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 2009  luglio 15 Mercoledì calendario

Come scrive Dante nei Promessi Sposi, questo matrimonio non s’ha da fare né ora né mai. E Beatrice Mondella svenne per la rabbia tra le braccia di Romeo

Come scrive Dante nei Promessi Sposi, questo matrimonio non s’ha da fare né ora né mai. E Beatrice Mondella svenne per la rabbia tra le braccia di Romeo. Ho il piacere di aver portato con questa citazione la prima pagina di Libero alla stessa vertiginosa altezza della prima pagina de la Repubblica, quotidiano della razza superiore. Dovete sapere, rozzi e incolti lettori di Libero, direttore incluso, che l’altra mattina, l’editoriale de la Repubblica scritto dal vicedirettore Massimo Giannini cominciava così: «Come l’eroe di Allan Poe, Giulio Tremonti vive due esistenze parallele. Di giorno è il dottor Jekyll... di notte è Mister Hyde». Prima pagina di Repubblica, editoriale, presumo pagina visionata dal direttore, controllata dal caporedattore, letta da redattori e correttori di bozze. Ho vanamente sperato che ieri mattina la Repubblica, accorgendosi dell’errore pacchiano, o avendo la segnalazione di qualche lettore che avrà letto il libro di Stevenson alla scuola media inferiore, lo correggesse, si scusasse, anche in una nota piccina... Macchè. Questa sì che è onestà intellettuale, deontologia professionale. Per infierire, potrei aggiungere che come nelle lettere di Totò, nello stesso editoriale un ”qual è” per ben due volte è apparso ”qualè”. Una volta è un refuso, due volte sorgono i dubbi. Così come un giorno la disattenzione su Stevenson può accadere, ma replicare il giorno dopo con il silenzio è imperdonabile. Nulla contro Giannini, è un ottimo giornalista, un errore può sfuggire a tutti, un buco nella memoria o anche nella cultura, seppure grossolano, possiamo averlo tutti, figuriamoci. Però Giannini aveva già scritto in un fondo su la Repubblica che Berlusconi ”come Catilina”, aveva nominato il suo cavallo senatore (Caligola avrà nitrito nella tomba). Ma è possibile che non se ne sia accorto nessuno? Possibile che il giorno dopo nessuno lo abbia fatto notare, neanche il precisino Eco? E allora da questo piccolo incidente deduco tre cose: 1) la Repubblica non la legge nessuno o meglio è sfogliata, anzi è sfogliatella; è venerata, è usata, ma non è letta con spirito critico ma devoto. Ovvero i suoi credenti sono così convinti che la Repubblica sia il Verbo che se una sua firma viene scoperta a copiare da un altro testo, come è accaduto, si è trattato solo di telepatia; e se fa errori clamorosi come questi, non si dubita de la Repubblica ma si mette in dubbio la buona fede di Stevenson che avrà copiato la sua più celebre opera da Edgar Allan Poe (A proposito, Poe non è semplicemente Allan, come scrive la Repubblica, il suo nome principale è Edgar; sarebbe come chiamare Giulio Cesare solo Caio Cesare). Non a caso Scalfari somiglia sempre più a Padre Pio. 2) C’è nella stampa italiana una solidarietà di stampo mafioso che copre gli errori altrui magari con la scusa che poi verranno coperti i propri errori. Ma questo non è giornalismo anglosassone, come vi ostinate a sognare, la concorrenza british avrebbe fatto notare magari con humour il vistoso errore del quotidiano competitore. Invece omertà. brutta questa solidarietà nell’imprecisione, nell’analfabetismo. 3) In realtà non se ne sono accorti perché non lo sapevano o pensavano che Doctor Jekyll e Mister Hyde fosse un film, un cartone animato, un fumetto, mica un libro. penoso il livello culturale medio dei giornalisti, duole dirlo a chi è del ramo. E rispecchia l’ignoranza abissale di un Paese che pure ha il primato mondiale della cultura, perché dorme su montagne d’arte, centri storici, bellezze architettoniche, reperti, chiese, imperi e papati. Ma la cosa che più sconcerta in questo silenzio è la testata in questione, che è diventata in questi anni la merendina stampata dei professori, il quotidiano ufficiale dei sedicenti colti del Paese, quello che entra più in classe e magari si legge agli alunni, quello che fa da maestrina con la penna rossa a tutti, che fa da moralista, che rivolge domandine e poi boccia anche i premier, che fa le pulci a tutti. Insomma, anche la Repubblica come la sinistra ha ceduto a Di Pietro, alla sua leonardesca cultura, al suo gergo, al suo stile e perfino alla sua grammatica... O dobbiamo davvero parlare di un caso di sdoppiamento proprio come quello del dottor Jekyll che fa il dottorino con la gente e poi la notte si trasforma in Mister Hyde e stupra nei garage la povera cultura di massa. C’è una caduta di tono davvero impressionante nel quotidiano liberal nostrano: l’altro giorno Giuseppe d’Avanzo ha svillaneggiato con offese da querela Piero Ostellino per un articolo sul Corriere della sera. Una sinistra così merita leader come Grillo e Di Pietro, e merita pure di interrogarsi sui maniaci sessuali di casa propria. A proposito, ma vi immaginate se lo stupratore di Roma fosse un dirigente locale della Lega o del PdL? Avremmo accuse di sessismo e machismo a tutto il partito, avremmo teoremi che spiegano come un leader mandrillo come Berlusconi non può che avere una base di maniaci sessuali, trattati antropologici sulla bestialità di destra, sul nazierotismo... E Libero sarebbe eletto l’organo ufficiale degli stupratori, poco ufficiale e molto organo... D’altra parte se la speranza della sinistra è una specie di roditore di nome Serracchiani, a cui daresti non il microfono ma il formaggio, dopo la sua magistrale analisi politica sul perché sta con Franceschini – «perché è simpatico» – potete capire il livello medio e mediatico in cui ci troviamo. E vi lamentate di Berlusconi e di Bossi, di Gasparri e di Matteo Salvini? Questa sinistra colta e intellettuale ha letto i Malavoglia di Pasolini e si eccita con l’Amante di Lady Chatterly, scritta a quattro mani da Shakespeare e Woody Allen.