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 2009  luglio 10 Venerdì calendario

IL RITORNO AL NUCLEARE E’ LEGGE


La concomitanza con il G8 rischiava forse di far passare sotto silenzio l’approvazione in Senato del disegno di legge sullo sviluppo (ora diventato legge) che ha un sottotitolo programmatico: «le grandi riforme per rilanciare l’economia del Paese». Dopo un iter laborioso durato quasi dieci mesi vengono dunque introdotte nuove norme in materia di energia, di rilancio del sistema imprenditoriale e di tutela del consumatore. «E’ una legge storica, una serie di norme strategiche - così la descrive il ministro Claudio Scajola - con cui passiamo dalle misure di emergenza per contrastare la crisi, alle riforme strutturali per aiutare il Paese e il sistema produttivo ad uscire dalle difficoltà avviando processi di competitività, modernizzazione ed efficienza che configureranno l’Italia del futuro». La principale novità del pacchetto è la reintroduzione in Italia del nucleare. Secondo il ministro la sensibilità del Paese verso questo argomento è cambiata e «abbiamo avuto disponibilità a livello locale, da vari enti, ad accogliere centrali nucleari. C’è una maturazione rispetto a posizioni precedenti». Scajola ha aggiunto che saranno individuati «i siti ideali per sicurezza e collocazione e su questa mappatura sarà il mercato a decidere con il consenso dei territori, che avranno dei vantaggi. Sarà un affare per l’Italia e uno ancora più grosso per i territori». Occorreranno infatti sei mesi per disciplinare le modalità di localizzazione e le tipologie di impianti, di stoccaggio dei rifiuti e delle scorie, oltre alle «misure compensative» da riconoscere alle popolazioni interessate.
Anche i vertici di Enel ed Edison parlano di «giornata storica», mentre Federutility assicura che anche le ex municipalizzate saranno della partita. Per il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia quello del nucleare è «un’opzione importante». Critici invece Pd e Italia dei Valori, ambientalisti e consumatori. E soprattutto le più importanti regioni guidate dal centrosinistra: Piemonte, Emilia Romagna, Campania e Puglia.
Per il governo, invece, questa nuova strategia in ambito energetico eviterà una dipendenza dell’Italia dall’estero (pari all’85% dei nostri consumi) e un costo superiore del 30% rispetto agli altri Paesi europei pagato per l’approvvigionamento energetico. Segnali positivi arrivano anche dalle aziende di servizi pubblici locali.
Sempre nel settore energetico, nascerà la Borsa del gas: entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, le offerte di acquisto e di vendita del gas naturale saranno gestite dal gestore del mercato elettrico. Tutto ciò dovrebbe tradursi per il cittadino in una bolletta meno cara. Altra novità di rilievo è rappresentata dalla class action. «L’azione di classe» viene così introdotta nell’ordinamento italiano e permetterà una maggiore tutela dei consumatori, specie per quanto riguarda i settori dell’energia e delle telecomunicazioni. In tema di politica industriale, viene introdotto il «contratto di rete d’impresa» che supera il concetto fisico di distretto e consentirà alle aziende di minori dimensioni di aggregarsi in forme nuove senza perdere la propria identità, grazie ad agevolazioni fiscali, finanziarie e amministrative. Sempre in ambito imprenditoriale, la legge Sviluppo introduce una riforma del sistema degli incentivi alle imprese, che vedranno uno snellimento delle procedure e una riduzione dei tempi per ottenerli. Verranno riformate anche le Camere di commercio e gli enti di internazionalizzazione con l’ottica di rendere sempre più efficiente la rete di supporto alle imprese.