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 2009  luglio 10 Venerdì calendario

LA CORSA AL RIARMO DEI CITTADINI USA


Giunte al ventesimo mese della recessione più dura degli ultimi 80 anni, sono poche le impre­se Usa che riescono a stare bene a galla. Ma c’è un settore che ignora la crisi e, anzi, è in pieno «boom»: quello delle armi. Per tutti i produtto­ri di pistole, fucili e munizioni, come la Remington, è «boom» di vendite, Smith & Wesson e Sturm Ruger hanno moltiplicato i profitti.

Impressionante, in un Paese scosso di continuo da eruzio­ni di violenza spesso provocate da squilibrati che ottengono armi con troppa facilità. E anche apparentemente inspiega­bile, visto che negli Usa, a fronte di 300 milioni di abitanti, ci sono già più di 200 milioni di armi registrate. Pistole e fucili che possono essere usati per generazioni, visto che le armi non si logorano come un’auto né diventano tecnologi­camente obsolete come un computer.

La Nra, la lobby degli armieri, inneggia all’«effetto Oba­ma »: al neopresidente, che aveva inserito nel suo program­ma elettorale la reintroduzione della messa al bando delle armi d’assalto (decisa da Clinton nel 1993 e abolita da Bush nel 2004), i titolari dei negozi di armi hanno affibbiato ironi­camente il titolo di «miglior venditore d’armi dell’anno». «Riempite casa di armi e munizioni prima che arrivino i di­vieti » è il ritornello ripetuto in tutte le armerie.

«Geni del marketing che so­no riusciti ad allargare un mer­cato già saturo», commenta con amarezza Dennis Henigan, attivista delle leghe anti armi e autore di «Lethal Logic», recen­tissimo saggio sulle cause psi­cologiche della diffusione del­le armi in America. Non è solo l’attaccamento alla filosofia dei conquistatori del «selvaggio west» e a una libertà solennemente sancita dal Secondo emendamento della Costituzione: ora c’è chi teme che, con la recessione e le nuove povertà, furti e rapine si moltiplichi­no.

Ma soprattutto, nota Henigan, non è stato difficile creare un «panico Obama» tra gente che ragiona per slogan, quelli che si leggono sui paraurti delle auto: «Una società armata è una società ben educata», «Se le armi sono fuorilegge, solo i fuorilegge hanno le armi». L’ironia di questa situazione è che il nuovo presidente per ora non farà nulla per arginare la diffusione delle armi: in Congresso è già in difficoltà su vari fronti e i leader della sua stessa maggioranza lo hanno avvertito che decine di deputati democratici sono pronti a votare contro qualunque limitazione del diritto all’autodife­sa.

E allora? Un altro pensiero, il più spaventoso, viene sus­surrato a mezza bocca dal titolare di un’armeria: «Se il pri­mo presidente nero d’America venisse assassinato, rischie­remmo la guerra civile. L’ondata di violenza vissuta nel ”91 da Los Angeles dopo il pestaggio di Rodney King, risulterà, al confronto, un pic-nic al parco. Meglio prepararsi per tem­po a difendere la propria famiglia».