Dario Di Vico, Corriere economia 13/7/2009, 13 luglio 2009
LA TERZA VIA DI PLATINI
& BLANC-
Perez si indebita e il Milan molla la presa. Ma la Juve spende senza «rosso»
Persino Roman Abramovich si sarebbe convinto. Se si spende più del 60% dei ricavi per pagare gli stipendi ai giocatori non si potrà mai raggiungere il pareggio (di bilancio). Le perdite dei grandi club sono da record: l’ultimo bilancio dell’Inter presenta un rosso di 148 milioni, il Milan di 68, il Chelsea di 83 e con la sua strabiliante campagna acquisti il Real Madrid si candida a capofila delle aziende indebitate. Parte da un indebitamento di 562 milioni ai quali vanno aggiunte le spese per Cristiano Ronaldo, Kakà e Benzema, stimate in 216 milioni. Le banche (Caja Madrid e Banco Santander) hanno finanziato Florentino Perez con due prestiti da 150 milioni. In definitiva il Real che fattura 333 milioni ha un indebitamento di 800 milioni e dovrà con la gestione ordinaria pagare il servizio al debito e remunerare gli azionisti. E’ vero che la fiscalità spagnola sugli stipendi agli stranieri è molto vantaggiosa - 18 punti in meno dell’ Italia - ma non basta. C’è un problema di sostenibilità che è difficile eludere e che ha convinto coloro che (Silvio Berlusconi prima e Abramovich dopo) erano stati i Perez di ieri. Anche perché il comportamento delle banche spagnole fa sensazione. Immaginate dopo la Northern Rock gli istituti di credito inglesi disposti a aprire il portafoglio per finanziare Chelsea o Liverpool? E le banche italiane usare i Tremonti bond per aiutare i grandi club?
Tifosi e bilanci
La linea della sostenibilità è quella su cui il vertice della Uefa, Michel Platini in testa, si vuole spendere con un programma triennale. In Italia il più convinto assertore del Platini pensiero, vuoi per continuità bianconera vuoi per francofilia, è Jean Claude Blanc l’amministratore delegato della Juventus. «Quello del calcio è un business dove vince chi perde più soldi. E’ un paradosso che non può durare all’infinito». Il paradosso in realtà si spiega con la particolare corporate governance che condiziona il calcio: una società risponde sì ai suoi shareolders ma anche a un tipo particolare di stakeholder, il tifoso che per sua natura non vuole pensieri e quando sente odore di sostenibilità va anche in piazza a contestare come è successo per il Milan. Ma Adriano Galliani va per la sua strada e il Chelsea si è dato l’obiettivo del pareggio di bilancio in tre anni. Però visto che nessun grande team europeo rinuncia programmaticamente al successo, la sfida è contemperare sostenibilità e Coppe. Blanc ha anche stilato una singolare tabellina per chiarire a se stesso prima che agli altri i rapporti di forza sportivi tra Inter e Juve. I nerazzurri hanno chiuso il bilancio a -148 milioni e i bianconeri in pareggio, ma Mourinho sul campo ha staccato di dieci punti l’abbinata Ranieri-Ferrara. Ergo ogni punto che la Juve vuole recuperare all’Inter sulla carta costa circa 15 milioni. Si spiega così l’apparente contraddizione tra gli inviti alla prudenza finanziaria di Blanc e una campagna acquisti comunque costosa.
Viaggio a Juventopoli
Che sostenibilità e successo possano andare di pari passo lo dimostrano i casi di Manchester United e Barcelona, le due finaliste della Champions League. Si possono soddisfare gli stakeholder tenendo d’occhio il bilancio, la condizione è non sbagliare niente. Basta prendere un Poulsen al posto di Xabi Alonso. In ossequio a questi principi Blanc pare che stia operando con perizia: il nuovo stadio partirà con il modello Arsenal-Emirates ovvero lo sponsor avrà diritto al nome, sono previsti accordi per far diventare lo stesso stadio un’ area shopping aperta 24 ore per sette giorni, sta ottimizzando le sponsorizzazioni per dare più visibilità agli investitori, sta costruendo una rosa in cui campioni e giovani si bilanciano.
Sempre secondo Blanc, Torino- città non è troppo piccola rispetto a Juventopoli, il bacino torinese può alimentare finanziariamente una squadra che punta al top europeo nonostante la posizione geografica eccentrica rispetto alla diffusione del tifo bianconero in tutta Italia. (Una volta si era addirittura parlato di far giocare la Juve a Reggio Emilia!) «In Inghilterra ha più soldi il Manchester delle squadri londinesi e quindi la città di per sé non è mai un handicap ». Per avere un bilancio in ordine bisogna anche saper ottimizzare: i campioni non sono mai delle bandiere - come pensano gli stakeholder ma una volta spremuti (ma ben pagati) vanno mollati. E’ stato quest’anno il caso di Nedved, che i tifosi avrebbero voluto ancora e il tema si riproporrà con Del Piero.
Ma un percorso come quello disegnato da Blanc per avere chances di successo ha bisogno di nuove regole di sistema. E qui entra in gioco l’asse francofono con Platini. L’intenzione della Uefa è quella di impedire entro un lasso di tre anni l’iscrizione alla Champions League per le squadre che, a giudizio delle Covisoc europee, non hanno il bilancio in ordine. Una decisione drastica che le autorità dovranno però agevolare con almeno due provvedimenti: il primo si chiama salary cap e il secondo dovrebbe portare alla rottamazione delle rose. Oggi ogni squadra ha circa 32-35 giocatori ed è una situazione che in azienda verrebbe considerata di overstaff.