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 2009  luglio 17 Venerdì calendario

RIFORMISTA UN 2008 A OSTACOLI


Diffonde, in media, 6.500 copie al giorno (3.700 in edicola), ha una raccolta pubblicitaria, a cura di Visibilia, «non del tutto soddisfacente, distante dalle aspettative», e ha chiuso il 2008 con un utile molto piccolo, di 4.500 euro. Tuttavia Il Riformista ha trovato un caprio espiatorio su cui gettare le responsabilità dei suoi risultati. Paolo Franchi, l’ex direttore del quotidiano, sostituito nel marzo 2008 da Antonio Polito. «Nel 2008», si legge nella relazione al bilancio della Edizioni Riformiste, società cooperativa che ha in affitto la testata Il Riformista (di proprietà di Tosinvest editore srl, cioè la famiglia Angelucci), «c’è stata la delicata questione relativa all’uscita del precedente direttore editoriale Paolo Franchi. L’uscita del direttore ha avuto una evidente ripercussione economica, con un aumento dei costi del personale, inizialmente non previsti, che hanno inciso sul risultato economico finale». Ma quanto è costato l’addio di Franchi? La risoluzione del contratto, dicono in bilancio, «è avvenuta su base consensuale, ed ha comportato un costo di 890 mila euro, comprensivo degli istituti contrattuali accessori e di un una tantum». Ecco qua, 890 mila euro per Franchi in una società che nel 2008 ha avuto ricavi per vendite pari a 1.127.625. Cioè, poco più della liquidazione versata all’ex direttore.

A prescindere, comunque, dalle vicende personali, si può dire che la scommessa di un Riformista generalista, lanciata il 20 ottobre 2008, sia, al momento, andata perduta. Per questioni contingenti (crisi della pubblicità e dei quotidiani nel loro complesso), e forse anche per mancanza di un reale mercato di lettori. L’ultimo trimestre 2008, quello in cui Il Riformista è uscito con 32 pagine (prima erano otto), full color, a 40 mila copie di tiratura (contro le 18 mila precedenti), ha visto «i ricavi da vendite su del 66%, quelli pubblicitari a +95%». Ma, d’altro canto, c’è stata la crescita dei costi della carta (+100%), la campagna pubblicitaria da 803 mila euro, i costi tipografici in salita dell’82%, quelli di trasporto a + 66%. Per non parlare del boom dei costi del personale e delle collaborazioni giornalistiche esterne (+95%).

In un anno al Riformista sono arrivati Polito, poi due nuovi vicedirettori (Ubaldo Casotto e Marco Ferrante), oltre a firme pesanti come Giampaolo Pansa, Giuseppe Caldarola, Andrea Romano e Piero Sansonetti, e a una infornata di otto praticanti. La voce «salari e stipendi», quindi, è schizzata in su del 33% nel 2008 sul 2007, mentre i costi del personale sono saliti del 51%.

Il nuovo corso, con nuova sede prestigiosa in via delle Botteghe Oscure a Roma, avrebbe dovuto essere sostenuto da vendite più corpose e da una raccolta pubblicitaria altrettanto dinamica. Ma la crisi ha colpito duro. Già da gennaio le 32 pagine sono scese a 24.

Chiusi i centri di stampa a Catania e Vicenza (restano attivi a Bari, Roma e Milano), per la seconda metà del 2009 la parola d’ordine sarà «ridurre le spese», anche a costo, si legge in bilancio «di assumere difficili decisioni editoriali».

La pubblicità, come detto, non sta dando una grossa mano. Nel 2008 la raccolta si è attestata a poco più di un milione di euro (+28% sul 2007), ma il lavoro di Visibilia, secondo il management del Riformista, «non è del tutto soddisfacente, distante dalle aspettative, e con un -29% rispetto al budget previsto nel 2008. Anche nel 2009 si resta al di sotto delle previsioni di budget».

La struttura di ricavi del Riformista, oltre agli 1,1 milioni da vendite, conta su 2.530.639 mln di contributi per l’editoria, di un mln di raccolta pubblicitaria, e di 3,8 milioni messi a bilancio come «valorizzazione di ramo di azienda», giustificati dal fatto che «il programma editoriale prevede un notevole sforzo che porterà nel medio termine ad accrescere la diffusione del quotidiano e il valore della testata». Questi 3,8 mln rimangono, tuttavia, dei ricavi virtuali.

Interessante, infine, qualche dettaglio sull’organico giornalistico e i relativi costi. Al Riformista lavorano un direttore, quattro vicedirettori, due capiservizio, sette redattori, due redattori a tempo determinato, otto praticanti, due ”articolo 2”, per un totale di 26 giornalisti. Età media 36 anni, costo medio aziendale (esclusa la direzione) di 40 mila euro annui.

I collaboratori fissi sono saliti da 12 a 19, con compensi medi a pezzo di 150 euro. Poi ci sono i collaboratori esterni (un parco di 160 giornalisti) che scrivono in maniera più saltuaria. A loro i pezzi vengono pagati 50-80 euro.