varie, 20 luglio 2009
LA GUERRA DELLE TV, PER VOCE ARANCIO
Nel 2008 i ricavi di Sky Italia hanno superato per la prima volta quelli di Rti (Mediaset): 2.640 milioni di euro contro 2.531 (dalla relazione del presidente dell’Authority per le comunicazioni, Corrado Calabrò, al Parlamento. Con le correzioni apportate in seguito, il sorpasso in realtà c’era già stato nel 2007, sia pure di soli 11 milioni).
« soltanto l’inizio» (James Murdoch, presidente di Sky Italia).
«Prendiamo atto. L’importante è fare gli utili» (Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset).
Se si guarda al margine operativo lordo, in effetti c’è ancora molta distanza tra i due grandi operatori privati: nel 2008 Rti ha dichiarato 1.295 milioni di euro (più 9,8% sul 2007), Sky Italia, che spende fra l’altro parte del ricavato per trasmettere i programmi di Rai e Mediaset, 466 milioni (più 30%). L’unico margine in calo è quello della tv pubblica: la Rai è passata da 832 a 673 milioni.
Calabrò: lo scenario televisivo nazionale adesso «è dominato da tre soggetti comparabili: Mediaset è leader nella pubblicità e nuovo concorrente nelle offerte a pagamento, Sky è di gran lunga leader nella pay tv e nuovo concorrente nella pubblicità, Rai mantiene le posizioni attraverso una quota di rilievo nella pubblicità e prelevando le risorse residue dal canone».
Principali entrate dei tre operatori: la Rai con il canone incassa 1.603 milioni di euro, Rti con la pubblicità 2.165 milioni, Sky con gli abbonamenti 2.373 milioni (dati 2008).
Nella sfida tra i due principali gruppi privati, fra tv generalista e tv a pagamento, ha fatto molto rumore la scorsa primavera il caso Fiorello. Dopo anni di tv (e radio) pubblica il popolare showman è approdato su Sky. Dal 2 aprile al 20 giugno la tv satellitare ha trasmesso il suo spettacolo in prima serata. Show semplicissimo: Fiorello in scena tre volte a settimana, per due mesi e mezzo, in un Palatenda costruito apposta in piazzale Clodio a Roma. In platea, 2.500 persone. In tv una media di mezzo milione di spettatori a puntata.
Viva Radio2... minuti con Fiorello, in prima serata su Raiuno tra gennaio e febbraio 2008, ebbe 9.131.000 spettatori. stato il programma più seguito del 2008.
Per comprendere meglio il risultato del Fiorello Show sulla pay tv bisogna considerare che su Sky un film di successo raggiunge in media 450 mila spettatori, un telefilm molto seguito ne raccoglie all’incirca 300 mila, la stragrande maggioranza dei programmi proposti dai 170 canali ha numeri nell’ordine delle decine di migliaia.
Sabato 7 marzo Mike Bongiorno, volto storico delle tv Mediaset ma anche amico di Fiorello e suo partner in una serie di spot pubblicitari, è apparso su Sky per lanciare il nuovo programma. Alla fine del 2008 non gli era stato rinnovato il contratto con Mediaset.
Nella primavera 1980, dopo un lungo corteggiamento, Bongiorno aveva accettato l’offerta di Silvio Berlusconi ed era passato dalla Rai a Mediaset. Compenso: 600 milioni di lire all’anno contro le 900.000 che la tv pubblica gli dava per ogni puntata di Flash. «Nel 1980 abbiamo iniziato a fare sul serio ed è stato un terremoto».
Ora il terremoto rischia di interessare la stessa Mediaset e la Rai. Con la crescita di Sky e con una diversa distribuzione degli ascolti, molto potrebbe essere rimesso in discussione: la tv generalista, la tv commerciale, la qualità della programmazione, i contratti delle star (trattenerle, con la concorrenza di Sky, costerà di più).
Campagna acquisti di Sky nella tv d’intrattenimento: Mike Bongiorno (contratto di un anno, probabilmente per un telequiz), Lorella Cuccarini per il talent show Vuoi ballare con me?, Afef Jnifen per un talk show, il Mago Forest, l’attore Fabrizio Bentivoglio (protagonista del film in due puntate L’ombra di Satana). Forse Adriano Celentano.
Cuccarini: «I soldi? Non sono tutto, ma a Sky pagano bene».
Sky Italia, pay tv satellitare, è nata il 31 luglio 2003. Fa capo al 100% alla News Corporation di Rupert Murdoch, il magnate australiano dell’editoria e della televisione che dopo gli inizi nel Paese d’origine ha dato vita a un colosso dei media con attività nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in altre parti del mondo. Nel settore tv fanno parte del gruppo la britannica Sky e l’americana Fox. Fatturato 2008 di News Corp: 32,996 miliardi di dollari.
Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, sul confronto con il gruppo Murdoch: il nostro fatturato è pari al loro utile.
Ricavi netti consolidati del gruppo Mediaset (attività in Italia e Spagna): 4.082,1 milioni di euro nel 2007. Utile netto 506,8 milioni. Quotato in Borsa dal 1996: Fininvest azionista di riferimento (con il 38%). Il 12 marzo il titolo ha toccato il minimo storico, poco sotto i 3 euro per azione. Sul medio periodo ha fatto meglio dell’indice Ftse/Mib: negli ultimi dodici mesi -3,39% contro -5,26%.
Studi. Per Media Consulting, alla fine del 2010 Sky diventerà il primo operatore televisivo per introiti complessivi. Secondo Media Italia nel 2012 le sei reti tradizionali (Rai e Mediaset) potrebbero avere uno share più basso di circa 10 punti rispetto a oggi, passando dall’82 al 72%.
Abbonati a Sky Italia: 4,8 milioni (a marzo 2009, ultimo dato disponibile), 2,9 milioni in più rispetto al lancio sul mercato italiano, quando assorbì Stream e Telepiù e ne ereditò gli abbonati.
La piattaforma digitale di Sky comprende oltre 170 canali tematici e pay per view. Lo share medio ha raggiunto il 9%. Domenica 18 gennaio ha toccato il record nelle 24 ore: 11,18% (dati Auditel).
La relazione del presidente dell’Agcom fa intravedere anche un cambio di rotta nel business della tv. Nel 2008 i ricavi pubblicitari (3.929 milioni di euro) sono diminuiti dell’1% rispetto all’anno precedente, mentre la componente a pagamento (2.671 milioni) è aumentata del 12%.
Gli introiti pubblicitari per Sky contano appena per il 7% rispetto al fatturato complessivo, per Mediaset rappresentano l’80% e per la Rai il 40. Una diminuzione generalizzata della pubblicità penalizza dunque maggiormente le due televisioni generaliste.
Gli spot Rai e Mediaset nel 2002 valevano il 51% degli introiti tv, oggi sono calati al 38%.
La crescita degli ascolti di Sky allarma Mediaset e Rai perché, su base annua, ogni punto di share perso o guadagnato vale circa 50 milioni di euro di raccolta pubblicitaria.
Rai e Mediaset si stanno difendendo: hanno creato insieme (entrambe al 48%, poi c’è Telecom Italia Media, editore di La7 con il 4%) una società, Tivù srl, che opera con due marchi, Tivù e Tivù Sat. Il primo ha il compito di promuovere il digitale terrestre, l’altro di replicare in chiaro via satellite tutta l’offerta televisiva digitale terrestre non a pagamento (le sei attuali reti principali, più altro ancora). Debutto inizialmente previsto per giugno, ora si parla di fine luglio.
«Guerra è una parola grossa: è concorrenza. La concorrenza è il sale dell’economia» (Confalonieri a chi gli chiedeva se la piattaforma Tivù aprisse un nuovo fronte nella sfida della tv generalista a Sky).
Trasmessi da Tivù Sat, Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, Canale 5, Rete 4, Italia 1 sarebbero così sottratti a Sky, che attualmente li trasmette in chiaro (secondo Confalonieri quattro abbonati Sky su dieci usano il satellite per vedere questi canali). Il contratto che lega la Rai a Sky per la trasmissione dei canali generalisti della tv pubblica scade il 31 luglio.
La Sardegna è stata la prima regione in cui si è effettuato il passaggio completo dalla trasmissione analogica a quella digitale terrestre (entro il 2012 il cambiamento dovrà interessare tutta l’Italia). Ogni famiglia ha dovuto acquistare un decoder (diverso da quello per le trasmissioni satellitari) per vedere i canali Rai, Mediaset e altro. Qualche conseguenza negli ascolti: a fronte di un dato nazionale complessivo di tenuta delle sei reti principali intorno all’82,5% (giorno medio, autunno 2008), nell’isola col digitale terrestre il cosiddetto duopolio è sceso tutto insieme sotto il 75% (dati dal 2 al 23 novembre 2008).
Alla fine di febbraio si sono intensificate le voci di un possibile ingresso di News Co in Telecom Italia. L’interesse di Murdoch sarebbe motivato anche dal fatto di poter contare, in questo modo, sulla tecnologia del futuro, e cioè la banda larga. Dal 2011 l’Antitrust europeo consentirà a Sky di scendere dal satellite e la trasmissione tv via cavo potrebbe rivelarsi la più efficace e redditizia.
Anche Mediaset allarga l’offerta del canale di trasmissione e punta su internet: «Da gennaio buona parte di Canale5, Rete4 e Italia1 sarà in onda anche sul web. Il core business resta la tv, ma non possiamo dimenticare l’online. Oltre agli investimenti nel digitale terrestre i prossimi mesi saranno caratterizzati anche da necessari investimenti sul web» (Pier Silvio Berlusconi, presidente e amministratre delegato di Rti).
Dopo aver lanciato Mediaset Premium, l’offerta a pagamento del gruppo, la tv di Pier Silvio Berlusconi punta ai contenuti: ha strappato alla concorrenza di Sky i film Universal, Warner, Disney e alza il prezzo per il catalogo delle pellicole di Medusa, la corporation cinematografica del gruppo.
La partita decisiva tra Rai, Mediaset e Sky si giocherà nel 2010, con la vendita collettiva dei diritti del calcio (oggi ogni club vende in via autonoma alle piattaforme tv i diritti sulle proprie gare). Chi se li aggiudicherà avrà buone probabilità di vincere anche la guerra della tv.
Attualmente Sky ha la più vasta offerta di calcio a pagamento (oltre al campionato italiano, i principali tornei europei). Mediaset Premium, sempre a pagamento sul digitale terrestre, propone soltanto alcune squadre. La7 Carta Più (ceduta da Timedia-Telecom durante la scorsa stagione a Dahlia, controllata dalla svedese Air Plus) le partite del campionato di serie B. Rai e Mediaset trasmettono invece in chiaro i momenti salienti delle partite. In particolare, la Rai ha pagato 27,5 milioni di euro per il 2008-09 e 28 milioni per il 2009-10 per gli ”highlights” di serie A (in esclusiva nella fascia 13.30-22.30) e B (esclusiva fino alle 20.30) e i diritti radiofonici (in esclusiva). Dopo le 22.30 la Rai divide i diritti tv con Mediaset (che ha pagato 9 milioni) e Sportitalia, che ha l’esclusiva della B tra le 20.30 e le 22.30).
Per trasmettere il calcio, nel 2007 Sky ha speso 700 milioni di euro: la metà del denaro investito per l’acquisizione di diritti, produzioni, macchina organizzativa ecc. Nel 2008, 501 milioni per la sola serie A in esclusiva. Si calcola che nel 2010, con la vendita collettiva dei diritti tv, le società di calcio potrebbero portare a casa oltre un miliardo di euro.