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 2009  luglio 16 Giovedì calendario

LETTURE ASTIGMATICHE


Quando l’assurdo viene scambiato per realtà. Ecco un esempio clamoroso di fraintendimento, di lettura astigmatica, di come è possibile prendere lucciole per lanterne. Lo scrittore Maurizio Milani (l’unico veramente degno di vincere il Premio Strega) compone ogni giorno sul Foglio un delizioso miniracconto nella rubrica Innamorato fisso. Sono bagliori di scrittura, lampi d’intelligenza, folgori sull’incongruenza del nostro relazionarci. Forse l’unico esempio italiano di teatrino (data la dimensione della rubrica) dell’assurdo: Milani pennella episodi che sono contrari alla razionalità, al senso comune, all’evidenza, i suoi eroi seguono una labile ed effimera traccia (uno stato d’animo o un’emozione) apparentemente senza alcun significato. Questa la sua grandezza, questa la sua unicità.
Giovedì 2 luglio, Milani parla di un fantomatico libro in allegato al giornale, L’uomo che non era mai stato chiesto in sposo. Poi aggiunge: «Altro bel titolo di libro è: L’uomo che non aveva mai digerito sul treno Mestre - Reggio Calabria. Chiaramente vale solo per coloro che almeno una volta hanno preso questo treno. Nomisma calcola sia il 2 per cento della popolazione maschile. Poi bisogna ancora distinguere: – Chi non ha digerito perché è sceso a Verona. – Chi non ha ruttato perché ha vergogna a dirlo ai sondaggisti. Chiaramente se un individuo prende questo treno tutte le settimane per tanti anni almeno una volta ha digerito in viaggio. Eppure nessuno lo dichiara. Ecco perché i sondaggi non valgono».
Succede quel che nessuno immagina possa succedere. L’amministratore delegato di Nomisma spa Giorgio De Rita (laurea in ingegneria aeronautica, proviene dalla Romeo Gestioni, azienda specializzata nei servizi immobiliari, è stato tra l’altro anche coordinatore delle attività della Direzione Politiche Economiche e Sociali delle Ferrovie dello Stato, ha insegnato alla Luiss) prende carta e penna e scrive una piccata lettera contro Milani e parla di «talento sprecato» e aggiunge: «Privare la parola della sua robustezza, renderla strumento per raccogliere facile consenso, inseguire ironia a buon mercato è fin troppo facile e offusca la bravura del giornalista». Cioè l’amministratore delegato di Nomisma ha preso alla lettera una scheggia di patafisica padana. Come se, dopo la lettura di Aspettando Godot, l’amministratore delegato delle Ferrovie scrivesse che il persistente ritardo non è colpa dei treni.