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 2009  luglio 17 Venerdì calendario

Affonda nella procedura prima di comincia­re nel merito, per un «difetto di legittimazione passiva» in Tribunale, l’ultima puntata (in ordine di tempo) della sfida tra le due nipoti del composito­re Giacomo Puccini: o meglio tra quella riconosciuta, Simo­netta Puccini, nata Giurumel­lo, e l’altra presunta, Nadia Manfredi, figlia di Antonio, che asserisce nato dall’unione tra il compositore viareggino e la sua storica amante Giulia Manfredi

Affonda nella procedura prima di comincia­re nel merito, per un «difetto di legittimazione passiva» in Tribunale, l’ultima puntata (in ordine di tempo) della sfida tra le due nipoti del composito­re Giacomo Puccini: o meglio tra quella riconosciuta, Simo­netta Puccini, nata Giurumel­lo, e l’altra presunta, Nadia Manfredi, figlia di Antonio, che asserisce nato dall’unione tra il compositore viareggino e la sua storica amante Giulia Manfredi. Nadia Manfredi chiedeva al Tribunale di Milano di essere riconosciuta discendente natu­rale in linea retta di secondo grado del compositore, e pun­tava all’eventuale riesumazio­ne del corpo del musicista e del presunto figlio illegittimo Antonio Manfredi per effettua­re il test del Dna. Nella causa sarebbe potuto entrare anche il film del regi­sta Paolo Benvenuti «Puccini e la fanciulla», nei cui preparati­vi erano stati trovati in un vec­chio baule documenti che per Nadia Manfredi confermavano che suo padre Antonio fosse stato il figlio naturale concepi­to da Giulia Manfredi con Gia­como Puccini, nato nel 1923 (un anno prima della morte del compositore), poi abbando­nato a Pisa dalla madre che non lasciò mai Torre del Lago, e infine morto a Viareggio nel 1988 dove era portiere d’alber­go. Ma la nona sezione civile (Gloria Servetti, Nadia Dell’Ar­ciprete e Enrica Manfredini) non è entrata nel merito della causa, accogliendo in via preli­minare l’eccezione di difetto di legittimazione passiva. In so­stanza, la possibilità di indivi­duare negli «eredi degli eredi» la controparte di una azione di accertamento della paternità «è stata esclusa dalla Cassazio­ne nel 2005»: in caso di morte dei genitori, possono essere chiamati in causa gli eredi, non gli eredi degli eredi. E an­che «i dubbi sulla illegittimità costituzionale della norma – nella parte in cui non prevede, in caso di morte sia del genito­re sia degli eredi diretti, la pos­sibilità per colui che voglia fa­re accertare la paternità natura­le di agire comunque nei con­fronti degli eredi degli eredi’ sono stati dichiarati manifesta­mente infondati due volte dal­la Consulta nel novembre 2008 e nel marzo 2009».