuovi buchi per almeno 23 miliardi sono già riapparsi in almeno 12 stati. Nel prossimo anno fiscale, che scatterà nel luglio 2010, il centro di ricerca avverte che il disavanzo complessivo potrà salire facilmente a 180 miliardi. Con il passivo totale che, nell’arco dei prossimi due anni e mezzo, potrebbe superare i 350 miliardi.
La California ha davanti a sé il compito più arduo: per chiudere un "buco" da 27 miliardi, che ha già spinto lo stato a emettere cambiali, il governatore Arnold Schwarzenegger e il parlamento hanno trattato ieri a oltranza sugli ultimi dettagli. Sommando a una nuova intesa precedenti accordi, il totale del deficit che è impegnata a sanare quest’anno è di 53,7 miliardi, pari al 58% del totale del budget. La California non è però sola nel dramma. Il Connecticut si è trovato con un buco da 4,1 miliardi quest’anno (il 23% del budget) e si aspetta un passivo di altri 4 miliardi l’anno prossimo. Tra i salvagenti fiscali considerati c’è la vendita immediata di proprietà statali per 112 milioni, a cominciare dal Seaside Regional Center a Waterford che un tempo serviva a curare, invece dei conti, la tubercolosi.
Ai due stati, nella classifica della finanza pubblica più disastrata negli Usa, se ne aggiungono altri. Il bilancio dell’Arizona si è trovato a far fronte a un passivo da quattro miliardi, equivalente al 41% del suo budget. Il Nevada ha dovuto decidere tagli - e sta considerando nuove tasse - per chiudere un passivo da 1,2 miliardi, il 38% del budget. L’Illinois per ora ha deciso di far leva sull’indebitamento e rinvii di pagamenti per reperire quasi sette miliardi, oltre che su risparmi per oltre tre miliardi. Il suo passivo nell’anno iniziato è pari a 9,2 miliardi, il 33% del budget.
La lista prosegue: New York ha sofferto bruschi cali nella raccolta fiscale, inaridita dai terremoti a Wall Street, che hanno causato un passivo di 17,9 miliardi, il 32% del budget. L’Alaska ha accumulato un disavanzo pari a 1,35 miliardi, il 30%: a danneggiare i conti è stata la flessione dei prezzi petroliferi. Il New Jersey, vittima a sua volta della crisi di Wall Street oltre che del settore del gioco d’azzardo ad Atlantic City, ha fatto i conti con un passivo di 8,8 miliardi pari al 30% del bilancio. La classifica delle emergenze fiscali è completata dall’Oregon, con 4,2 miliardi di disavanzo (il 29% del budget), dal Vermont, 278 milioni (25%) del budget e da Washington, con 3,6 miliardi pari al 23% del bilancio.