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 2009  luglio 17 Venerdì calendario

Costanzo: torno in Rai dal 2010 con un talk show in prima serata - Allora, Costanzo, che succede? vero che torna in Rai? «La trattativa è in fase di avanzata preparazione e spero si concluda pre­sto

Costanzo: torno in Rai dal 2010 con un talk show in prima serata - Allora, Costanzo, che succede? vero che torna in Rai? «La trattativa è in fase di avanzata preparazione e spero si concluda pre­sto. Da tempo dicevo che mi sarebbe piaciuto concludere la carriera a Viale Mazzini. Ne parlai tempo fa con Mau­ro Masi, quando era ancora alla presi­denza del Consiglio. Ora è direttore ge­nerale della Rai e abbiamo cominciato a parlare». Ma per fare cosa? «Nessun ruolo direttivo: un pro­gramma a partire dal 2010. Sto stu­diando alcuni format e ne ho anche elaborato uno. Vorrei superare il talk show di costume, dato che i reality hanno fatto di persone sconosciute al­trettanti fenomeni. Penso a un pro­gramma che si chiami Ognuno ha la sua storia » . Collocazione in palinsesto? Su qua­le rete? «Nulla di sicuro, ancora. Ma imma­gino una prima serata. In quanto alla rete, ovviamente deciderà l’azienda». Non teme polemiche, interne ed esterne? «Ma perché mai? Per quale motivo? Ho lavorato alla Rai per vent’anni, per altri venticinque a Mediaset. Ho crea­to un programma che forse rappresen­ta qualcosa nella storia della tv. Ho di­retto Canale 5 per tre anni e Mediatra­de per cinque. Credo di poter dare un contributo di esperienza. E non è un proprio un rientro... Per precisare: da tempo ho un contratto di consulenza con Rai 2 per Palco e Retropalco . Regi­stro in video 4 minuti di Note a margi­ne come commento a uno spettacolo di teatro. Gratuitamente. Per Radio 1 vado in onda da 2 anni e 4 mesi quat­tro volte a settimana con L’uomo della notte . Si è creata una community e l’editore Aliberti pubblicherà un libro di poesie scritte dagli ascoltatori». Qualcuno ride: alla Rai, solo vec­chi dinosauri, ormai... «E io rispondo: se la Rai si salverà, visto l’avanzamento dell’età media an­che del pubblico, lo dovrà ai meno gio­vani. I meno anziani, colleghi e consi­glieri di amministrazione, hanno mol­to spazio per sperimentare sui nuovi canali digitali e l’offerta innovativa. Io stesso mi sono messo in gioco. Anni fa proposi contemporaneamente il Co­stanzo Show sul digitale terrestre di Canale 5, su 35 stazioni radiofoniche del Circuito Area e sul canale satellita­re Alice di Telecom». A proposito del «Costanzo Show»: dunque, chiuderà i battenti? «Da settembre a tutto dicembre an­drò ancora in onda su Canale 5 il mar­tedì e la domenica, una sorta di rilettu­ra di un programma ormai diventato istituzionale dopo un quarto di seco­lo. diventato quasi impossibile ave­re personaggi ’veri’. Ora l’unico talk possibile è con i politici, i personaggi famosi. Ma sì, insomma, il mio show chiude. Ma è giusto che sia così». Dicono: Costanzo deve andare alla Rai perché Mediaset è stanca e non sa più cosa farsene. Lo sa? «Per la verità, Mediaset non sa anco­ra nulla di preciso. Ma sono certo che, se ci ripensassi, Pier Silvio Berlusconi sarebbe ben felice di tenermi a Media­set per altri sei anni». Compensi? «Ho chiesto un trattamento legato ai livelli medi di mercato. Nulla di grande. Anzi. Voglio un ingresso tran­quillo, da professionista che ama il suo lavoro. Non ho mai parlato male della Rai. Ho sempre sostenuto che è una grande azienda. Ho affermato che ogni ritardo nelle nomine si tra­duce in un affaticamento delle reti e quindi di un rallentamento per il pro­dotto. Amo e difendo la Rai da sem­pre » . Le pesa l’addio a Mediaset? «Non ragiono in termini di addii definitivi. Lascio comunque un presi­dio importante, mia moglie Maria De Filippi. Che resta ( ride) la mia più im­portante creazione». Non teme reazioni politiche di qualche parte? «Mi dovrebbero spiegare i motivi. Sono rimasto per venticinque anni a lavorare in assoluta libertà e lealtà a Mediaset, pur non condividendo le idee politiche di Silvio Berlusconi. Perché dovrei avere problemi proprio ora?».