Antonino D’Anna, ItaliaOggi 11/7/2009, 11 luglio 2009
I contadini Usa fra Twitter e Facebook - Per carità, non chiamateli contadini. Non hanno più scarpe grosse e cervello fino, ma usano costantemente iPhone, Blackberry, Twitter e Facebook
I contadini Usa fra Twitter e Facebook - Per carità, non chiamateli contadini. Non hanno più scarpe grosse e cervello fino, ma usano costantemente iPhone, Blackberry, Twitter e Facebook. L’agricoltura si evolve e l’hi tech supera gli steccati di qualunque impresa, basta fare un giro in Rete per approdare negli States. Dove lo smartphone permette non solo di usare fogli di calcolo per tenere aggiornati dati e statistiche, ma ricevere anche alert meteo o tenersi in contatto con i «colleghi». E scambiare opinioni e consigli con loro. Ad aver soprattutto cambiato la faccia dell’agricoltore moderno sono stati i social network come Facebook, sui quali è possibile fare parte di uno o più gruppi. E scoprire come campi, trattori, mietitrebbie non siano più un argomento «per maschi». Proprio sul «libro delle facce», oltre a enti statali come il Dipartimento per l’Agricoltura del Minnesota, ecco il gruppo «California Women for Agriculture» (Californiane nell’agricoltura, 299 iscritte all’indirizzo: www.facebook.com/group.php?gid=19614611688). Si dichiarano «decise ad agire come ’Californiane per l’Agricolturà’ in qualità di gruppo non partisan, non settario, non commerciale e come voce per l’agricoltura». Gli obiettivi? «Promuovere un programma educativo per sviluppare l’interesse delle californiane nell’agricoltura; coinvolgere le californiane a schierarsi a favore di essa in modo intelligente, informativo, diretto e veritiero; (_) migliorare l’immagine pubblica degli agricoltori e sviluppare rapporti tra le comunità agricole di tutto lo stato». La piazza virtuale di Facebook permette spunti interessanti. Ecco Lynn Figone, vicepresidente delle CWA, che invita le «contadine» a «mettere in comune le vostre storie. Ora come non mai è importante educare amici, vicini e consumatori sull’importanza dell’agricoltura nella nostra vita». Perché, spiega: «Dobbiamo rendere tutti certi del fatto che abbiamo una fonte affidabile di alimentazione non solo per noi, ma anche per i nostri figli». Non solo Facebook, però. C’è anche Twitter, il famoso sistema di microblogging in 140 caratteri. il caso di Civil Eats (http://civileats.com/), sito dedicato ad un’agricoltura e alimentazione sostenibili nel rispetto dell’ambiente «per la costruzione di comunità economicamente e socialmente giuste», dice la presentazione. Con oltre 40 editorialisti, è sbarcato su Twitter grazie a una di loro, Paula Crossfield. A seguirla circa 2.300 persone, tra gli argomenti: il suo giardino «autarchico» in piena New York. Michelle Obama e l’orto della Casa Bianca hanno fatto scuola: bastano 140 caratteri.