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 2009  luglio 10 Venerdì calendario

MARWA, UCCISA IN TRIBUNALE A DRESDA PERCHE’ DIFENDEVA IL VELO ISLAMICO


Egiziana pugnalata dall’uomo che aveva già denunciato

L’AQUILA – Angela Merkel ha cercato ieri di mettere fine a una crisi che da giorni sta montando tra Germania ed Egitto. Una donna egiziana di 32 anni, musulmana, velo sulla testa, era stata uccisa mercoledì della scorsa settimana in un tribunale di Dresda da un fa­natico anti-islamico.

Il caso – «la martire del velo» ­ha sollevato un interesse scarso in Germania e in Occidente ma ha pro­vocato onde altissime e manifestazio­ni di piazza in Egitto. Per questo, la cancelliera tedesca ha voluto incontra­re il presidente Hosni Mubarak – era­no ambedue al vertice G8 più Paesi emer­genti in corso all’Aquila: gli ha assicura­to che il suo Paese non coltiva sentimen­ti e pratiche anti-islamiche. Un passo in qualche modo riparatorio dello scarso peso che Berlino ha inizialmente dato al­la vicenda.

Lo scorso agosto, mentre era in un par­co giochi di Dresda, Marwa Al Sherbini chiese ad Alex W., un vicino di casa, di lasciare usare un’altalena al figlio Musta­fa, poco più di due anni. La reazione fu violentissima: insulti tipo «prostituta islamica» e «terrorista», inviti a togliersi il velo, minacce. La donna, già molestata in precedenza, lo denunciò e il disoccu­pato di origine russa, 28 anni, in Germa­nia dal 2003, fu condannato a un’ammen­da di 750 euro lo scorso novembre. Ricor­so in appello, mercoledì 1˚ luglio. Nell’ aula del tribunale: Marwa, incinta di tre mesi, il marito Elvi Ali Okaz (un ingegne­re), il figlio Mustafa e Alex W.

Nonostante il caso fosse chiaramente mosso da odio razziale, nessuna misura di sicurezza. Mentre Marwa stava rispon­dendo alle domande del giudice, Alex W. le si è scaraventato addosso e con un col­tello l’ha colpita 18 volte. Il marito ha cer­cato di intervenire ma, nel frattempo, in aula era entrato un poliziotto che l’ha scambiato per l’aggressore e gli ha spara­to a una gamba.

La madre è morta, davanti agli occhi del figlio. Il padre è stato ricoverato in ospedale. L’aggressore arrestato. Un dramma che – sembra non esserci dub­bio – ha motivazioni razziste e anti-isla­miche. «E’ stato un chiaro attacco xenofo­bo da parte di un fanatico lupo solita­rio », ha detto il pubblico ministero Chri­stian Avenarius. Ciò nonostante, la rea­zione della stampa tedesca si è concen­trata sulla mancanza di misure di sicu­rezza nei tribunali, invece che sul lato ideologico dell’omicidio.

Lo stesso governo di Berlino per qualche giorno non ha dato segno di avere riconosciuto la gravità del fatto, a differenza di quanto di solito fa nei casi in cui l’aggressore è un islamico.

La mancata indignazione europea, a li­vello politico ma anche dei suoi media, è diventata così la base sulla quale sono montate le manifestazioni in Egitto. Marwa, islamica moderna ma fervente – secondo la sua famiglia aveva rifiuta­to posti di lavoro in Germania proprio perché non voleva togliersi l’hijab in pubblico – è stata definita la «martire del velo». Ai suoi funerali, avvenuti lune­dì scorso ad Alessandria e seguiti da mi­gliaia di persone, sono stati lanciati slo­gan contro la Germania: «I tedeschi sono contro Dio». «La rabbia è molta – ha det­to il curatore di un blog locale – Era molto tempo che gli egiziani non scende­vano in piazza sotto una sola bandiera». Molti commentatori hanno voluto fa­re il gioco dell’«immaginiamo se»: se, cioè, la situazione fosse stata rovesciata, vittima europea e assassino islamico, quale sarebbe stata la reazione? Altri han­no ricordato l’indignazione che seguì l’omicidio di Theo Van Gogh in Olanda, nel 2004, da parte di un fondamentalista islamico. L’Associazione dei farmacisti egiziani – Marwa era farmacista – ha invitato al boicottaggio dei medicinali te­deschi. E da tutti è arrivata la richiesta al governo del Cairo di intervenire in que­sto caso per ottenere giustizia. Il procura­tore di Alessandria, hanno comunicato mercoledì le autorità egiziane, partirà per Dresda al fine di «aiutare nell’inchie­sta ».

Anche in Germania le reazioni delle or­ganizzazioni islamiche, ma anche ebrai­che, sono via via cresciute. Frau Merkel non poteva, dunque, lasciare correre una situazione diventata più che imbarazzan­te, forse pericolosa. A margine delle riu­nioni dell’Aquila, dunque, ieri ha voluto parlare dell’incidente con Mubarak e ha porto le sue condoglianze.