Ranieri Polese, Corriere della sera 15/7/2009, 15 luglio 2009
QUELLA VICINA CHE MI HA CAMBIATO LA VITA
(+scheda)-
«M’annoiavo, con lei ho amato libri e parole»
Annamaria Testa: l’altra svolta? Un figlio a 43 anni
Alla domanda sulla cosa che le ha cambiato la vita, Annamaria Testa risponde al telefono senza mettere tempo in mezzo: «Due cose, direi, hanno cambiato completamente la mia vita. La nascita di mio figlio e il computer. Mio figlio, però, è una storia privata e la tengo per me. Il computer ha cambiato la vita di tanti, non solo di quelli che come me scrivono per lavoro. Ragion per cui…». Pausa. «Ragion per cui, mi ci lasci pensare. Voglio un po’ riflettere sulla mia vita». Qualche giorno dopo, nello studio Progetti Nuovi vicino alla Stazione Cadorna di Milano, la signora della pubblicità italiana (tra i suoi slogan più famosi: «Liscia, gassata, o Ferrarelle», «Nuovo? No, Lavato con Perlana»), l’autrice di testi che hanno fatto scuola nonché docente in varie università, mi aspetta con un foglio di date e nomi.
Spiega: «Di cose, incontri, passioni ce ne sono tante nella vita di una persona. Nella mia è stato così. un po’ l’effetto sliding doors, le porte che si aprono o si chiudono, due possibilità distinte che portano a risultati divergenti. Io preferisco pensare al flipper, alla pallina che scende giù, urta contro qualche meccanismo e subisce una deviazione. O più semplicemente passa sopra un po’ di polvere, un granello che basta a cambiare la traiettoria. Ecco, ho fatto un po’ il conto di questi granelli di polvere senza i quali sarei stata un’altra persona. Perché, per esempio, se mi fossi laureata con Lucio Gambi che insegnava Geografia umana alla Statale di Milano, avrei dato un seguito alla passione per l’ambiente, avrei studiato e scritto di ecologia. Ma questo viene dopo».
Insomma, è la teoria del caso. Del resto lei si definisce «copywriter per caso». «Appunto. Ma cominciamo dall’inizio. Fine anni ”50. Il primo granello di polvere è la signora Alfonso, vicina di pianerottolo nel palazzone alla periferia di Milano. I miei lavoravano, io stavo a casa con i nonni che parlavano solo dialetto. Mi annoiavo e così andavo a suonare dalla signora Alfonso, giovane sposa senza bambini, maestra. Lei mi ha regalato i congiuntivi. Se avesse abitato su un altro piano, forse oggi parlerei e scriverei in un altro modo. Anni dopo, al liceo Carducci, un altro incontro: Augusto Camera, professore di storia e filosofia. Due regali: rigore e passione civile».
E l’ecologia? «Negli anni ”60 pochi parlavano di ambiente. Io avevo questo interesse. A quattordici anni ero nel gruppo giovani di Italia Nostra, a diciotto organizzavo campi di rimboschimento con la Forestale. Così, iscritta a Lettere alla Statale, quando ascolto le lezioni di Gambi capisco che quello è il mio indirizzo. Già al secondo anno e al secondo esame, con lode, lui mi dà la tesi: un fatto straordinario. Però penso che, intanto, devo trovarmi un lavoro: non voglio pesare sui miei ed è giusto cominciare presto. Amici di famiglia mi dicono: scrivi bene, prova con la pubblicità. Comincio con una piccola agenzia. Due anni, il primo a zero lire, il secondo a 50 mila al mese. Chiedo un aumento, mi dicono: o così o niente. E io do le dimissioni. Faccio richiesta alla Sda Bocconi per un master in pubblicità e marketing. Ci vorrebbe la laurea che non ho ancora, però ho già lavorato. Mi prendono e mi danno anche una borsa di studio. Il marketing è affascinante. Ma io ho un’anima anticonsumista e idee di sinistra. Così, quando il corso finisce, mi propongo a un’agenzia che ha fama di essere democratica: l’agenzia Italia, quella di Emanuele Pirella e Michele Goettsche. Pirella mi riceve, non guarda i miei lavori, mi chiede che libri leggo. E mi assume. Lo stipendio è un po’ meglio, ma si lavora da bestia. Non ho più tempo per studiare, ma poiché ho un libretto tutto 30 e 30 e lode, mi sembra brutto rischiare un misero 27. E in un attacco di radicalismo perfezionista, lascio perdere».
Nascono le campagne che l’hanno resa famosa. «Sì, ma passiamo subito all’altro granello di polvere. Quello che mi porta alla scrittura. Avevo già scritto per qualche giornale, il Manifesto per es. In pubblicità la scrittura è breve e dolorosa, per buon titolo ci vogliono giorni, settimane. Un libro mi sembrava impossibile. Ma un giorno mi chiama l’insegnante di una scuola media di Fornovo (Parma) per parlare ai ragazzi di pubblicità. Sua moglie, Susanna Boschi, ha una piccola casa editrice, Pratiche; mi chiede di scrivere un libro sul mestiere di copywriter. E io mi ci metto, con la vecchia Lettera 22. Scrivo, correggo, incollo, consumo sei etti di bianchetto. Così, nel 1988 esce La parola immaginata, lo presenta Tullio De Mauro. Anche questo è un grande incontro che negli anni porta, in regalo, un’attenzione ai meccanismi del linguaggio che prima non avevo».
Seguono altri libri, come Leggere e amare per Feltrinelli, ventuno storie di donne, Farsi capire, Rizzoli, appena ristampato. «Ho fatto anche altre cose, comunque, come scrivere testi di canzoni per Milva ( Identikit, ndr), fondare un’agenzia pubblicitaria, collaborare con la Raitre di Angelo Guglielmi: capire come funziona la macchina della tv è stato un altro regalo». E poi il figlio, Michele, a 43 anni. E i lavori per la politica, i Ds e i Verdi. stata direttore scientifico e coordinatore delle iniziative sulla creatività di Regione Toscana, e a partire da questa esperienza ha messo online il sito www.nuovoeutile. it (uno dei testi nel sito è stato citato a corredo di un tema della maturità di quest’anno). «Il web è stupefacente per trovare risorse e farsi venire delle idee. E di questo c’è un gran bisogno in Italia. Sono stanca di pessimismo. Mi piace pensare che una cosa scritta o detta in aula, o un suggerimento, un’ indicazione messa in nuovoeutile possa essere il granello di polvere che cambia una traiettoria. So che è già successo. I regali vanno restituiti, o almeno rimessi in circolo, no?».
La scheda
Nome Annamaria
Cognome Testa
Età 56 appena compiuti
Luogo di nascita e di residenza
Milano
Coniuge ed eventuali figli
niente marito, un figlio
Lingue straniere conosciute inglese L’ultima mostra
Fer Forgé, Triennale a Milano L’ultimo viaggio
Guatemala,
continentale
Barcellona, in Italia Benevento
Il libro che consiglierebbe
Decine
L’ultima canzone scaricata nell’ipod
Teardrop, Massive Attack
Il piatto che cucina meglio Minestre, sughi e verdure
Il progetto a cui sta lavorando
Uno spot per caffè Illy + un libro sulla creatività + nuovoeutile +… Il sogno che realizzerà (prima o poi) privatissimo, come tutti i sogni migliori