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 2009  luglio 14 Martedì calendario

Collana: ci avete mai pensato? Una perla dopo l’altra sostenute da quel filo sottilissimo che è la Letteratura

Collana: ci avete mai pensato? Una perla dopo l’altra sostenute da quel filo sottilissimo che è la Letteratura. Una collana lunga ottant’anni. Sono molti, non li dimostra e ha la possibilità di andare avanti per tanti anni ancora se… Ma questo è un altro discorso. Ho avuto fra le mani molte di quelle perle e me le sono godute. Alcune più, altre meno. Ricordo la prima. Correva l’inverno del 1949, cinque anni appena dalla fine di una guerra terribile per chi l’aveva subita e vergognosa per chi l’aveva voluta, e io ero tornato a Bologna dalla mia montagna. Via Oberdan 22. Adesso non c’è più. Anche l’omino dei libri non c’è più, sotto il portico in angolo fra piazza san Martino e via Marsala. Non so dove abitasse, forse lì, perché io, sempre lì l’ho visto. Un personaggio che la vita doveva aver strapazzato per bene, com’è solita fare con quelli che prende a sberle. La parte destra del corpo massacrata da una paralisi che aveva ridotto il braccio e la gamba a due cose inutili. Eppure ogni giorno che Dio mandava in terra, lui era lì, con il suo carrettino colmo di libri usati, seduto fra le stanghe, un volume aperto sul piano del carretto. Leggeva. Ogni tanto sollevava il capo per un’occhiata alla gente che passava sotto il portico. Non l’ho mai visto sorridere. Non ne aveva motivo. No, una volta l’ho visto sorridere. Sembra impossibile, ma se sono quel poco che sono, lo devo all’omino dei libri di piazza san Martino. E a un signore poco raccomandabile che si chiamava, e si chiama ancora, Lemmy Caution. Anni dopo l’ho incontrato sullo schermo di un cinema di terza visione: aveva il viso spigoloso e la struttura massiccia di Eddie Constantine. L’omino dei libri. Aveva una quantità di fumetti e io me li mangiavo con gli occhi, dal momento che mi mancavano le venti lirette (forse meno, non ricordo) per comprarne uno. Un giorno l’omino dei libri sollevò lo sguardo dal volume, mi guardò in faccia e mi disse: «Sei sempre qui e mai che ne compri uno. Quale prenderesti?» Indicai un album di Mandrake.«Te lo regalo» disse e già stavo per prenderlo e scappare prima che cambiasse idea, quando lui ci mise sopra la sola mano disponibile che la vita gli aveva lasciato. «Però…» e già mi stava passando la voglia di Mandrake mentre lui lasciava il fumetto per prendere un libro dalla copertina gialla. «Però devi leggere anche questo. Mandrake lo puoi tenere, questo me lo restituisci». Feci sì con il capo, presi l’uno e l’altro e mentre mi allontanavo, l’omino dei libri mi gridò dietro: «Ooo, te, non fare il furbo con me! Guarda che poi t’interrogo». Non lo fece. Quando tornai a restituire il romanzo, non m’interrogò. Credo perché non gliene lasciai il tempo. Dissi in fretta: «Ne posso avere un altro?» Annuì e sorrise. La prima e unica volta. Mi fece segno di scegliere fra i molti gialli Mondadori distribuiti con ordine sul carretto. Ne cercai un altro dello stesso autore e l’omino dei libri, che se ne accorse, mi disse: «Non c’è. Quello che hai letto è l’unico uscito. Ne devi scegliere un altro». Non ricordo cosa presi. Ricordo titolo e autore di quello che lui mi aveva prestato da leggere: Pericolo pubblico, Peter Cheyney. Adesso che sono cresciuto, so che era il numero 73 della collana Gialli Mondadori e che la data d’uscita in edicola era 8 ottobre 1949. Poi era finito sul carretto dell’omino dei libri di piazza san Martino e da lì, nelle mie mani. Allora non avrei mai immaginato che sarei finito anch’io nella stessa collana di Peter Cheyney. Sarti Antonio, Un diavolo per capello (Giallo Mondadori 1642); Sarti Antonio, Caccia tragica (Giallo Mondadori 1677); L’archivista (Giallo Mondadori 1717). Grazie OdB! Non so se nel piano editoriale per gli 80 dalla collana sia prevista la ristampa di quel volume, ma Peter Cheyney lo meriterebbe, parola di un collega.