Nicol Degli Innocenti, Il sole 24 ore 14/7/2009, 14 luglio 2009
LA CITY IPNOTIZZATA DA UN RAGAZZINO
Matthew Robson, 15 anni, stagista a Morgan Stanley, svela i segreti di media e teenager - GLI UTENTI DI DOMANI - La tesina pubblicata dalla banca d’affari spopola tra i big radunati a Sun Valley E Rupert Murdoch condivide i dubbi sul micro-blogging
Nicol Degli Innocenti
LONDRA
Rupert Murdoch ha dimostrato ancora una volta di avere il polso della situazione più di tanti dirigenti che hanno meno della metà dei suoi anni. Il grande burattinaio dei media globali ha dichiarato che contrariamente alle voci in circolazione non ha alcuna intenzione di acquistare Twitter, la rete di messaggi online sempre più popolare: «Meglio stare attenti ad investire lì», ha avvertito. Così dicendo Murdoch si è trovato perfettamente in sintonia con il nuovo guru dei media, l’inglese Matthew Robson, che ha sferrato un colpo basso a Twitter definendolo «inutile». Tra sorpresa, costernazione e sgomento chief executive, analisti, investitori, esperti del settore ieri hanno dedicato il loro tempo ad analizzare i pensieri e le opinioni di Robson, arrivato all’improvviso come una meteora a illuminare la strada.
Robson è un liceale di 15 anni che ha avuto l’opportunità di fare uno stage estivo negli uffici degli analisti di Morgan Stanley nella City. Per dargli qualcosa da fare gli è stato detto di scrivere un rapporto per descrivere come lui e i suoi amici utilizzano i media. In fondo l’esplosione dei nuovi media sta rendendo obsoleti i business model tradizionali e a guidare la rivoluzione digitale sono proprio loro, i giovanissimi cresciuti nell’era del computer. Nel mondo ci sono 1,2 miliardi di persone tra i 10 e i 19 anni. Utile quindi sapere cosa pensano questi utenti di oggi e di domani. La tesina del giovane Robson non è finita nel cestino dopo un’occhiata distratta, come spesso ingiustamente accade ai capolavori degli stagisti. Il capo della ricerca sui media europei della banca d’affari, il vetusto 35enne Edward Hill-Wood, è rimasto folgorato quando ha letto l’opera di Robson: «La sua relazione ha fornito uno spaccato tra i più chiari, più approfonditi e più interessanti che avessimo mai visto, quindi abbiamo deciso di pubblicarlo».
Il rapporto dal titolo «How Teenagers consume media» è stato inviato venerdì scorso ai soliti clienti e abbonati di Morgan Stanley. La reazione è stata immediata e sorprendente, ha spiegato Hill-Wood: «Decine e decine di manager di fondi di investimento e parecchi amministratori delegati ci hanno bersagliato tutto il giorno di messaggi di posta elettronica e di telefonate», generando un feedback di cinque o sei volte superiore a quello registrato normalmente per la pubblicazione di un nuovo studio. Robson è diventato il nuovo fenomeno di cui parlare. Le sue opinioni sono semplici, decise e categoriche. I giovani odiano la pubblicità («estremamente irritante»), non ascoltano la radio e, ahimè, non leggono affatto quotidiani e giornali perché «si annoiano». Amano invece internet e i siti sociali, primo tra tutti Facebook, ascoltano tanta musica ma non vogliono pagare per scaricarla, adorano i telefoni cellulari e utilizzano soprattutto i messaggi sms. La televisione piace solo se lo schermo è «davvero grande», altrimenti meglio il computer.
Lo stesso Hill-Wood ha avvertito che la relazione dello stagista «non pretende di essere rappresentativa o statisticamente corretta». L’autore non è un oracolo insomma, e neanche un ricercatore, ma esprime opinioni basate sulle sue esperienze e quelle dei suoi amici.
Ci sono diverse ragioni per l’interesse e l’entusiasmo generato da Robson. Primo tra tutti la tempistica: se il rapporto fosse stato pubblicato in un giorno qualsiasi sarebbe stato notato per il suo ardire e la sua originalità ma difficilmente avrebbe sollevato un tale polverone. uscito invece nel giorno in cui duecento «big», tutti i pezzi grossi del settore dei media, erano radunati a Sun Valley, nell’Idaho, per una conferenza a porte chiuse sul futuro dei media digitali. Il tam-tam ha avuto un’eco immediata, amplificato dalla ristrettezza del luogo e dall’interesse condiviso per il tema.
L’altra ragione è l’effetto sorpresa. Robson ha infatti dichiarato senza mezzi termini: «I teenager non usano Twitter». La conferenza di Sun Valley aveva fino ad allora rischiato di trasformarsi in una lunga ode al micro-blogging: sempre più popolare e di moda, amato e pubblicizzato da persone famose e utilizzato ormai da milioni di signor nessuno. Uno dei più osannati tra i presenti a Sun Valley era proprio Evan Williams, il fondatore di Twitter. Il bastian contrario Robson ha quindi decisamente agitato le acque, osando affermare che i giovani sono stati attratti dal nuovo sistema di messaggi ma sono altrettanto rapidamente rimasti delusi: «Si sono resi conto che dato che nessuno vede il loro profilo, i loro interventi su Twitter sono del tutto inutili». Inoltre Twitter non ha ancora reso un centesimo, il che spiega la cautela della vecchia volpe Murdoch.
stato importante poi il fattore età: Morgan Stanley ha avuto l’ardire di pubblicare una relazione scritta da un quindicenne. Invece di affidarsi ad adulti che indovinano o interpretano i pensieri dei ragazzi, qui saltano fuori dalle pagine le parole scritte proprio da un teenager vero. Nell’immaginario di alcuni dei manager riuniti nell’Idaho, ecco quindi la visione dall’interno, un cavallo di Troia per carpire i segreti e le tendenze di un mercato notoriamente difficile da prevedere. Un’altra ragione per il successo di Robson, infine, è che il ragazzo inglese ha mostrato di condividere l’interesse principale degli amministratori delegati: i soldi. Il punto di vista è ovviamente diverso: Robson insiste sul fatto che i teenager non possono e non vogliono spendere i pochi soldi che hanno, mentre i dirigenti delle varie società cercano disperatamente un modo di far fruttare i nuovi media, rendendo monetizzabili e quindi sostenibili i vari trend.
Questo è il vero problema, il grande punto interrogativo sul futuro del settore. Se contribuirà a risolverlo, Robson avrà un futuro garantito ben oltre il suo fortunato stage estivo.