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 2009  luglio 17 Venerdì calendario

Curzio Malaparte doppiogiochista per gli americani - Curzio Malaparte doppiogiochista degli americani

Curzio Malaparte doppiogiochista per gli americani - Curzio Malaparte doppiogiochista degli americani. noto che lo scrittore tosca­no dedicò La Pelle al colonnello statuni­tense Henry Cumming, il cui intervento fu decisivo la notte del 22 marzo 1945 per farlo scar­cerare da Poggioreale, e ai soldati americani «morti inutilmente per la libertà d’Europa». Ma quest’indi­zio, risalente al 1949, pur citato nelle biografie di Giordano Bruno Guerri ( L’arcitaliano, Bompiani, 1980) e di Giuseppe Pardini ( Curzio Malaparte. Bio­grafia politica, Luni editrice, 1998), non aveva porta­to a ulteriori sviluppi. Ora un saggio dello storico Mauro Canali, che uscirà sul numero della rivista «Nuova Storia Contemporanea» in edicola e in libre­ria da mercoledì 29 luglio, aggiunge inediti elemen­ti alla tormentata e rocambolesca vita di Malaparte (1898-1957), tali da far leggere in una luce nuova il periodo che va dal 1939 al 1947. Il colonnello Cumming, come ha scritto Guerri, era morto il 10 luglio 1945 «per un fulmineo attacco di paralisi infantile», una perdita che aveva mol­to addolorato l’autore di Kaputt. Ma c’era un altro amico ameri­cano che era stato determi­nante nella vita di Malapar­te: si chiamava Percy Win­ner, era stato corrispondente da Roma per l’Associated Press tra il 1925 e il 1928 e poi, dal 1939 al 1941, era tornato nel­la capitale italiana come respon­sabile dell’International News Ser­vice del gruppo Hearst. Come di­mostrano gli interessanti documen­ti trovati da Mauro Canali ai Natio­nal Archives di Washington e all’Ar­chivio centrale dello Stato a Roma, Winner, soprattutto durante il suo se­condo soggiorno, accanto all’attività di corrispondenza svolgeva un lavoro di in­telligence per l’ambasciata americana. La polizia fasci­sta lo sapeva, o comunque lo sospettava fortemente, e faceva sorvegliare il corrispondente da un suo colla­boratore, il giornalista Camillo De Ritis. Una nota del­la questura romana lasciava intendere quanto fosse marcato a vista: «Il Winner in questi ultimi tempi si mostra eccessivamente riservato e circospetto anche nel proprio ufficio, ciò che lascia maggiormente a du­bitare sulla sua attività». A fugare i dubbi residui, l’an­tifascismo dell’americano era testimoniato da un al­tro spione che frequentava la sala stampa estera, il li­tuano Felice Matanzan Link. Questa vicenda di spionaggio e controspionag­gio in Italia durante i primi anni di guerra si fa an­cora più interessante quando si scopre che il princi­pale informatore di Winner, entrato poi negli effet­tivi dell’Owi, Office of War Information, uno dei ra­mi dei servizi segreti americani, altri non era che Curzio Malaparte. Il «maledetto toscano», fascista della prima ora, poi dissidente, giornalista di successo tenuto sotto controllo dalla polizia politica del regime, infine an­tifascista e collaboratore dell’«Unità» nel dopoguer­ra (una delle ultime foto lo ritrae con Palmiro To­gliatti), aveva collezionato più di un arresto: uno nel 1933, per disaccordo con il fascismo, un altro il 22 novembre 1943 per motivi opposti: il Cic, Coun­ter Intelligence Corps, lo aveva tenuto prigioniero sino al 30 novembre con l’accusa di essere stato «il collegamento tra il conte Ciano e i greci sino a quan­do l’Italia cominciò l’invasione della Grecia». «Da al­lora – scrive Canali – Malaparte iniziò la sua colla­borazione con il Pbs, riferendo settimanalmente al colonnello Henry Cumming». Cioè cominciò a colla­borare con il controspionaggio americano. Ma c’è un sorprendente documento, riferito all’arresto del novembre 1943, che ci fa retrodatare la collaborazio­ne di Malaparte con gli Usa di quattro anni. Venuto a sapere dell’arresto, Percy Winner, ormai responsabile per l’Europa dell’Owi, scrisse da New York «una concisa e significativa nota» indirizzata al quartier generale delle forze alleate nel Mediterra­neo per scagionare il geniale amico italiano: «L’ho conosciuto e frequentato in Francia e in Italia negli ultimi 19 anni. Dando informazioni attraverso la mia persona alle autorità americane, il suo antifascismo è sicuro, sulla quale cosa posso testimoniare sotto giuramento. Questa sua attività si svolse specialmen­te tra il 1939 e l’estate del 1941. William Phillips, allo­ra ambasciatore a Roma, può attestare la grande importanza delle informazioni militari e politiche fornite da Malaparte, attraverso me, all’ambascia­ta ». La data di questa dichiarazione, finora sco­nosciuta, è del gennaio 1944, quando Malaparte era ormai libero. Ma è molto importante oggi ai fini della ricostruzione biografica. Basta l’amicizia con Winner a spiegare la col­laborazione di Malaparte con i servizi segreti Usa? Secondo Canali nel doppiogiochismo dello scritto­re toscano c’è un motivo anche politico. Malaparte faceva parte dell’entourage del ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, di cui erano ben noti i sentimenti antitedeschi e i pessimi rapporti con il suo collega Joachim von Ribbentrop da quando questi gli aveva comunicato nell’agosto 1939 la decisione unilatera­le della Germania di invadere la Polonia. Nel 1947 Winner pubblicò un romanzo autobio­grafico intitolato Dario. A Fictitious Reminiscence. Il personaggio principale del libro, Dario Duvolti, al­tri non era che Curzio Malaparte, di cui si racconta­vano estro e propensione al doppio gioco. Lo scrit­tore toscano ne fu molto irritato e scrisse dure lette­re di protesta ai giornali americani che avevano re­censito il romanzo dell’ex amico, senza peraltro ot­tenerne la pubblicazione.