Novella 2000, n. 29, 16/07/2009, p. 11, 16 luglio 2009
Pentite se l’intervento è sbagliato Il miglior antidoto antipentimento è il trattamento giusto, né radicale né repentino
Pentite se l’intervento è sbagliato Il miglior antidoto antipentimento è il trattamento giusto, né radicale né repentino. «Lifting e addominoplastiche estremi, labbra al silicone, nasi mignon sono irreversibili», dice il professor Marco Klinger, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano. Hanno alternative reversibili? «Oggi la tendenza è riempire i volumi più che tendere la pelle in modo innaturale: l’approccio è più conservativo». Quali le regole antipentimento? «No a protesi al silicone per labbra e zigomi: meglio i lipofiller, a base di grasso prelevato da fianchi e addome, che rigenera i tessuti dall’interno, ringiovanendo l’aspetto». E chi ha già labbra al silicone? «Ci sono sistemi per asportare fettine di labbra fino a ridurne i volumi, ma sono laboriosi». Per cosa non si può più far nulla? «Seni troppo grandi: ridurli è doloroso e lascia evidenti cicatrici. Ma anche addomi troppo tirati, che per centrare l’ombelico hanno fatto salire troppo la linea dei peli pubici. Stesso discorso per zigomi al silicone: dopo anni il silicone è inglobato dai tessuti, non si asporta». Ma senza come si fa? «Con inserti di grasso, chiave di volta della chirurgia estetica». Ironia della sorte, l’odioso grasso sarà sempre di più l’alleato della bellezza: «Potrà essere usato persino nei seni», dice Klinger. E le iniezioni per aumentare il décolleté? «Sono a base di acido jaluronico o macrolane. Costano più di un intervento e sono per chi non si fida del chirurgo». Il futuro? «Coltivare il grasso in laboratorio: con un prelievo minimo si potranno realizzare anche seni. Ma tra 20 anni».