Gianni Mura, la Repubblica 14/7/2009, 14 luglio 2009
NOCENTINI E UNA MAGLIA CHE PESA
"La perderò, amen. Complimenti da tutti, non da Contador e Armstrong"
Lance ascolta i Rolling Stones: "Mi sarebbe piaciuto essere Mick Jagger". Il rivale: "Se attacca, non lo inseguo" Silenzio radio: protesta in vista
LIMOGES
Il Noce, così lo chiamano tutti, ha la faccia più felice del Tour e per questo comincio da lui. E´ felice anche di parlare in italiano coi giornalisti italiani, in anticipo di due ore sulla conferenza stampa, anche se il ds Lavenu gli ricorda che è meglio andare a riposare.
«Nascondiamoci da qualche parte» propone. Ci nascondiamo. E lui parla del karaoke, del Brunello, delle canzoni di Tiziano Ferro, le preferite. Parla del momento peggiore al Tour (sul Col d´Agnes) e di una carriera che poteva forse essere diversa, ma a lui sta bene così. «Mi rivedo sul podio a Valkenburg, secondo dietro a Basso, davanti a Di Luca. Avevo più ambizioni. Sono arrivato in una Mapei piena di campioni. Bartoli, Bettini, Museeuw, Freire e c´era da mettersi al loro servizio. L´ho fatto e non mi pento, ma forse mi sono un po´ seduto. In Francia mi pagano bene e l´atmosfera è più distesa che nelle squadre italiane. La maglia gialla la vivo come una ricompensa inattesa ai sacrifici che ho fatto, ma soprattutto a quelli che ha fatto mio padre, muratore, con dieci figli. Ho scalato il Tourmalet a fianco di Contador e la gente incoraggiava me. Sono cose da brivido. Tutti i corridori mi hanno fatto i complimenti, tranne Armstrong e Contador, ma non importa. E´ vero che la Astana mi ha dato una mano, ma io conto di arrivare in giallo fino a Vittel e spero nell´aiuto delle squadre dei velocisti che terranno cucita la corsa. E poi amen, questa maglia la perderò. Mi piacerebbe fare il mondiale a Mendrisio e progetto di correre fino a 38 anni».
La faccia di Armstrong l´hanno vista in pochissimi. Si è rilassato ascoltando la musica dei Rolling Stones e ha detto che non gli sarebbe dispiaciuto essere Mick Jagger. E chissà che questa frase non gli porti il quarto controllo antidoping a sorpresa nello spazio di quattro giorni. La faccia di Contador appartiene a un ragazzo che capisce di essere accerchiato. C´è solo suo fratello Francisco ad aspettarlo sugli arrivi, lo staff ufficiale lo ignora.
Contador ha scelto la via diplomatica. Sa, come sappiamo tutti qui al Tour, che i rapporti con i kazaki sono tra il freddo e il gelido, che Bruyneel andrà con Armstrong a formare una nuova squadra Usa (se si trovano i dollari necessari). Sa che una vittoria di Armstrong al Tour sarebbe fondamentale nella ricerca di sponsor e comunque mediaticamente più quotata della sua. Sa anche di essere più forte di Armstrong ma di avere mani e piedi legati, a meno che non si muova sull´attacco di qualcun altro. Ma chi? I fratelli Schleck annunciano grandi manovre sulle Alpi, ma per ora sono solo parole. Per Contador, il più pericoloso degli avversari è Sastre, «un corridore molto orgoglioso».
Un particolare minuscolo ma significativo per capire il clima in casa Astana. A un certo punto l´addetto-stampa versa un bicchiere d´acqua minerale e lo passa a Contador, che lo allontana con la mano. Stappa un´altra bottiglia d´acqua e beve a canna. L´anno prossimo Contador correrà nella Caisse d´Epargne, la squadra di Valverde, ma intanto ci sono ancora due settimane di convivenza forzata con Armstrong. «Una cosa posso dirla già adesso. Se Armstrong andrà all´attacco sulle Alpi io non lo rincorrerò. Lo facciano altri. E´ vero che c´è tensione nella nostra squadra, ma c´è sempre tensione, quando si vuole vincere il Tour. E´ un clima che non mi disturba. La cosa più importante è che uno dei nostri vinca il Tour».
Se uno dei loro non lo vince, aggiungo, a Bruyneel fischieranno le orecchie per molti anni. Ha in mano quattro assi e nessuno in giro può fare scala reale. Attenzione, però: se Armstrong vuole incastrare Contador deve farlo prima della cronometro di Annecy, e la tappa più indicata, sempre che il boss abbia gambe, pare quella di venerdì, tra Vittel e Colmar, col ripido Platzerwasser come rampa di lancio.
Infine, capitolo Oreillettes. Niente pastrocchio, gli organizzatori si adeguano in toto alla richiesta dell´Uci e oggi non ci saranno contatti radio tra ammiraglie e corridori, come avvenne al campionato di Francia. Vinto, forse non è un caso, da uno sconosciuto ciclista di una squadra di terza categoria che pure di cognome fa Champion, e di nome Dimitri. Gongolano per questo ritorno all´antico gli ex corridori. Hinault: «Se Guimard m´avesse proposto una porcata del genere l´avrei spinto in un fosso». Merckx: «Il bello del ciclismo è l´invenzione, l´attacco deciso in una frazione di secondo». Ds e corridori attuali sono in maggior parte contrari, dunque non escluderei che attuassero oggi una manifestazione di protesta, un abbozzo di sciopero. Tanta solidarietà c´è tra robotizzati e robotizzatori.