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 2009  luglio 17 Venerdì calendario

CONTRO L’AFA CI VUOLE IL COCOMERO


Di cosiddette «ondate» di calore ne ho viste, nella mia lunga vita, diverse. E sono sopravvissuto an­che se oggi rientro nella catego­ria più a rischio: anziano e malato cronico (questo per aver pedalato nei miasmi del traffico romano per più di trent’anni). Così mi sento in grado di fornire consigli ai miei coetanei, preoccupati per i ricorrenti «allar­mi rossi».
L’importante è non angustiarsi, conside­rare il caldo un regalo dell’estate dopo una primavera fredda e piovosa e semmai pre­munirsi con acconce ed ecologiche misure di prevenzione. Io mi comporterei così: di notte niente condizionatori; la stanza, con le tapparelle chiuse durante le ore più torri­de, conserva il fresco. E, se il caldo insiste, un bel ventilatore che consuma un decimo del condizionatore e non inguaia il clima.
Poi, naturalmente, bere tanta acqua di ru­binetto (se ha un minimo sentore di cloro, può succedere, basta tenerla in caraffa per pochi minuti), mangiare poco (anche se vi accuseranno, a me càpita, di essere anores­sici ritardati) e consumare molta frutta e verdura, soprattutto il magnifico cocomero romano nei rari e dispersi cocomerari, una professione che sta scomparendo assieme al classico nome del frutto, ormai scalzato dal termine vernacolo padano di «angu­ria».
Nelle ore più calde, se si è fuori casa, me­glio mettersi al fresco. Non, come qualcuno ha suggerito, nelle consumistiche algidità dei supermercati o nelle fresche autorimes­se dei Vigili del Fuoco (è stato proposto an­che questo!), ma nelle stupende, diffusissi­me, deserte e ombrose chiese romane ove, assieme al fisico, ci si potrà ritemprare lo spirito avvicinandosi alla religione anche col tramite di tante splendide opere d’arte.
Per anni, gli uffici comunali hanno am­monito anziani e bambini di non frequenta­re col sole e il bel tempo i parchi pubblici ­considerati un ricettacolo di pericoloso ozo­no - e di uscire solo con la pioggia e il ven­to. Ma voi infischiatevi dei moniti e andate­vene la mattina presto e al vespero nei no­stri ancora bellissimi parchi storici dove è possibile osservare pappagalli e scoiattoli, fringuelli e farfalle. Non portatevi però il bi­nocolo per non farvi prendere per guardo­ni.
Può succedere anche questo.