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 2009  luglio 13 Lunedì calendario

Luca: "Ho paura, vorrei morire ora" Carcere Regina Coeli, sabato 11 luglio, ore 11. L’avvocato Giorgio Olmi incontra in parlatorio, per la prima volta dopo l’arresto, il suo assistito Luca Bianchini

Luca: "Ho paura, vorrei morire ora" Carcere Regina Coeli, sabato 11 luglio, ore 11. L’avvocato Giorgio Olmi incontra in parlatorio, per la prima volta dopo l’arresto, il suo assistito Luca Bianchini. Stralci della versione integrale del testo del colloquio. Come stai Luca? "Se potessi morirei, eppure sopravvivo. [...] Ho paura. In questa vicenda sono diventato per tutti un mostro". Che cosa hai fatto? "Niente. Credo che sia successo tutto per quel precedente del ’96, quando mi sono lasciato andare ad un impulso irrefrenabile verso quella donna. [...] Alla fine ho voluto punirmi, mi sono ferito profondamente con un coltello ad una coscia. [...] Ma sono cose di tanti anni fa, ero un ragazzo e capita ai giovani di attraversare un momento oscuro, di fare delle cose di cui si pentono". La polizia ha trovato un file nel tuo computer con le pagine dei giornali che parlavano dello stupratore. "Studio giurisprudenza e in prevalenza diritto penale, sono da sempre appassionato di criminologia. Ho tanti libri che trattano di questo argomento. Questo caso mi ha preso, ho tanti altri documenti di questo genere". Visto che hai letto i giornali, come rispondi alle accuse che ti fanno? "Non ho mai posseduto in vita mia nessun tipo di passamontagna, né tanto meno quel famoso mephisto di cui tutti parlano. Non ho mai avuto un coltello a serramanico. A casa mia hanno trovato solo un taglierino dalla lama lunga tre centimetri e mezzo che usavo per lavoro. Le cartine topografiche che hanno trovato nel mio computer riguardano le zone della città in cui passeranno le nuove linee della metro. E soprattutto di quell’uomo che stupra si è sempre detto che zoppicava e io non zoppico. Ho letto poi che a una delle tre donne aggredite sarebbe stato sottratto un documento d’identità che ovviamente da me non è stato trovato". [...] C’è compatibilità tra il tuo Dna e quello trovato sulle vittime. "La compatibilità non è la stessa cosa dell’identità. Potrebbero esserci tantissime persone che hanno il loro Dna compatibile con il Dna trovato sulle vittime delle aggressioni [...]". Nel Pd è scoppiata una bagarre, ti hanno espulso. "Sono molto amareggiato. Il Pd mi tratta come un volgare delinquente. Ho sempre lavorato per il partito, impegnandomi in attività sociali, l’ultima cosa grossa è stata la raccolta nella sezione del Torrino di viveri per i terremotati dell’Abruzzo. La mia militanza politica deve indurre i responsabili del Pd che mi hanno dato incarichi a non abbandonarmi e ad avere piena fiducia in me. Voglio convincermi che la mia militanza politica non c’entri nulla con la vicenda che mi ha coinvolto. Nel partito ci credevo. Negli ultimi giorni sono stato proprio io a dare la tessera a Gavino Angius che abita vicino alla sezione del Torrino". [...] Cosa vuoi che faccia per te? "La mia vita è nelle tue mani. In una devi tenere il codice e in un’altra il mio cuore. In questa bolgia in cui sono precipitato ho bisogno di sapere che qualcuno mi vuole bene. Ma soprattutto voglio che venga ristabilito sulla stampa il mio onore e che venga messo in evidenza tutto ciò che ho fatto di buono in questi 32 anni di vita". (13 luglio 2009)