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 2009  luglio 14 Martedì calendario

ORMAI SIAMO IN BALIA DELLE MODE LA SEGRETERIA RIDOTTA A UN GRATTA E VINCI"


Marini: regole folli e lacerazioni, rischiamo di suicidarci

ROMA - «Il problema non è Grillo, che è un comico serio. Il suo è uno sberleffo, ci dà una scrollata. Il problema vero è l´immagine rovinata del partito che mette in palio al "gratta e vinci" la carica di segretario». Franco Marini, ex presidente del Senato, accusa. Ruvido, com´è nel suo stile di leader storico della Cisl, ma con il pregio della chiarezza.
Senatore Marini, in vista del congresso il Pd sembra essere diventato una polveriera.
«La cosa surreale è che personaggi improbabili, senza preparazione né attitudine, pensino seriamente di poter fare il segretario del partito. Un giornalista importante o un amico al bar li esorta: "Fai tu il segretario". E loro, invece di rispondere da persone normali con un "che dici, proverò a diventarlo nei prossimi anni", scendono in campo sul serio. Capita solo a noi. Il problema nel Pd è che si svilisce il senso di una responsabilità importante e grave quale è quella di segretario».
Si riferisce al "terzo candidato", lo scienziato-senatore Ignazio Marino?
«Sì, a lui. Ma anche ad altri che in varie occasioni avevano mostrato disponibilità».
Perché questo caos?
«Sarà uno dei temi centrali del congresso. Penso ci sia il cedimento a un´idea di partito con tante regole bizzarre e perciò senza regole, lasciato nella sostanza a tutti i venti del consenso mediatico del momento».
Responsabilità anche sua. Volevano farla presidente del Pd e non ha accettato.
«A 76 anni, basta cariche. Ho avuto ruoli certo, ma dal 2006, da quando diventai presidente del Senato, non più. C´è stata una caduta di responsabilità del gruppo dirigente. Siamo l´unico partito al mondo a scegliere il segretario con le primarie. Le primarie vanno benissimo per i sindaci, per i presidenti della Provincia, ma eleggere così un segretario è come dire che l´amministratore di un condominio viene deciso da chi abita nel palazzo accanto».
È la posizione di Pierluigi Bersani, lo sfidante di Dario Franceschini alla leadership del Pd. Eppure lei appoggia Franceschini.
«È Bersani che sul partito la pensa come me. Appoggio Dario che ha bloccato lo smottamento del Pd. Grazie a lui, il partito ha tenuto. Il guaio è che abbiamo uno statuto che sembra fatto dal dottor Stranamore. È un catalogo di contraddizioni, c´è anche un forte rischio di inquinamento, nel senso che avversari politici possono presentarsi ai gazebo e votare per l´uno o l´altro dei candidati».
Lei cosa propone?
«Alla convenzione dell´11 ottobre, che peraltro conta poco e niente così come è stato ridotta, bisogna farsi dare il mandato per rifare da cima a fondo lo statuto, perché quelle regole uccidono qualsiasi forza politica».
Statuto a parte, secondo lei pecca davvero di leggerezza - come ha detto Marino - un partito che affida la segreteria di un circolo a un uomo che anni fa era stato accusato di stupro?
«Ma quale leggerezza... Le accuse di Marino sono fuori luogo, chi può capire che uno con comportamenti normali abbia una doppia personalità e doppia vita?».
Il Pd alla ricerca del nuovo esalta la Serracchiani.
«Il Pd deve rinnovarsi. Ma la Serracchiani, che ha fatto un bel discorso in un´assemblea e ha preso un buon consenso alle europee, ha le credenziali per diventare segretario nazionale? Va valorizzata ma affidandole, come hanno proposto in Friuli, la responsabilità regionale».
Un Pd così diviso rischia di compromettere il suo ruolo di primo oppositore di Berlusconi.
«Sono convinto che per i problemi che ha il paese ci sia bisogno di una grande forza di opposizione, questa è la ragione per cui auspico che in un confronto serrato Franceschini e Bersani sappiano dare il senso di un partito unito».
Grillo deve presentarsi o no?
«Grillo per il Pd è un avversario politico, perciò quale partito gli potrebbe dire "entra"? Mi auguro si fermi, allora gli manderò un biglietto per ringraziarlo».