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 2009  luglio 12 Domenica calendario

 LA LUCE, NON IL PETROLIO LA VERA RICCHEZZA DEL DESERTO


Il deserto affascina e intriga da sempre. La poesia l´ha talmente saccheggiato che è diventato un cliché da evitare. Il cinema ne ha fatto un luogo d´avventura senza uscita. Uomini eccezionali come l´esploratore e naturalista Théodore Monod (1902-2000) lo hanno attraversato in tutti i sensi per rivelarne le ricchezze inaudite e invisibili e per trovare la genesi del nostro pianeta. René Caillé, nel XIX secolo, fu il primo francese a spingere le porte del deserto e avventurarsi fino ai suoi limiti estremi. Lawrence d´Arabia ci ha trovato i pilastri della saggezza e un luogo di riconciliazione tra Oriente e Occidente. Jean-Marie Gustave Le Clézio, premio Nobel 2008, ne ha fatto un tema sublime per un romanzo sui percorsi dell´esilio intitolato Deserto. Altri pensano soltanto alle sue profondità e all´oro nero che vi si trova. Ma indipendentemente dal modo in cui ci rapportiamo al deserto, siamo senza certezze, senza pretese. Perché la sua vastità, il suo spazio infinito, la sua luce e i suoi miraggi ci riducono a un granello di sabbia, e ci troviamo di fronte ai nostri limiti e alle nostre illusioni.
Il deserto non è il nulla. Non è vuoto; non è morto. uno spazio vivo la cui sola vista ci porta a metterci in discussione.

E poi ci diciamo: che cosa fare di tutto questo spazio? Che cosa fare di questo sole costante e di questa immensità con cui in ogni caso non ci si può misurare? L´oceano fa meno paura del deserto. Eppure, quando lo si studia con pazienza e umiltà, con intelligenza e inventiva, non solo si può renderlo molto utile ma anche molto vicino all´uomo che vive nelle città o nelle campagne.
 in quest´ottica che si pone il progetto Desertec, un ambizioso progetto europeo per lo sfruttamento dell´energia dei deserti. La potenza nascosta del deserto sarà finalmente messa a frutto per produrre quella che viene chiamata «energia verde», pulita, e che ridurrà le emissioni di anidride carbonica e rafforzerà la sicurezza dell´approvvigionamento energetico per l´Europa, il Nord Africa e il Medio Oriente. In Marocco e nel Mar Rosso, per generare un complemento d´elettricità, è già in uso lo sfruttamento dell´energia eolica.
Senza entrare nei dettagli tecnici, che non conosco, trovo straordinario che la scienza riesca a escogitare simili progetti per cercare di migliorare le condizioni di vita del pianeta, proteggere il clima e garantire l´acqua potabile all´umanità. Gli uomini sono capaci sia di fare ricerche approfondite e sofisticate per trovare l´arma migliore per uccidere il maggior numero di persone, sia di mettere la loro intelligenza al servizio della sopravvivenza del pianeta. Come dico spesso ai bambini delle scuole a proposito del Bene e del Male, l´umanità può produrre tanto un Mozart quanto un Hitler. Allora quando gli scienziati si dedicano al deserto per trarne il meglio, non posso che applaudire e smettere di disperare completamente di quest´umanità.
Così il sole maghrebino non sarà più sinonimo di siccità ma diventerà una fonte di vita e di luce. Luce elettrica ma anche luce spirituale, poiché, come ha dimostrato Théodore Monod, nel deserto e nel suo mistero si desta e vive la spiritualità, quella che ci avvicina al cuore del mondo e ci allontana dal suo sporco involucro i cui luccichii sono solo menzogne.
La luce verrà da lontano; cambierà delle vite creando posti di lavoro e, viaggiando sull´acqua del mare, consoliderà un legame formidabile tra il sud e il nord, un ponte di luce e di vita. Questo progetto scientifico, se verrà applicato per gli usi concreti e nel rispetto degli uomini e del loro ambiente, diventerà una splendida metafora della cooperazione tra le genti del deserto e le genti delle città sovrappopolate.
Per il poeta sufi (mistico) Ibn Arabi (1165-1241) il deserto è «l´immaginazione assoluta». Non a caso nel Corano si dice che «la luce non è il fuoco». dal deserto, da quell´immensità che ha l´aspetto dell´eternità, che emerge l´Invisibile e che uomini di scienza hanno fatto di quell´Invisibile una fonte di chiarezza e di vita.
Si sa che ai Paesi del Golfo il petrolio non ha portato soltanto ricchezza materiale. stato accompagnato da problemi che hanno spinto un osservatore della regione a commentare che «la manna del petrolio è in realtà una disgrazia». Il Marocco non ha petrolio ma ha un Sahara eccezionale. Che da questa regione possa scaturire la luce che illuminerà l´occidente è una benedizione della natura e della scienza. Dobbiamo sperare che gli uomini siano all´altezza di questa bella ambizione e non se la lascino sfuggire per ragioni commerciali.

(Traduzione di Elda Volterrani)