Anais Ginori, la Repubblica 16/7/2009, 16 luglio 2009
LA RUSSIA SI SCOPRE SENZA FIGLI LA DEMOGRAFIA ORA E’ IL NEMICO
Natalità ai minimi e record di mortalità In un nuovo rapporto l´allarme degli esperti
Il Cremlino vara bonus e incentivi per le mamme "E´ come ai tempi della guerra"
Fate figli, non la guerra. Al Cremlino dovranno rispolverare il vecchio slogan pacifista per dare sostanza, ma soprattutto corpo, ai sogni di potenza nel mondo. La Russia si sta infatti scoprendo sempre più vecchia, fragile e povera da un punto di vista demografico. La vera minaccia per il governo di Mosca oggi è lo «sbaby-boom». La popolazione russa diminuisce a una velocità che lascia poche speranze. Il saldo dell´anagrafe è negativo da anni. La curva demografica scende a picco. Dai 148,9 milioni di cittadini censiti nel 1993 si è passati a 141,9 milioni calcolati in aprile scorso. E le nuove previsioni sono implacabili. Il declino continuerà fino 131 milioni nel 2025 e 100 milioni nel 2050.
«Nella Russia di oggi perdiamo uomini a un ritmo simile a quello della Seconda guerra mondiale» commenta Anatoli Vishnevski, direttore del Centro di demografia ed ecologia dell´umanità di Mosca che ha appena pubblicato il nuovo, allarmante studio. Il prossimo anno, ha calcolato, scompariranno dall´anagrafe quasi mezzo milione di cittadini. La Russia di oggi è ricca di risorse economiche e naturali, ma manca terribilmente di uomini. «Se questo trend continua, la sopravvivenza della nostra nazione è minacciata» aveva ammesso Vladimir Putin già nel suo discorso d´insediamento, nel maggio 2000.
Da allora, poco è cambiato. Per rilanciare la natalità (1,4 bambini per donna nel 2007) il Cremlino ha aumentato i sussidi famigliari e raddoppiato il "bonus" per il secondo figlio fino a 325mila rubli (circa 7386 euro). Con qualche effetto: nei primi mesi del 2009 le nascite sono aumentate del 4% rispetto allo stesso periodo del 2008. «Ma questo incremento è momentaneo - osserva Vishnevski - la fecondità delle donne rimane purtroppo invariata. Invertire la tendenza demografica nel medio-lungo periodo sarà impossibile».
Secondo il rapporto del centro moscovita, un uomo su tre muore prima dei 60 anni e la speranza di vita è allo stesso livello di paesi poveri e sottosviluppati come il Bangladesh: 61,4 anni per gli uomini (73 anni per le donne). Il dato è addirittura peggiore di quello dell´epoca sovietica. Negli anni Sessanta i russi vivevano in media fino a 63,8 anni. L´unica cosa che non cambia davvero mai è il tasso di alcolismo tra la popolazione, considerato una delle principali cause di morte. La passione nazionale per la vodka, ha comunicato di recente la Camera civica di Mosca, provoca ogni anno 400mila vittime. Mikhail Gorbaciov aveva coraggiosamente lanciato una politica antiproibizionista ma i suoi divieti sono stati presto aboliti da Boris Eltsin. Oggi il Cremlino preferisce promuovere una più blanda sensibilizzazione a colpi di spot e campagne informative.
Sulla carta, l´ex impero sovietico è ora descritto dai demografi come una gigantesca mappa di "buchi neri". Sono le città e le zone di campagne che hanno perso giovani e famiglie, e che stanno lentamente morendo. La steppa è sempre più inospitale, le frontiere estreme della Russia sono di nuovo disabitate. «Soltanto una politica realista - spiega Vishnevski - potrà cambiare il nostro futuro». Ovvero un ricorso massiccio all´immigrazione. Ma anche questa prospettiva spaventa i russi. Forse più del declino demografico.