La stampa 13/7/2009, 13 luglio 2009
FINALMENTE ANCHE MILANO AVRA’ VOCE"
Renato Pozzetto, fino a poco tempo fa presidente della Lombardia Film Commission, da amico personale del Senatùr cosa ne pensa di questa Cinecittà Milanese?
«Voglio fare i complimenti a Umberto Bossi e ai suoi collaboratori, perché sembrava un sogno impossibile e invece è successo. Con gli studi significa aprire una concorrenza sul mercato e creare posti di lavoro. Non sarà una cattedrale nel deserto come successo altrove. A Milano male che vada le produzioni che riguardano le pubblicità funzionano sempre. Poi è chiaro che il cinema è un modo di comunicare e ai politici la comunicazione interessa sempre».
Perché Milano è sempre stata ai margini dell’industria cinematografica?
«Perché i film si potevano anche girare qui, ma poi fatalmente si andava a finire a Roma, perché gli stabilimenti erano là, così come tutta la struttura. A Milano invece c’è solo il cinema dedicato alla pubblicità che si fa per lo più nel capoluogo lombardo».
Bossi dice che spostando le produzioni a Milano finalmente i film sapranno rappresentare la cultura del Nord. Concorda?
«E’ vero che quando a Milano non c’era niente, anche l’umorismo era una cosa romana. Tant’è che anche nella parlata milanese hanno trovato spazio i vari «aho’» i «che ”ffai?» romani. Perché era il cinema a portare questi modi di dire. E sviluppandosi a Roma, era più facile per un regista o per un attore romano dedicarsi al cinema, quando a Milano non c’era nulla. E’ anche per quello che noi, insieme con Dario Fo e altri, ci siamo dati da fare inventandoci il cabaret».
Cosa cambierà con «Milano Cinema»?
«Più ci sarà un cinema del Nord maggiori saranno le occasioni per i registi del Nord, che pure sono aumentati negli ultimi anni. Ma non solo per loro. Si apriranno opportunità importanti anche per quelli che si dedicano alla sceneggiatura, alla scenografia, all’aiuto regia, al montaggio. Aprire gli studios vuol dire aprire opportunità. Non è una cosa automatica, ma prepara la strada».
Come è andata la sua esperienza nella Film Commission, la commissione per lo sviluppo del cinema in Lombardia?
«Avevo ereditato una situazione disastrata. Il sindaco ci ha dato un mano e abbiamo investito nell’ospitalità, mettendo a disposizione dei produttori un bell’ufficio nel centro di Milano, segretarie e attrezzature. Da quando l’ho presa in mano io, le produzioni su Milano sono aumentate di dieci volte».