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 2009  luglio 14 Martedì calendario

PENSIONI IN ROSA VERSO LA PARITA’


Dal 2010 al 2018 un anno in più ogni biennio per l’uscita delle statali - RISORSE REINVESTITE

ROMA
Alzare l’asticella dell’età pensionabile a 61 anni dal 1° gennaio 2010. E poi portarla gradualmente a quota 65 anni nel 2018 con uno "scatto" ogni 24 mesi. La proposta del Governo per far lievitare la soglia di vecchiaia delle lavoratrici del pubblico impiego fino a equipararla a quella degli uomini è pronta e sarà sottoposta oggi alle parti sociali nell’incontro sul Dpef: in caso di via libera dalla maggioranza dei sindacati sarà trasformata in un emendamento al decreto anti-crisi sulla manovra estiva.
A confermare che oggi si parlerà anche di pensioni è lo stesso ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Il piano che dovrebbe approdare al tavolo è una sorta di sintesi della proposta già formulata dal ministro Renato Brunetta e di quelle elaborate da Sacconi nella scorsa legislatura (dai banchi del’opposizione) e da Giuliano Cazzola (Pdl) ieri con un correttivo ad hoc al Dl anti-crisi. A far rompere gli indugi anche a chi nel governo aveva fin qui manifestato l’intenzione di procedere con cautela è stato il pressing della Ue, che dopo la pronuncia della Corte di giustizia ha continuato a incalzare il nostro governo.
L’intervento riguarderà comunque solo le lavoratrici statali con diverse eccezioni (dal numero dei periodi di maternità al raggiungimento di particolari requisiti). Chi avrà maturato 40 anni di contribuzione continuerà ad andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica. Queste non saranno le sole garanzie che il Governo darà ai sindacati. La carta che contano di giocare i ministri Giulio Tremonti, Sacconi e Brunetta è quella del mantenimento dei risparmi realizzati nel perimetro del welfare femminile. In altre parole, il governo dirà che non vuole fare cassa.
I circa 2,5 miliardi che dovrebbero essere recuperati fino al 2018, al ritmo, in media, di circa 300 milioni l’anno, verrebbero interamente convogliati in un fondo pubblico per il welfare familiare a favore delle donne impiegate nella pubblica amministrazione. Una soluzione che non dovrebbe dispiacere troppo a Cisl e Uil, dalle quali era arrivata già nelle scorse settimane la disponibilità di discutere di pensioni, anche se Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno sempre puntato su criteri di volontarietà. E di volontarietà ha sempre parlato anche l’Ugl, che chiede di distinguere tra le lavoratrici semplici e quelle con figli.
Già all’attacco è invece la Cgil, che chiude in maniera decisa al Governo. Il segretario generale della Fp-Cgil, Carlo Podda accusa l’esecutivo di voler fare cassa con le pensioni rosa: «Annuncio ogni forma di opposizione possibile». Anche un altro esponente della Cgil, Michele Gentile, boccia la politica previdenziale del governo, giudicata «inaccettabile», pure da Gianni Rinaldini (Fiom).
Nell’incontro di oggi, comunque, non si parlerà solo di pensioni. Il confronto dovrebbe essere indirizzato anche su altre modifiche al decreto sulla manovra estiva. A cominciare dall’estensione della Tremonti ter: da decidere se solo per i personal computer o anche per mezzi di trasporto e capannoni. Scontato è l’inserimento dello scudo fiscale nel decreto. Probabile la riedizione la "rottamazione" dei medici (con 40 anni di contributi) e lo stop alle assunzioni di precari delle Poste. Da sciogliere almeno altri quattro nodi: l’estensione delle agevolazioni sull’approvvigionamento di gas alle Pmi; l’alleggerimento del patto di stabilità interno per i comuni virtuosi; gli sgravi fiscali sulla svalutazione dei crediti bancari in sofferenza; la moratoria dei debiti delle imprese.
Sul testo si è già abbattuta un’ondata di emendamenti di provenienza parlamentare (oltre 1.100). Entro mercoledì arriveranno quelli dei relatori Chiara Moroni e Maurizio Fugatti. Primo fra tutti il correttivo sul "patto sulla salute" che prevede l’arrivo di bilanci certificati, una stretta sul privato accreditato, costi standard per le spese ospedaliere, tagli del 20% ai posti letto, ma anche meccanismi premiali del 3% per le regioni virtuose. poi allo studio una proroga al 31 dicembre della scadenza fissata al 30 settembre per l’approvazione degli studi di settore in revisione nel 2009. Quasi sicura pure la proroga anche per il 2010 della Finanziaria light (con sole tabelle) già sperimentata lo scorso anno, in attesa dell’ok alla riforma strutturale della legge di bilancio.
Queste modifiche dovrebbero essere formalizzate nelle prossime ore. Le commissioni Bilancio e Finanze contano di chiudere entro venerdì l’esame del Dl, che da lunedì prossimo sarà in Aula dove il governo potrebbe ricorrere alla fiducia. A lasciarlo intendere è anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che definisce l’eventuale blindatura «un fatto fisiologico in considerazione dei tempi e del numero di emendamenti».