Silvia Bernasconi, Il Riformista 16/07/2009, 16 luglio 2009
Alcuni segreti della famiglia Agnelli, finora custoditi gelosamente all’interno della cerchia (seppure molto numerosa) dei parenti, stanno diventando di dominio pubblico, uno dopo l’altro, nelle ultime settimane
Alcuni segreti della famiglia Agnelli, finora custoditi gelosamente all’interno della cerchia (seppure molto numerosa) dei parenti, stanno diventando di dominio pubblico, uno dopo l’altro, nelle ultime settimane. E si erode, secondo gli osservatori torinesi, il protocollo della diversità. Di pari passo con il procedere della causa legale intentata da Margherita Agnelli de Pahlen contro la madre Marella Caracciolo e contro Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, sull’eredità del padre Gianni, sulle prime pagine dei giornali si rincorrono nuovi documenti e indiscrezioni: ieri abbiamo scoperto che l’accordo tra Margherita e sua madre dava diritto a quest’ultima a un usufrutto pari a 770.000 euro mensili. Nelle ultime settimane abbiamo appreso dal Mondo che una parte del patrimonio di Gianni Agnelli sarebbe all’estero e che Margherita sostiene non essere stato incluso nell’eredità ed essere stato oggetto di donazioni a terzi non precisati. Poi il Sole 24 ore pubblica i patti che regolano la Dicembre, la cassaforte che custodisce l’impero di famiglia. Da ultimo, ieri, il Corriere della sera ha svelato il testo dell’accordo siglato il 18 febbraio 2004 a Ginevra, in Svizzera, tra Marella - da un anno vedova di Gianni Agnelli - e la figlia Margherita. Lo stesso accordo che adesso Margherita contesta e del quale chiede l’annullamento. Se i dissapori tra madre e figlia e la conseguente spaccatura all’interno della famiglia sono in gran in parte conosciuti e restano ancora oggi irrisolti, i dettagli dell’accordo all’origine del litigio non lo erano affatto. Marella e Margherita arrivarono a quell’intesa dopo un anno di incomprensioni e di negoziati sulla divisione dell’eredità di Gianni Agnelli. E insieme alla spartizione del patrimonio siglarono in pratica l’uscita di scena di Margherita e dei cinque figli avuti dal secondo matrimonio con Serge de Pahlen dalla Dicembre e quindi dal controllo del gruppo Fiat e il rafforzamento della posizione di John Elkann (primogenito di Margherita e del primo marito Alain Elkann) a successore del nonno. Il contratto, firmato davanti a un notaio, viene depositato in unica copia presso il fiduciario di ciascuna. All’articolo numero sei delle sette pagine di documento si legge che Marella - nel testo indicata come "Madame X" - ha diritto a una rendita vitalizia, versata dalla figlia - chiamata "Madame Y" -, pari a 770 mila euro al mese, cioè 9,2 milioni di euro l’anno, come corrispettivo dell’usufrutto di una serie di beni di famiglia. La cifra è cancellata a pennarello nero. Come garanzia del vitalizio Marella tiene i quadri di Margherita. Intanto Margherita Agnelli de Pahlen sta modificando la propria strategia al processo in corso a Torino. Ha cambiato avvocati difensori, una decisione che va letta anche come un possibile cambio di scenario. Liquidati lo svizzero Charles Poncet e Girolamo Abbatesciani, che l’hanno assistita fino alla scorsa settimana, si è affidata ad Andrea e Michele Galasso e a Paolo Carbone, difensori tra gli altri di Antonio Giraudo, braccio destro di Umberto Agnelli, e molto vicini alla parte umbertina della famiglia. Forse una mossa per aprire altre strade e trovare una sponda per possibili nuove alleanze.