Vincenzo Nigro, la Repubblica 16/7/2009, 16 luglio 2009
BOMBE SEMPRE PIU’ POTENTI CAMBIA LA STRETEGIA DEI TALIBAN
In arrivo Freccia e Lince potenziati per limitare i danni
Le armi
La Difesa sta correndo ai ripari ma sottolinea che "l´invulnerabilità non esiste"
Presto in dotazione un blindato di 28 tonnellate e con una torretta sovracomandata
ROMA - «Hanno usato una carica di esplosivo dieci volte più potente di quelle che abbiamo incontrato fino ad oggi, una carica che avrebbe fatto saltare in aria anche un carro armato Abrams. Tutte le persone di buona ragionevolezza sanno che l´invulnerabilità non esiste, ma noi comunque non staremo un secondo con le mani in mano: il nostro imperativo è proteggere il nostro personale per costruire il successo della missione». Così i capi delle Forze armate in queste ore rispondono agli interrogativi dei ministri, dei parlamentari, dei giornalisti sulla guerra in Afghanistan. Alle domande su quella che ormai da tutti inizia ad essere chiamata per quello che è: una "guerra" ai Taliban. Le prime risposte, quelle che anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa offre alle Camere, sono caute, calibrate: «La sicurezza al cento per cento non esiste», dice il capo politico della Difesa, ma poi aggiunge «stiamo già lavorando per inviare in Afghanistan i nuovi blindati Freccia, riflettiamo sulla possibilità di utilizzare in ruolo di ricognizione armata i Tornado che fino ad oggi abbiamo impiegato solo per fotografare i Taliban».
Partiamo dai blindati: il livello di protezione del personale italiano già oggi è molto alto. Non solo per il tipo di mezzi, ma soprattutto per le tattiche, per il tipo di convogli, per la composizione delle stesse carovane, per il lavoro di intelligence fatto sul controllo delle strade. «I nuovi attacchi, il loro numero, i successi relativi dei Taliban non sono frutto di una nostra debolezza», dice una fonte dello Stato Maggiore dell´Esercito, «ma del fatto che i Taliban stanno rafforzando la capacità di offesa, e soprattutto stanno rispondendo all´offensiva che Isaf e gli americani hanno lanciato per ripulire i santuari in cui operavano in tranquillità». Il generale Rosario Castellano, capo del contingente italiano ad Herat, lo dice chiaramente: «il Lince ci ha sempre protetto, è il nostro movimento quotidiano sulla strada che dà fastidio agli insorti, perché non accettiamo di subire l´iniziativa. Gli insorti sperimentano varie tecniche di attacco: questa volta ci sono riusciti, utilizzando un quantitativo di esplosivo diverso da quello finora impiegato nella mia area».
La Russa ieri ha ricordato che è iniziata l´introduzione nei reparti dell´Esercito del "Freccia», un blindato 8x8 dal peso di circa 28 tonnellate. Con una di torretta servocomandata e un cannone da 25 mm, con protezioni ancora migliori. Ma sono anche chiare due cose: primo, ci vorranno alcuni mesi, se non anni, per avere in linea i 54 Freccia commissionati dall´esercito. Secondo: maggior peso e blindatura significano maggior "distanza" dal terreno, dalla possibilità di operare. Per cui, paradossalmente, sarebbe come rimanersene asserragliati nei propri fortini; il che è contrario alla filosofia necessaria per "vincere" in Afghanistan.
Il secondo "miglioramento" a cui punta la Difesa italiana riguarda invece i cacciabombardieri Tornado. La Russa l´ha lasciato capire chiaramente: l´Italia sta pensando di cancellare un altro di quei "caveat" che il governo ha opposto alla Nato quando ha offerto mezzi e uomini per Isaf. I due Tornado (presto saranno 4) schierati in Afghanistan montano un sofisticato pod da ricognizione, capace di trasmettere a terra in tempo reale foto e immagini delle strade o dei gruppi di Taliban ripresi in volo. Ma a quei Tornado è vietato sparare con i cannoncini di bordo a protezione - per esempio - di un convoglio che sia finito sotto il fuoco di "insurgents" nemici. Per cui, se la Folgore è sotto attacco deve chiedere protezione ad aerei inglesi o olandesi, non a quelli italiani o tedeschi che potrebbero fare la stessa cosa. E´ molto probabile che tutto questo cambierà, che cambierà il "caveat" che blocca i bombardieri italiani.