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 2009  luglio 13 Lunedì calendario

MEDIASET E SKY, PARTITA DA UN MILIARDO


Pier Silvio Berlusconi ha assoluto bisogno dei diritti televisivi del calcio per lanciare il digitale terrestre. Le cifre dell’asta

La guerra, per ora, ri­mane fredda. La pubblicazione dei bandi sui diritti tele­visivi del calcio per il bien­nio 2010-2012 è solo il fi­schio di inizio di una nuova contesa fra Sky e Mediaset, dopo il sorpasso della pay-tv di Rupert Murdoch sul Biscione annunciato dall’Autorità per le comuni­cazioni. Da oggi la sfida si sposta sulle offerte che i broadcaster faranno per as­sicurarsi la serie A. Costi e ri­cavi del pallone decideran­no chi sarà il numero uno delle tv in Italia nei prossi­mi anni.

Intorno ai due colossi pronti a mettere sul banco centinaia di milioni di euro ci sono altri soggetti. Rai, Dahlia, il gruppo Telecom, forse Conto Tv entreranno nella partita con somme molto inferiori.

Cifre e pacchetti
Il dibattito sulle cifre e i pacchetti, al momento, è an­cora piuttosto caotico. Un passo indietro può chiarire la situazione. Nell’ultima stagione, Sky Italia ha speso 501 milioni di euro per offri­re la serie A in esclusiva via satellite. Mediaset ha inve­stito 101 milioni con la sua pay Premium che trasmette sul digitale terrestre (Dt). Il secondo operatore di Dt è cambiato in corso di stagio­ne quando Cartapiù di La7 (Timedia-Telecom) è stata ceduta a Dahlia, controllata dalla svedese Air Plus della famiglia Wallenberg.

Dahlia ha assunto gli impe­gni di Timedia, che erano pari a 29 milioni di euro.
I gol in chiaro, ossia gli hi­ghlights di Novantesimo mi­nuto e la Coppa Italia, han­no portato ai presidenti del­la Lega calcio poco meno di 46 milioni in tutto, di cui cir­ca 36 a carico della tv di Sta­to, 8 da Mediaset e 2 milioni di euro da Sportitalia, gesti­ta da Bruno Bogarelli per conto di Tarak ben Ammar, il produttore franco-tunisi­no che resta l’unico trait-d’ union noto fra gli arcirivali Murdoch e Berlusconi, tra i due gruppi oggi guidati dai figli James Murdoch e da Pier Silvio Berlusconi.

Completano gli introiti le poche decine di milioni dei diritti esteri e dei new me­dia, dai telefonini ad Alice.

A sfamare gli dei dello sta­dio è insomma la pay, con Sky che ha speso quasi il quadruplo di Mediaset e Dahlia. La battaglia è qui e sarà qui che l’advisor della Lega Calcio Infront, guidato da Marco Bogarelli, fratello di Bruno, e da Andrea Loca­telli, farà leva per superare quella base di 900 milioni di euro complessivi richiesta dalla Lega. La commissione per Infront, tenuta finora ri­servata, è molto bassa sotto la soglia minima: lo 0,2%. Oltre i 900 milioni c’è un pri­mo scatto consistente e a 1 miliardo più 1 euro Infront incasserebbe oltre 20 milio­ni di euro.

I sogni della Lega
I presidenti di serie A so­gnano 1,2 miliardi di euro, pretendono almeno 1 mi­liardo e sarebbero contenti di chiudere a 1 miliardo e 50 milioni di euro. un obiettivo ambizioso in tem­pi di crisi visto che farebbe incrementare di circa il 50% i 631 milioni di euro di in­cassi pay nel 2008-2009. I minimi pay fissati dal ban­do Infront sono di 864 milio­ni (2010-2011) e 893 milioni (2011-2012). Almeno nei di­ritti, stracceremmo gli ingle­si. Il recente rinnovo dei di­ritti 2010-2013 della Pre­miership, il campionato di calcio più ricco del mondo, è stato molto più austero.

Hanno vinto BSkyB del gruppo Murdoch ed Espn (Disney) che si è sostituita agli irlandesi di Setanta, in­solventi dopo un dribbling finanziario di troppo. I due network verseranno 594 mi­lioni di sterline all’anno (692 milioni di euro) e tra­smetteranno solo 138 parti­te (115 BSkyB, 23 Espn) con­tro una serie A in versione integrale (380 partite).

Per arrivare all’oro delle tv va affrontato il problema delle proporzioni fra piatta­forme. Adesso è 4 euro a 1 per il satellite. Per il nuovo contratto si parla di 65% dei soldi dal satellite, 35% dal Dt. Ma in Lega circolano ci­fre più vicine allo status quo attuale. Sky dovrebbe salire da 500 a 700 milioni di euro all’anno. Mediaset dovreb­be più che raddoppiare a quota 250 milioni. Anche Dahlia dovrebbe fare uno sforzo robusto dai 29 milio­ni del campionato scorso.

Parabola o decoder?
 chiaro che i broadca­ster faranno orecchie da mercante. Nei bandi d’asta Sky ha di fronte un minimo di 584 milioni. Dahlia, di 70. Mediaset, di 210. Le due pay digitali hanno bisogno assoluto del prodotto calcio per lanciarsi, con Premium che ha dichiarato 3,5 milio­ni di tessere al giugno 2009 contro le 200-300 mila di Dahlia.

La trattativa si giocherà molto sui bacini di utenza. Al momento, in Italia ci so­no 6,8 milioni di parabole per la ricezione satellitare.

Sky ha 4,8 milioni di abbo­nati di cui 3 milioni di solo calcio.

A fine 2009 il Dt sarà ac­cessibile a 6,6 milioni di fa­miglie (27% del totale). A di­cembre del 2010, quando il primo campionato di cui si vendono adesso i diritti sa­rà in corso, le famiglie con il Dt saranno 16,4 milioni (68%). L’anno dopo si passe­rà a 19,8 milioni (81%) per completare il switchover nel 2012. Sky ha il divieto di operare in Dt fino a tutto il 2011 in base ai vincoli impo­sti dall’Ue. Quindi al mo­mento non ha accesso a un fronte di mercato in forte sviluppo. Eppure anche per Murdoch il calcio è vitale. Pagarlo troppo significa per­petuare la situazione rias­sunta da Fedele Confalonie­ri di Mediaset: loro ricava­no di più, noi facciamo più utili.

Il match, insomma, è po­co spettacolare e molto tatti­co, uno zero a zero ai rigori. Un presidente di A si espo­ne con un pronostico: «Non chiuderemo l’accordo pri­ma di febbraio o marzo del 2010».