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 2009  luglio 14 Martedì calendario

VIA LIBERA AL GASDOTTO NABUCCO


Adesso che il Nabucco c’è, bisogna trovare cosa farci scorrere dentro. A costo di scendere a compromessi. Ieri ad Ankara i 5 Paesi di transito del gasdotto hanno firmato l’accordo intergovernativo. Nabucco sarà lungo 3300 chilometri, costerà 7,9 miliardi di euro e avrà una capacità di 31 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Attraverserà Turchia, Bulgaria, Romania, Ungheria e Austria.
Del consorzio fa parte anche la Germania. Un progetto ambizioso, spalleggiato dagli Stati Uniti e che, almeno fino a ieri, doveva rappresentare un’alternativa al South Stream di Eni e Gazprom e che aveva la benedizione del Cremlino. Il Nabucco partirà da Erzurum, in Anatolia, per finire in Austria, saltando Russia e Ucraina. Il gas arriverà dal Caspio grazie al condotto Baku-Tbilisi-Erzurum. I lavori partiranno già l’anno prossimo e dovrebbe entrare in funzione nel 2014. A finanziare il 25% ci sarà la Banca Europea di investimenti.
Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha sottolineato come la chiusura dell’accordo sia un’occasione per rilanciare il ruolo della Turchia in campo internazionale, visto che da sola accoglierà quasi 2000 chilometri del condotto. «Abbiamo portato a termine - ha detto Erdogan - un problema per le riserve di energia internazionali. Questo progetto aumenta la nostra importanza». Positivo il commento del presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso, secondo cui il Nabucco «potrebbe avviare una nuova era nei rapporti tra l’Unione europea e la Turchia».
Anche la presidenza di turno svedese dell’Ue plaude alla firma di Ankara, ricordando che «il rafforzamento della sicurezza delle forniture energetiche è questione di interesse strategico per l’Unione europea». Secondo Stoccolma «la firma dell’accordo sul Nabucco è un passo concreto verso la realizzazione del concetto del corridoio meridionale» del gas, promossa dal summit a Praga del maggio scorso.
Il corridoio meridionale comprende, oltre al Nabucco, l’Interconnettore Turchia-Grecia-Italia (Itgi), promossodall’Edison, e il Trans Adriatic Pipeline (Tap), sponsorizzato dalla svizzera Egl e dalla norvegese StatoilHyd
Ma se il numero uno della Ue spera che il progetto abbia lo stesso successo dell’opera di Giuseppe Verdi, altri già iniziano a sentire dolenti note. «Se si trova il denaro per farlo - ha detto Necdet Pamir, specialista turco di affari energetici - poi resterà il problema più grande: l’approvvigionamento». A pesare ci sono gli accordi che proprio l’Azerbaigian, principale fornitore del Nabucco, ha concluso il mese scorso con la Russia per la fornitura di gas. Senza dimenticare la concorrenza.
L’oro blu di Baku è ambito anche da altre condotte che verranno costruite entro breve. In quest’ottica la diversificazione delle fonti più che un’opportunità, diventa una necessità.
Aspiranti fornitori ci sono. L’Egitto e l’Iraq potrebbero fare presto parte della partita, ammesso che il secondo riesca a risolvere i problemi con la Turchia dovuti alla guerriglia del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Il Turkmenistan ha aperto alla possibilità di un suo ingresso, anche abbastanza imminente. E, sorpresa assoluta, a entrare in Nabucco potrebbe esserci persino la Russia, la stessa che si voleva lasciare fuori.
La Turchia lo diceva da due anni che Ankara era aperta a Mosca e ieri è arrivato anche il placet statunitense. Dick Lugar, membro del Senato, presente ad Ankara insieme con Richard Morningstar, inviato speciale Usa per le questioni energetiche eurasiatiche ha detto: «Stiamo cercando di dialogare con la Russia nel settore dell’energia», facendo però capire che le porte per Teheran almeno per il momento, rimangono ben chiuse. Questione su cui il premier Erdogan, dall’alto dei suoi 2000 chilometri di condotto, degli eccellenti rapporti con il governo Ahmadinejad e degli accordi che li legano, la vede in maniera diversa. «Pensiamo che nel progetto ci possano essere chance per la partecipazione anche dell’Iran» ha detto candidamente, mentre Lugar e Morningstar lo guardavano, segno che sull’esclusione di Teheran ci sarà da discutere. Nessun problema per la festa, che non è stata rovinata. Solo la dimostrazione che se il cammino di Nabucco è appena iniziato, le sorprese non sono finite.