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 2009  luglio 14 Martedì calendario

DALLE PIETRE DELLO ZAR A TIFFANY, FARAONE TORNA A MILANO


MILANO – «Era una pietra appartenuta allo zar Nicola II», uno smeraldo da 66 carati, a forma di goccia, grande poco più di un uovo, «la comprammo a un’asta, l’abbiamo montata come pendente, con una cate­nina leggerissima di brillanti minuscoli», il gioiello venne venduto a una famiglia milane­se, che lo possiede ancora og­gi. Era il 1983 e capitavano sto­rie come questa, nella gioielle­ria Faraone. Le vetrine faceva­no da schermo per acquisti ri­servati, di pietre famose in tut­to il mondo. Lusso e discrezio­ne. Quel negozio è scomparso da via Montenapoleone nel 2001, dopo 56 anni di storia, in cui ha servito tutte le fami­glie dell’aristocrazia e della grande borghesia italiana. Og­gi è pronto il progetto per la riapertura: Faraone tornerà a Milano, la prossima primave­ra. la sfida dell’uomo che ha lasciato Tiffany, dopo averla guidata in Europa negli ultimi vent’anni, per riallacciare il fi­lo della propria tradizione fa­miliare.

Cesare Settepassi, 66 anni, è discendente di una storica di­nastia di gioiellieri fiorentini: «Avevamo il nostro negozio a Firenze dal 1860 – racconta – mentre Faraone a Milano aprì nel 1945. Ogni marchio aveva il suo stile, ma c’erano anche molte cose in comune: la qualità delle pietre, l’origina­lità del disegno, la cura del det­taglio ». Così nel dopoguerra Settepassi-Faraone stringono un sodalizio: «Abbiamo con­vissuto per anni sotto lo stes­so tetto, facendo molta strada insieme». Il fondatore di Farao­ne muore nel 1959, Settepassi rileva la maison e la mantiene, lo stile tende a diventare uni­co, ma i marchi sull’asse Firen­ze- Milano continuano a con­servare il prestigio del gioiello «artigianale» ed esclusivo. «Nel 1989 facciamo un accor­do con Tiffany, nell’intento di crescere ancora», racconta Ce­sare Settepassi.

All’epoca i gioielli america­ni venivano venduti solo da un minuscolo negozietto a Londra. Settepassi è l’uomo che guida l’espansione, apre le boutique a Parigi, Monaco, Francoforte; diventa ammini­­stratore delegato di Tiffany Eu­ropa.

Nel 2001 però viene ven­duto il palazzo di via Montena­poleone in cui i gioielli Tiffany convivevano con i pezzi più tradizionali e ricercati di Farao­ne: «A quel punto – ricorda Settepassi – sembrò giusto se­parare i due marchi, così Tif­fany ha riaperto in via della Spiga. Il progetto di creare una nuova boutique Faraone inve­ce è stato accantonato».

I gioielli Faraone, in questi anni, hanno continuato a cir­colare solo in grandi aste, da Sotheby’s e da Christie’s. Sono diventati pezzi ancora più rari. Tra qualche mese il marchio tornerà in Montenapoleone, «nel posto che gli spetta – conclude Settepassi – in quel­la strada e nella storia di Mila­no ».

Celebrità Maria Callas davanti alle vetrine della gioielleria Faraone di Milano. Il negozio per oltre 50 anni ha servito tutte le famiglie dell’aristocra­zia e della grande borghesia italiana e straniera.