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 2009  luglio 14 Martedì calendario

MADONNA, LO SHOW KOLOSSAL TRA ROLLS ROYCE E PROVOCAZIONI


Nel backstage previsto un incontro con una delegazione rom

MILANO – Cappellaccio alla Dick Tracy rivestito di pizzo ne­ro, ballerine rasoterra e tuta. Alle 19 di ieri Madonna è atterrata a Milano Linate a bordo del suo jet personale, per la data italiana dello «Sticky & Sweet tour 2009», ad oggi il tour più redditi­zio di un’artista femminile nella storia della musica, in program­ma questa sera al Meazza con re­plica il 16 allo stadio Friuli di Udi­ne. Stiva da mamma-diva, con va­ligie Louis Vuitton e gli zaini dei figli naturali Lola (alta e glamour come la mamma), Rocco e di quelli adottivi David e Mercy, i piccoli malawiani adottati a suon di polemiche. «Scomunica­ta » dal premio Nobel Lech Wale­sa, schierato contro il tour in pro­gramma a Varsavia il giorno del­l’Ascensione della Vergine, Ma­donna risponde presentandosi in tournée in versione «yum­my- mummy»: una chioccia con­temporanea, con baby-fidanzati, set fotografici bollenti, ma mai lontana dai figli, fotografati con lei anche sabato scorso a Parigi, in occasione della tappa france­se del tour.

Per il soggiorno milanese ha chiesto la suite presidenziale di 500 metri quadrati all’ Hotel Prin­cipe di Savoia, l’unica con la pi­scina interna desiderata dai figli. Poche le richieste per se stessa: rose bianche in tutte le stanze, acqua minerale vulcanica Fiji e l’uso della palestra dell’hotel, do­ve forse oggi potrebbe decidere di fare le prove anziché a San Si­ro. Qui, ieri, hanno lavorato 500 persone per l’allestimento del palco, e oggi i preparativi prose­guiranno con 1200 operai, inge­gneri e tecnici del suono. Un pal­co essenziale, trasportato da 39 camion di produzione, 20 tir di ferro e 3 trasporti speciali tra ge­neratori, merchandising e cate­ring. I numeri del tour sono quel­li delle grandi occasioni: 3500 co­stumi, 200 spugne per il trucco (con il trattamento all’ossigeno usato prima di ogni performan­ce), 100 paia di ginocchiere, 250 persone nello staff, tra cui 5 ad­dette al cambio di costume, cal­colato in un tempo di un minuto e mezzo, e una Rolls Royce d’epo­ca con la quale la star farà il suo ingresso trionfale sul palco. Me­no impressionante il numero dei biglietti venduti finora: 55 mila contro il tutto esaurito de­gli U2, con oltre 10 mila biglietti ancora da piazzare a Milano e 22 mila «rimanenze» a Udine. Il par­terre sarà comunque da grande evento: tra gli accreditati Renzo Rosso, Giorgio Armani con la ni­pote Roberta, Paola e Chiara, Do­natella Versace, Francesco Sco­gnamiglio e Dolce & Gabbana, che dopo il concerto organizze­ranno un after-show «estrema­mente riservato» con la popstar e altri 120 amici nel ristorante Gold. Tra gli incerti Eros Ramaz­zotti, tra i certi la matrimoniali­sta Annamaria Bernardini De Pa­ce. «Ammiro la sua determina­zione, certo non mi emoziona co­me Mina, ma questa sera ballerò per tutto il tempo». Nello show diviso in quattro parti, la scaletta proporrà un omaggio all’amico Michael Jackson sulle note di Bil­lie Jean e brani storici come «In­to The Groove» (con la proiezio­ne dei graffiti di Keith Haring) e «La Isla Bonita» eseguita dai gita­ni Kolpakov, contattati dalla stes­sa cantante. «Madonna ha invita­to una delegazione rom nel back­stage, per lanciare dal palco un messaggio contro il razzismo», dice la rom Diana Pavlovic.

Provocazioni e un po’ di politi­ca, con l’ormai famoso video in cui divide il mondo tra buoni e cattivi (Obama e Aung San Sun Kyi da una parte, Bush e Hitler dall’altra). «Rappresenta l’icona della donna libera sganciata dal­le costrizioni sociali, un bel ma­nifesto vivente per l’universo femminile», dice Alba Parietti, questa sera a San Siro. Assenti giustificate le due «yum­my- mummy» Francesca Senette, in campagna con la piccola Alice e Ambra Angiolini, al mare con i due figli. «Sono stata una ’ma­donnara’ tutta merletti che ap­piccicava in casa gli adesivi presi da ’Cioè’», dice Ambra. Prima volta con Madonna per il diretto­re del Tg4 Emilio Fede, che si fa­rà accompagnare dallo stilista Sa­verio Moschillo. «Quando c’è un fenomeno voglio vedere che fac­cia ha. Negli anni 60 andai al Ci­nema Adriano di Roma per i Bea­tles. Dopo la morte di Michael Jackson ho deciso di non farmi scappare Madonna».