Valerio Cappelli, Corriere della Sera 17/07/2009, 17 luglio 2009
«Con Lelouch l’amore è finito Divorzio dopo 16 anni insieme» - Alessandra Martines oggi è una donna di 45 anni resa più bella dal tempo
«Con Lelouch l’amore è finito Divorzio dopo 16 anni insieme» - Alessandra Martines oggi è una donna di 45 anni resa più bella dal tempo. un’altra persona da quando ballava nei varietà tv o era étoile con Roland Petit. Più tardi assunse una certa aria fredda che poteva creare distacco e ha perso anche quella. Ha sofferto: «Sto divorziando». Il marito è il regista Claude Lelouch, 71 anni, da cui ha avuto la figlia Stella. E adesso? «Se non lascerò Parigi, forse tornerò a vivere a Roma. Mi sento molto italiana. In Francia faccio cinema, non vedo perché non potrei farlo nel mio Paese. Il mio ultimo film qui fu Amnèsia di Salvatores». A Parigi passa da film claustrofobici come Panico di Richard Anconina dov’è «un’apicultrice testa matta», a film storici come La regina e il cardinale di Marc Rivière, la vera storia d’amore tra il cardinale Mazzarino e Anna d’Austria, vedova di Luigi XIII. «Ci sono storici che dicono che lui la manipolò per il potere, altri sostengono che ne era innamorato ed è la tesi che sposiamo noi. Lui era l’uomo di fiducia di Richelieu, poteva essere un’altra serpe in seno a corte. Fu abile a sedurla». Come mai le capitano tanti film in costume? «Mi scelgono grazie al mio passato di ballerina classica, portare abiti del ”600 è faticoso, ti ritrovi coi bustini che ricordano quelli del tutù con le stecche e richiamano un certo allure». Ecco, Alessandra ogni venti parole ne tira fuori una in francese e ammette che deve guarire da questo vezzo: «Anche mia madre mi rimprovera». Ma la sincerità con cui racconta il suo dolore la riscatta da tutto: «Un divorzio è sempre doloroso, la cosa più importante è proteggere mia figlia dandole equilibrio, vengo da una famiglia molto unita, molto italiana, Stella adora i nonni » . Perché è finita con Lelouch? «Quando c’è una grande dose di egocentrismo, che alla fine diventa egoismo, non c’è più spazio per nessuno. Io sono durata fin troppo, basta vedere il curriculum, tra virgolette, delle donne che ha sposato». Lelouch ha avuto sei figli da quattro donne, il record di durata è di sei anni. «Io sono stata sua moglie per sedici anni. E non mi sono sposata per divorziare, venendo da una famiglia che crede in certi valori, i miei stanno insieme da sempre». «Con la crisi coniugale, hai l’impressione di conoscere per la prima volta una persona che vedevi in modo diverso, tutti gli aspetti più volgari e negativi vengono fuori durante il divorzio e si rimane sgomenti. Ho fede, mi sento protetta da lassù, credo molto nella Madonna, si vede che è un percorso attraverso cui dovevo passare. Io l’ho sempre difeso. A Parigi mi hanno invitata in tv, dovevo parlare del mio libro di fiabe, Contes pour Stella , i cui proventi vanno in beneficenza all’Unicef francese, e invece il conduttore che ha uno stile aggressivo ha cominciato a attaccare mio marito. In Francia in molti lo accusano di essere arrogante e ripetitivo, di non essere sincero, di cercare di rifare sempre lo stesso film. L’ho difeso a spada tratta anche lì. Avevo un progetto con Gérard Depardieu, alla prima riunione si presentò col casco in mano e il giubbotto di pelle nera, cominciò ad attaccare Claude. Non posso lavorare con chi lo attacca, risposi, e me ne andai». Che cosa ha imparato nella crisi? «Che quello che non ti uccide ti rafforza». Ci sono altre persone fra voi due? «Da parte mia, no». Da parte di suo marito? «Sì, c’è una donna con cui si è fatto fotografare al Festival di Cannes». Alessandra ha finito tre fiction in Italia: per Mediaset L’onore e il rispetto e il seguito di Caterina e le sue figlie ; per la Rai un episodio di Rex: «Mi sono divertita tanto, mia figlia adora Rex». La Francia le ha dato premi, il presidente Sarkozy (marito di Carla Bruni che è sua cugina di secondo grado) l’ha nominata Cavaliere dell’Ordine del Merito». Ma ha tanta voglia di cinema italiano: «Mi piacciono Gabriele Muccino e Paolo Sorrentino che ho conosciuto a Cannes ». Ha scritto un film: «Si intitola Piccole imperfezioni ,un dramma psicologico che parla di allucinazioni sensoriali e di transfer. Quando verrà il momento, lo interpreterò e sarà anche il mio debutto da regista». Si è parlato di Sean Penn come protagonista. «Gli avevo scritto che avevo l’idea di una storia cucita su di lui. Mi ha risposto: se mi piace la sceneggiatura, perché no? L’ho raggiunto in Alaska sul set di Into the wild . A Sean piacciono le sfide, è uno che ti mette alla prova. Improvvisamente mi ha fatto girare inquadrature di paesaggi e del protagonista Emile Hirsch nel bus della scuola. Era un test». Esame superato: «Quelle scene sono rimaste nel film. Alla fine ha rinunciato per motivi personali». La danza è il suo mondo d’origine. Da ragazzina ballò con Nureyev. «A Washington, alla sua coreografia del Don Chisciotte, a un certo punto doveva lanciare la chitarra al corpo di ballo, ma quella sera era di umore nero e la lanciò con tutta la forza all’indietro colpendo alla fronte una ballerina. Era generoso, virile sul palco. Un maestro anche degli eccessi». Se riesce ad affrontare la burrasca del divorzio senza smarrirsi nel labirinto del dolore, è grazie alla disciplina della danza.