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 2009  luglio 16 Giovedì calendario

«QUESTO PD E’ LA POLIZZA-VITA DEL PREMIER MA AL CONGRESSO VI FARO’ UNA SORPRESA»


Grillo: che fastidio sentirmi definire ostile. Se non mi volete non mi iscrivo più

«Se io fossi stato al posto loro...». Se fosse stato al posto loro? «Avrei detto: caro Grillo, lascia perdere, non possiamo tesserarti perché sono anni che ci prendi per il culo. Pe­rò se vieni al congresso sei un ospite gradito. Vieni e ci dici la tua. Sarebbe stata una risposta politica. Avrebbero fatto bella figura. Ma tirare in ballo il paragrafo tre dell’articolo nove! Quella non è una risposta politica: è burocra­zia. Allora la politica non serve a niente. Basta un apparato con dei regolamenti. Boh...».

Fallito l’assalto alla segreteria del Pd, Beppe Grillo affonda con appetito la forchetta in un piatto di gnocchetti sardi alla bottarga: «Per­ché ci ho provato? Perché mi fa rabbia vederli così...». «Glielo dico io perché», irrompe riden­do la moglie: «Beppe era in spiaggia, si annoia­va, pensava e ripensava. Era una domenica. A un certo punto fa: quasi quasi mi candido a se­gretario dei democratici... Così è andata». Lui ride, e torna ad affondare la forchetta con l’alle­gria impiegata ad affondare il coltello nelle pia­ghe del Partito democratico.

Ma alle elezioni per chi ha votato?

«Domanda imbarazzante. Io sono un non votista. Vorrei che resettassimo un po’ la no­stra mente. Cos’è la destra, cos’è la sinistra? Pa­role. Cambiamole, queste parole».

L’ha votato mai, il Pd?

«Mai. Ma il punto non è questo. Di questa sceneggiata la cosa che mi ha dato più fastidio è sentire che io sarei a capo di un movimento ostile. ’Ostile’ è una brutta parola. Io non so­no per niente ’ostile’ al Pd».

Il «Giornale» dice che ha lanciato addirit­tura un’Opa ostile per conto di Di Pietro.

«Io? Per conto di Tonino? Ma dai... Per dire che uno è ostile devi vedere il suo program­ma. Il mio programma qual è? L’acqua pubbli­ca, le energie rinnovabili, la mobilità, il Wi-Fi gratuito, la raccolta differenziata... Questa, per loro, è l’ostilità. Perché il loro programma so­no le discariche, il cemento, l’acqua privatizza­ta, gli inceneritori che fanno venire il can­cro... ».

Tornando alla candidatura...

« nato tutto nel gennaio 2005, col mio blog. Adesso siamo tra i primi al mondo ma all’inizio non sapevo neanche che cosa fosse. Scrivevo una roba, cercavo di far parlare su questo argomento della gente... Ho comincia­to a capire. La Rete è la grande trasformazione di questo secolo».

Eppure aveva cominciato spaccando il computer...

«E continuo a spaccarne. Ma perché mi fa rabbia quando non funzionano. I virus, i pro­blemi... Non perché io sia un luddista. La Rete è fantastica. Sullo stesso argomento economi­co puoi far parlare un Nobel come Stiglitz e un operaio dell’Italsider. Da lì siamo partiti. Poi abbiamo deciso di calare le idee nel concreto. Renderle fisiche. Per attuare sul territorio le co­se teorizzate sul blog. Parliamo di 560 gruppi. Circa 90mila ragazzi... Siamo in Australia, Ame­rica, Giappone... Da lì è nato il V-Day. Voi dei giornali non ve siete neanche accorti».

Questa poi! Era su tutte le prime pagine...

«’Io’ sono finito su tutte le prime pagine. E dopo, non prima: ’dopo’. Solo io e non il milio­ne e mezzo di persone nelle piazze che hanno raccolto 350.000 firme per le nostre proposte di legge popolare: via i parlamentari condanna­ti, non più di due legislature, voto di preferen­za come base della democrazia. stata la più grossa manifestazione degli ultimi trent’anni. E la sinistra, che cosa ha fatto?» Vi ha dato dei qualunquisti.

«Esatto. Qualunquisti. Populisti. Demago­ghi... Io non ho mica capito. Perché invece non ci ha abbracciato? Cosa c’era di sbagliato nelle nostre idee contro i pregiudicati, per una politica più pulita, per le preferenze, per una legge sul conflitto di interessi, per una riforma delle regole finanziarie? Un partito sveglio avrebbe dovuto capire. Purtroppo c’era Veltro­ni... Topo Gigio... Di politica non c’è più niente là dentro. Io ho cercato di riempire il nulla con un programma».

Cacciari dice che lei voleva solo sputtana­re il Pd.

«Come fai a sputtanare una cosa che non esiste? Torniamo all’’ostile’: come potrei esse­re ostile agli elettori del Pd? Il mio obiettivo era semplice: andare al congresso e parlare. Esporre il nostro programma. Dire: ’Venite fuori, trentenni con le palle. Mandate via tutti quelli che non hanno più niente da dire’».

E adesso?

«Andiamo avanti. Facciamo le nostre prima­rie online invece che con la carta e la matita. Andiamo avanti con le nostre liste ’cinque stel­le’. Dove i nostri sono entrati, prendendo dal 3 al 10%, hanno cambiato il modo di fare politi­ca. Immagini solo cosa vuol dire trasmettere in diretta sul Web un consiglio comunale dove i cittadini vedono cosa dice Tizio, cosa vuole Caio... Questo è il controllo democratico. Se hai delle idee buone, sensate, a bassi costi, so­no costretti a seguirti. Loro non hanno idee. Destra, sinistra... Non hanno più idee. Ma dice­vo: io sono ostile a sei, sette, dieci persone».

tentare la scalata a una segreteria? Non è un’incoerenza?

«I partiti si sono distrutti da soli. Mica li ho distrutti io. Non hanno più senso. Nella demo­crazia della Rete, la democrazia dal basso, il partito non rappresenta più nessuno».

Anche Gheddafi dice che non è questa la democrazia, che è inutile eleggere un Parla­mento...

«Lui è un despota. Dice che la democrazia non esiste: ’La democrazia sono io’. Io non di­co questo. Dico che la democrazia rappresenta­tiva è finita ed è cominciata la democrazia par­tecipativa. In Svizzera fanno dei referendum su ogni cosa, decidono i cittadini ed è fatta».

Sta teorizzando il rapporto diretto tra il leader e il popolo attraverso la rete senza l’in­gombro del Parlamento? Un rischio morta­le...

«No, no. Sulla Rete non puoi imbrogliare. Se non hai credibilità e reputazione ti massa­crano. Ci vogliono le palle per reggere, in Rete. Parlo anche per me. Per questo Berlusconi non si sogna di affacciarsi online. Ci ha provato Cle­mente Mastella, a fare un blog contro di me. Ne è uscito con le ossa rotte. Lo hanno subito clonato con un blog quasi identico ma irresisti­bile: ’Demente Mastella’. Poveraccio...».

Fatto sta che questo rapporto diretto onli­ne tra il leader e il popolo...

«Cerchi di capirmi, Obama cosa fa? Prima di fare una legge la mette online per sentire cosa ne pensano i cittadini».

E sarebbe questa la nuova democrazia?

«Democrazia... Libertà... Parole. Sbandiera­te spesso da chi non ci crede più. Probabilmen­te la democrazia come la conosciamo è finita. Ci sarà qualche altra forma. Quando hanno messo in onda Annozero su YouTube la gente interveniva in diretta. Non puoi raccontare bal­le, online».

Oddio, magari ne puoi raccontare ancora di più...

«Ma vieni subito smascherato. Sta cambian­do il mondo. E loro (loro) non l’hanno capito. Fanno ancora le primarie coi foglietti di carta. Fondano le televisioni coi soldi pubblici e non sanno cosa farne. Sono vecchi. Come è vec­chio lo psico-nano».

Cioè Berlusconi?

«Murdoch, che è molto più bravo e ha dei figli più svegli, sta già investendo sulla rete. Compra ’MySpace’. Ha capito. Lo psico-nano insiste invece col digitale terrestre. Roba già morta prima ancora di essere diffusa. come il Pd, il digitale terrestre. Ma lei ha visto cos’è successo alle Europee? Abbiamo eletto Sonia Alfano con 160.000 voti senza neanche un’ap­parizione televisiva. Fatto trionfare De Magi­stris. Raddoppiato i voti a Di Pietro...».

Perché dice «noi»?

«Perché Sonia Alfano appartiene un po’ ai ’grillini’. Anche De Magistris ha ringraziato la Rete... Anche Di Pietro, quando con un po’ di sforzo ha capito...».

E allora perché lei non ha investito sull’Ita­lia dei valori, invece che sul Pd?

«Il partito di Di Pietro insiste sulla figura di Di Pietro...».

Insomma: lei ha votato lui?

«Sì. sempre stato con noi, fin dalla nostra nascita, condividendo i nostri obiettivi».

Allora perché il Pd?

« il secondo partito del Paese. Ma è guida­to da fossili che non danno risposte su niente. Vogliono l’acqua pubblica o quella privatizza­ta? La raccolta differenziata o gli inceneritori? Il nucleare o l’energia rinnovabile? Risponda­no. Io mi rivolgo ai giovani che sono dentro il Pd. Sono loro che devono impossessarsi del partito. Sono stato alla fiera di Verona del ’so­lare’, la più grande d’Europa dopo Monaco. Fantastica. Non c’era un politico. Erano tutti a inaugurare l’inceneritore di Acerra. Roba vec­chia ».

Fatto sta che la tessera non gliela danno.

«Eh già...».

Quindi non si iscrive più.

«Non posso andare dove non mi vogliono. Prendo atto che per loro io sono un movimen­to ostile. Il fatto è che questi qui, quando torna­no a casa, si tolgono i baffi, si tolgono i capelli e sono uguali a Berlusconi».

 quello che dicono i democratici: cosa vie­ne a fare con noi se pensa che siamo tutti uguali?

«Allora lo ripeto: non ho detto che gli eletto­ri del Pd e del Pdl sono uguali. Ho detto che sono uguali i dirigenti, la parte sinistrorsa del comitato d’affari nazionale. Io ce l’ho con quei dieci che guidano il partito, che le hanno perse tutte e sono la polizza-vita di Berlusconi. Il quale, fin­ché ci sono loro, sta tranquil­lissimo. Io voglio non rinno­vare più quella polizza. Sareb­be già morto, politicamente, con un’opposizione diversa. A partire da tutti gli errori di Vel­troni. Un uomo solo aggettivi e sostantivi».

Con Bersani sembra meno duro...

«Ma per carità... Ha fatto il mi­nistro del tutto. Le farmacie... I tassisti... Basta. Non volete me? Benissimo. Ma pigliatevi dei giovani. Gio-va-ni. Basta con questa gente laureata trent’anni fa. Obama ha 46 anni e si circonda di ragazzi... Ci sono consi­glieri delle banche online che hanno 15 anni! Quindici! Questi qui non hanno la sinapsi».

Prego?

«Sono lenti! Lenti! Lenti! Se non si libera di gente così, il Pd è morto. Pace. Noi andiamo avanti. Continueremo a presentare liste... A or­ganizzare il terzo V-day per il 4 ottobre... A chiederci come fanno quelli del Pd a non capi­re ».

Andrà lo stesso congresso?

«Ma no... Come fai ad andare dove non ti vogliono? Mi inserirò in contemporanea, onli­ne, mentre sta parlando Bersani...».

Come un hacker?

«Come un ologramma. Mah... Poveretti... Vorrei tanto consolarli. Offrire loro la mia spal­la. Come si fa coi vecchi che non ci si raccapez­zano più. Spiegargli con gentilezza: dai, non fa­re così, vieni via... finita. Andiamo a casa...».