Alessandra Farkas, Corriere della sera 15/7/2009, 15 luglio 2009
SONIA SOTOMAYOR GIUDICE-IMPUTATA AL CONGRESSO USA
«Fraintesa sulla frase della donna latina»
NEW YORK – il prezzo della democrazia. Prima di diventare giudice della Corte Suprema – il più alto tribunale del paese – Sonia Sotomayor è costretta ad indossare i panni dell’imputato. Da lunedì e fino a oggi la 55enne di origine portoricana si è sottoposta al fuoco di fila dell’audizione in corso alla Commissione Giustizia del Senato, dove 12 senatori democratici e 7 repubblicani che hanno titolo e facoltà di indagare su ogni aspetto della sua vita professionale e privata hanno cercato di metterla in difficoltà con una raffica di domande alla Perry Mason.
Si tratta di una prassi per molti versi spietata ma all’insegna della trasparenza e a prova di clientelismi, cui si sono dovuti assoggettare tutti i giudici dal 1955 in poi (prima di allora l’iter era facoltativo). Anche se la sua nomina era scontata sin dall’inizio (i democratici controllano il Congresso) ciò non l’ha esonerata dal rigoroso sistema di check and balance della Costituzione Usa che subordina anche le nomine presidenziali alla ratifica del Congresso.
La 55enne figlia del Bronx si avvia così a diventare la terza donna e il primo ispanico a ricoprire il più alto incarico giuridico d’America da quando la Corte Suprema è stata istituita, nel 1789. Di fronte alla platea nazionale – le audizioni al Senato sono seguite in diretta da tutte le principali emittenti Usa – la Sotomayor ha spiegato la sua filosofia: «Un giudice non fa la legge ma la applica» e «i miei giudizi legali non sono mai stati influenzati da opinioni o simpatie personali».
Per il secondo giorno consecutivo ha dovuto difendere la sua controversa frase del 2001: «Una saggia donna latina potrebbe arrivare a migliori decisioni legali rispetto a un uomo bianco». Un commento che secondo i repubblicani dimostrerebbe che la Sotomayor è «un giudice attivista» che cerca di usare i propri pregiudizi liberal per piegare l’esito delle sentenze.
«Sono stata fraintesa», ha ribattuto lei, raggiante in una giacca rosso fuoco, spiegando che i commenti sulla «saggia latina», fatti in diversi discorsi a gruppi legali femminili ispanici, erano intesi a «motivare le giovani». «Tentavo di ispirarle a credere che la loro esperienza di vita può arricchire il sistema legale», ha aggiunto. Sul secondo emendamento, quello che garantisce la libertà di portare armi, ha cercato di placare le ansie della potente lobby Nra: «Capisco quanto tale diritto sia importante per molti americani e ho amici che vanno a caccia. Quindi – ha aggiunto – avrò un atteggiamento aperto in merito».
In totale sintonia col presidente Obama e con il Congresso democratico su tutti gli altri temi. Dall’aborto («accetto come risolutive le attuali leggi Usa che lo consentono») all’affirmative action, («riconosco che è necessaria in alcuni casi anche se è mia speranza che tra 25 anni non lo sia più»).
«Non credo affatto che la sua sarà un’elezione Partisan », ha detto al termine dell’udienza il senatore democratico Patrick Leahy, che presiede la Commissione. Comunque vada, la sua conferma non cambia l’attuale equilibrio della Corte perché Sotomayor va a sostituire il giudice David Souter, liberal, che andrà in pensione.