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 2009  luglio 16 Giovedì calendario

LA LEZIONE DEI PICCOLI ORFANI DELLA MAMMA-NONNA


Questo articolo lo vorrei pieno di tristezza, anche se mi scappa di essere violento. Non con chi giace sepolto - poveretto, anzi poveretta - ma con chi ha inseminato artificialmente il nostro cervello (l’utero fertilizzato delle donne anziane viene dopo, molto dopo) con l’idea che ogni desiderio non solo è - grazie alla scienza - realizzabile, ma è un diritto, costi quello che costi, anche il record contro natura. (Mi accorgo di essere polemico. Avverto anche me stesso: guai a lasciar volare degli avvoltoi vicino a questa signora morta, li abbatto subito. Qui non c’è nessuna vittoria di nessuno, nessun trofeo da trascinare in vetrina, ma amarezza e voglia di tirare il freno d’emergenza di questo treno che deraglia).

La notizia. María del Carmen Bousada de Lara, la spagnola che il 29 dicembre del 2006 diede alla luce due gemelli all’età di 66 anni e 358 giorni, è morta sabato scorso. Le era stato diagnosticato un tumore poco dopo il parto. La si vede fotografata il giorno seguente il lieto evento, lietissima anch’essa, con accanto i due pupi in piena salute: Pau e Christian alla nascita pesavano rispettivamente 2,100 e 2,300 chilogrammi. Durò poco il sorriso di Maria del Carmen. Il tempo di vedere il suo nome riportato sul Guinness dei primati, come puerpera più vecchia del mondo. Aveva battuto la romena Adriana Iliescu, diventata mamma di Elisa nel 2005, 130 giorni più giovane di lei.

In una intervista a pagamento al rotocalco inglese News of the world, rilasciata nel gennaio del 2007, era stato obiettato alla signora Bousada: «Lei signora condanna i suoi bambini a essere presto orfani, se non altro per ragioni statistiche». Maria del Carmen rispose: «Cosa dice? Mia mamma è campata centoun anni, la supererò». Aggiunse che intendeva mettere un annuncio sul giornale per trovare un compagno più giovane che facesse da padre ai piccoli. Infatti era una single. Aveva trascorso la sua esistenza accanto alla mamma. Morta lei, si era sentita libera di coronare il suo sogno. Il corpo diceva che era tardi, non aveva più ciclo mensile da diciotto anni, né conosceva uomo da dieci. Andò a Los Angeles, si fece pompare ormoni su ormoni.

Una donna che vuole diventare mamma, anche così tardi, mette tenerezza, il problema è aver trovato i sacerdoti del desiderio che le hanno venduto la macchina del tempo. E in apparenza ha funzionato. A Los Angeles è entrata in una clinica, ha mentito sull’età che vieta i trattamenti di fertilità dopo il 55° anno. (Domanda: possibile che questi scienziati che deducono al centesimo di secondo l’età analizzando un pelo, riaprono la cava della vita sigillata da decenni, sbaglino la valutazione dell’età di dodici anni?). Quindi inseminazione e parto a Barcellona.
Viene il sospetto che il cancro possa essere dovuto ai trattamenti, ed è ovvio. Ma non si muore solo per questo. E si muore anche da giovani. Un incidente e sei orfano. Ma qui il caso è diverso. C’è l’idea di poter piegare il destino sulla base dei nostri sogni. I quali sono legittimi in quanto sogni. Se pretendono però il bollo con su scritto ”diritto umano” diventa un disastro.

Il problema vero è che si è rinunciato ad accettare come regola della legge e del vivere civile quella che Giovannino Guareschi chiamava «l’assennata mediocrità della gente comune». Non si accetta più di essere ”gente comune”. In realtà si può accontentarsi di questa definizione quando si è nell’alveo di una tradizione e di una cultura per cui le persone sono comunque piene di valore e di dignità anche quando non hanno successo, anche quando non riescono ad avere figli e nemmeno soldi e possedimenti. La dignità non dipende dallo sguardo dato alla nostra vita privata dagli altri o dai valori alla moda, ma dal nostro essere uomini e donne così come siamo, con un nome, con la possibilità nel nostro piccolo di scegliere in coscienza di essere buoni o cattivi. Invece oggi ha sempre più ragione il diavolo che ci compra l’anima in cambio di una felicità di dieci minuti, avere un figlio tra le braccia anche se siamo vecchi. Non ce l’ho con Maria del Carmen ma con i mercanti di bambini in provetta e i loro cantori.