Aldo Grasso, Corriere della sera 16/7/2009, 16 luglio 2009
TV E DIRITTO D’AUTORE TRA PRESTITI E FURTI
Dei diritti e dei doveri mediatici. Una domanda che tante volte abbiamo posto senza ottenere risposta è questa: come mai «Blob», che nasce da un’idea geniale, che mette a nudo il cuore della tv, non viene fatto in altri Paesi? Per una ragione molto semplice: costerebbe troppo e richiederebbe tempi di realizzazione infiniti. Per ogni sequenza che si prende a prestito, bisogna infatti chiedere permessi e, nel caso, pagare diritti d’autore. In Italia no. Lo stesso discorso vale per «Mai dire...» dei Gialappi o per «Striscia», la trasmissione di punta di Mediaset. Che spesso utilizza materiale Rai e che ha addirittura una rubrica sui filmati che girano in Rete. Umberto Pizzi, il geniale fotografo che con Roberto D’Agostino ha realizzato «Cafonal », il libro specchio dei nostri tempi, ha scritto un’accorata lettera al sito Dagospia : «Sabato 11 luglio su Raitre le foto del nostro libro Cafonal sono state blobbate dalla trasmissione ’Blob’ per circa 10 minuti e ne hanno fatto l’uso che hanno creduto senza fare alcun accenno sul libro e sull’autore delle foto. Tale pratica a me è sembrata un’appropriazione indebita di proprietà altrui. Mi chiedo se veramente la Rai si ritrova con le toppe al c... se per fare delle trasmissioni debba furtare una persona che pedala tutti i santi giorni dell’anno. Consiglierei, per risparmiare, di ridurre i loro favolosi compensi per fare in modo di pagare i diritti d’autore». Pizzi ha ragione. Ma anche il sito Dagospia vive di «prestiti», sapientemente saccheggiati e ribattezzati a nuova vita con vigorosi spostamenti di senso. Nel frattempo Mediaset ha chiesto un risarcimento milionario a YouTube per uso non autorizzato di materiale. Nella nostra società, come aveva previsto Guy Debord lo spettacolo si è fatto merce. Una strana merce: smaterializzata, liquida, planetaria, che sta smarrendo l’essenza stessa della merce: il valore di scambio. Che fare?