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 2009  luglio 14 Martedì calendario

STRASBURGO, LA CARICA DELLE MATRICOLE


Top model e divi tv al fianco di professionisti della politica

All´esordio anche l´ex giudice De Magistris e veterani come Cofferati, Mastella e De Mita

STRASBURGO - Un presidente, Jerzy Buzek, sponsorizzato da Angela Merkel strapazzando l´italiano Mario Mauro. Ma anche Elena Basescu, top model romena oltre che - non guasta - figlia del presidente Traian.
Oggi il Parlamento europeo apre i battenti ai nuovi deputati in una sfilata che racconta le molte facce e le mille contraddizioni di un´Europa unita e in realtà sempre più divisa. Il giudice Luigi De Magistris, salito da Catanzaro a suon di inchieste contestate, voti dipietristi, ora è il possibile presidente della commissione che si occupa dei controlli di bilancio: dovrebbe essere la bestia nera del malaffare europeo. Qualche banco più in là, ecco però Slavi Binev, tenutario di night club dopo essere stato campione di Takewondo. E George Becali, che ebbe i suoi guai come presidente della Steaua Bucarest ed ora con Nuova Generazione è uno dei leader del razzismo e della xenofobia che si sono diffusi in tutta Europa. Poi ecco i divi della cronaca tv, i ritorni con maglie differenti di Mastella e De Mita, personaggi storici in Italia, svaporati anni fa nelle lingue di Bruxelles e Strasburgo.
«Fate squadra». Il ministro alle Politiche comunitarie Andrea Ronchi è arrivato con il solito appello. In prima fila ad ascoltarlo Barbara Matera e Licia Ronzulli, bellezze sopravvissute dai tagli agli entusiasmi europei del Cavaliere che ben più folta schiera aveva proposto. Sobrie, attente. Giovani. Con accanto veterani. In un lato dell´aula Sergio Cofferati, il sindaco di Bologna, elegantissimo, rilassato, attorniato da dirigenti Pd dalemiani e prodiani che mal digerirono primo il suo dominio, poi il suo addio in extremis alla città. A fianco di Ronchi, siede Mario Mauro, berlusconiano cattolico e timorato, ma per sua sfortuna non rientrante in una logica di egemonia tedesca. I popolari tedeschi hanno avuto più voti ed eletti di tutti (99), hanno imposto la loro forza all´Italia seconda, lanciando il docile polacco e prenotando fra due anni e mezzo la poltrona a Martin Schultz, socialdemocratico, reso famoso e importante da Berlusconi che lo definì "un kapò". A Berlino c´è la Grande Coalizione, la rotazione però - un popolare, poi un socialista - a Stasburgo rientra in una logica nazionale inimmaginabile in Italia.
Sono 736 gli eurodeputati, guadagneranno 7.665 euro lordi, più rimborsi a pie´ di lista (e qui c´è tutta una storia) e pensioni. Paga uguale per tutti, è la prima volta, gli italiani ci hanno rimesso più di tutti. Non c´è più il mitico capo del partito dei pensionati italiani («son Fatuzzo e vi parlo del merluzzo»), ma c´è Cristian Engestrom, dei Piratpartiet svedese, gli hacker che hanno preso 200 mila voti. Josè Bovè, il contadino ribelle di Francia, siederà qualche posto a sinistra di Rachida Dati, già ministra di Sarkozy dalla gravidanza telenovela. Dalla fama tv arrivano il francese Jean Marie Cavada, la slovacca Tania Fajon, l´italiano David Sassoli che guiderà il gruppo Pd, il più grosso di una sinistra uscita malissimo dalla urne. Mentre a destra sono giunti a Strasburgo i neonazisti ungheresi, i razzisti olandesi e dei paesi dell´Est, i polacchi dei gemelli Kaczinsky. Raccontano un´Europa che odia l´europeismo. E persino le pietre traballano. Per aprire l´Europarlamento c´è voluto un rafforzamento poderoso di pompieri. I verdi chiedono un´inchiesta dopo che ad agosto 2008 cadde un soffitto che se l´aula fosse stata piena avrebbe massacrato il centrodestra. E a Bruxelles il Berlaymont, palazzo della Commissione riaperto dopo oltre un decennio perché imbottito di amianto, nel maggio scorso è stato svuotato e scioccato da un misterioso incendio.