Marcello De Cecco, Affari & finanza 13/7/2009, 13 luglio 2009
OTTO GRANDI ZERO RISPOSTE
Come quasi sempre accade in occasioni del genere, anche il Vertice dell’Aquila si è concluso con un "Sommario del Presidente", un documento di otto pagine a spazio tre, che ha una buona parola per tutti, a cominciare dai poveri terremotati dell’ Aquila, che hanno più o meno volontariamente ospitato il vertice stesso.
I leader dei paesi chiamati all’incontro hanno discusso, secondo il Sommario, un programma di ripresa economica globale, le risorse future dello sviluppo e le politiche per uno sviluppo responsabile. Lavoreranno insieme per una ripresa equilibrata, prendendo nella giusta considerazione appropriati aggiustamenti nei risparmi. Politiche per migliorare le reti di sicurezza sociale, che includano la salute e l’educazione, così come gli investimenti in infrastrutture e innovazione contribuiranno ci assicura il Sommario a un modello di crescita più equilibrato e sostenibile.
Il Sommario afferma che un risultato concreto della partnership formatasi all’Aquila è il significativo progresso ottenuto in materia di commercio internazionale.
I leader si sono impegnati a resistere alle tendenze protezionistiche, affermando che mercati aperti sono cruciali per la crescita e lo sviluppo economico. Essi sono certi che la conclusione positiva del Doha Round darà un contributo essenziale a ristabilire la fiducia, favorire la ripresa e lo sviluppo. Per questo dicono che i tempi sono maturi per sbloccare i negoziati e concluderli nel 2010 con esiti ambiziosi ed equilibrati.
Una lunga sezione del Sommario è, come ci si poteva attendere, dedicata alla economia Mondiale. I leader hanno discusso lo stato delle cose e le misure straordinarie adottate. Hanno notato segni di stabilizzazione e miglioramento della fiducia. Ma hanno ritenuto di riaffermare il loro impegno ad assumere le misure decise ai vertici di Washington e Londra. Le politiche adottate per sostenere l’economia mondiale e riparare il sistema finanziario continueranno per tutto il tempo che sarà richiesto per ottenere uno sviluppo sostenibile e di lunga durata. Le riforme del sistema finanziario saranno adottate prontamente, assicurando condizioni uguali per tutti i partecipanti. I leader si impegnano anche a considerare come prioritaria la dimensione sociale della crisi, mettendo al primo posto le persone e i loro problemi e promuovendo una azione globale per l’occupazione e la protezione sociale.
La crisi continua il Sommario ha rivelato l’importanza della integrità e trasparenza nella condotta degli affari economici internazionali, allo scopo di rafforzare l’etica negli affari. Si continuerà quindi nel solco di iniziative comuni precedenti a livello Ocse e nel prossimo vertice di Pittsburgh.
La cooperazione internazionale sarà rafforzata per combattere la corruzione, l’evasione fiscale, il riciclaggio della moneta e il finanziamento del terrorismo. Si opererà anche con una azione comune nei confronti di membri della comunità internazionale che non vogliano collaborare a questi fini.
Guardando più in là della crisi, i leaders riuniti all’Aquila si sono impegnati ad assicurare la sostenibilità fiscale a medio termine mediante strategie di uscita appropriate. Essi sono decisi a mettere la crescita economica su "un sentiero più solido, verde, innovativo e sostenibile". Sono d’accordo anche sulla necessità di fronteggiare la volatilità eccessiva dei prezzi dell’energia e dei prodotti agricoli, e a migliorare il funzionamento dei mercati globali delle merci, anche mediante la regolamentazione e la supervisione efficace dei mercati dei prodotti derivati, per migliorarne la trasparenza e combattere la speculazione dannosa. E non hanno nemmeno dimenticato di affermare l’importanza di un clima positivo per gli investimenti esteri e per l’innovazione, mentre si combattono la contraffazione e la pirateria economica.
Mi pare che ce ne sia abbastanza, senza andare avanti nella citazione del Sommario del Presidente, per capire che i leader vogliono convincere l’opinione pubblica mondiale di essersi efficacemente dedicati, nelle tre giornate aquilane, al fattivo miglioramento delle cose del mondo, che vanno veramente parecchio male. Sul palcoscenico mondiale, proprio in coincidenza con il Vertice, hanno infatti dato orribile spettacolo i fatti del Sinkiang. Mentre, sempre in coincidenza col Vertice, il Vaticano ha ritenuto opportuno pubblicare il testo della enciclica papale "Caritas in veritate".
Del primo accadimento non sembra possibile trovare una eco nel Sommario. Ma la sottolineatura della sua importanza è stata data dal precipitoso abbandono da parte del presidente cinese, dei lavori del vertice stesso per rientrare a Pechino.
Anche del secondo accadimento è arduo trovare una traccia sensibile nel Sommario. C’è il riferimento alla necessità di mettere le persone al primo posto e di occuparsi prioritariamente di problemi sociali e dell’occupazione. Ma l’enciclica, come d’altronde molte voci che si sono levate sin dall’inizio della crisi, e alcune anche da molto prima (tra esse quella di papa Wojtila), contestano in maniera assai più radicale il modello di sviluppo che il capitalismo mondiale ha adottato da qualche decennio. I leader riuniti nel Vertice danno invece l’impressione chiara di considerare il modello finora seguito valido e da mantenere, anche se è necessario sottoporlo a modifiche e riforme anche profonde. Il messaggio che viene dall’Aquila, infatti, è che la stabilizzazione è in atto e la ripresa non è inevitabile ma che è del tutto possibile che essa si realizzi se, come appunto il Sommario nota, saranno introdotte le misure che il Sommario stesso enumera.
Ma siamo veramente sicuri che, una volta tanto, non abbia ragione il radicalismo economico papale? Siamo veramente certi che basti una riforma qui e lì per riportare alla sanità la finanza mondiale, dopo che essa ha fatto un fallimento tanto clamoroso da richiedere la mobilitazione di risorse finanziarie immense, certo sufficienti, se applicate in modo appropriato, ad affrontare con successo i problemi della fame nel terzo mondo e della disoccupazione nel primo?
E sono certi, i leader riuniti all’Aquila, che sia possibile tornare a condizioni di risparmio adeguate, come auspicano nel Sommario, senza squilibrare ulteriormente un modello di crescita mondiale basato sui consumi sempre crescenti di un solo paese, gli Stati Uniti?
Non credono, gli stessi leaders, che quel che il consigliere di stato cinese Dai Bingguo ha affermato durante i lavori, a proposito della necessità di trasformare in senso pluralistico il sistema monetario internazionale, riducendo il ruolo del dollaro, possa essere incompatibile con gli squilibri sia dell’economia statunitense che di quella del resto del mondo, in primo luogo di quella cinese?
Non pensano , inoltre, che vi sia la possibilità che una strategia d’uscita anche solo moderatamente rigorosa comporti nuovi crolli e forse persino la distruzione di molti mercati finanziari, come quelli dei derivati e quelli del petrolio e delle materie prime? Da parte dei leader di alcuni dei paesi più importanti che hanno partecipato al Vertice, infatti, come ad esempio la Gran Bretagna, si sono efficacemente esorcizzate tutte le possibilità che alcuni di questi mercati fossero controllati a livello europeo e che anche le banche internazionalmente rilevanti lo fossero.
E non è anche accaduto che la Germania abbia deciso di cercare e introdurre soluzioni esclusivamente e rigorosamente nazionali alla crisi dei suoi principali intermediari finanziari ?
La realtà mondiale, si può suggerire sommessamente ai leader riuniti all’Aquila, forse mostra contraddizioni intime delle quali nel Sommario non c’è traccia. Coscienza assai maggiore di esse, invece, mostrano gli estensori della enciclica papale, forse perché a loro è dato suggerire soluzioni che, improntate al dettato della teologia cattolica, non sono condivisibili che da coloro che vogliono risolvere tutti i problemi in termini di fede.
Nelle riunioni dell’Aquila, si sarebbe forse potuto provare a risolvere gli squilibri del sistema mondiale in termini di ragione.